di Luigi
Pellini
-Le istoriature ottenute con la tecnica del bulino nella lamina che costituisce l'Elmo di Oppeano-
spaccato della superficie dell’elmo venetico, di forma
tronco conica.
Il cavallo rappresenta per i Veneti un animale
indispensabile nell’aldiqua e nell’aldilà.
Fino all’insediamento degli uomini, avvenuto nel neolitico,
la pianura padana era coperta da immense foreste. Ciò è testimoniato dai nomi
delle località, come Cadeglioppi, che deriva da Domus Oppiorum, ovvero
dall’oppio, un albero della famiglia degli aceri usato sin dal medioevo come
sostegno per le viti.
Le zona infatti in cui sorge Cadeglioppi era caratterizzata
da una vegetazione abbondante di oppi, querce, nocciole ed olmi, ed era
attraversata dall’Adige, che scorreva in località Feniletto.
La presenza del bosco vicino al fiume aveva forse favorito
l’insediamento dei primi uomini: in questa zona sono stati infatti trovati nel
1918 alcuni resti di palafitte. La palafitte, unite alla terraferma da
due passerelle, risalgono probabilmente all’età del bronzo ( 1400-1300 a.C. ).
Il ritrovamento di vasi chiusi da coperchio contenenti
cenere e oggetti metallici fanno pensare alla presenza di varie necropoli,
individuate nelle zone della Mortara, di Ca’del Ferro e delle Franchine.
L’Elmo bronzeo di Oppeano
La zona bagnata dall’Adige era attraversata dalla cosiddetta
“via dell’Ambra”, proveniente dal Mare del Nord e diretta all’Adriatico,
seguendo i percorsi dei fiumi. Operano era allora insieme ad Este e Padova, uno
dei centri più importanti della civiltà dei Veneti antichi.
Gli oggetti trovati nelle necropoli attorno ad Oppeano sono
oggi conservati in vari musei: a Roma, ad Este, a Verona, a Legnago, dove è
riposto un cinturone, e a Firenze, dove si trova il famoso elmo di bronzo di
Oppeano ( vedi foto ) del secondo periodo della civiltà atestina.
Si tratta di un elmo particolarmente raro, caratterizzato
dalla forma conica e dalle curiose decorazioni, dove è rappresentata una serie
di cavalli ed uno strano quadrupede alato con la testa e le gambe anteriori di
un uomo.
Anche nel paese di Oppeano sono conservati alcuni reperti,
presso un deposito museale che può essere visitato. Ancora oggi sono in corso
ricerche di superficie sul territorio del comune a cura dell’Università degli
Studi di Verona.
Anche i celti raffiguravano uno strano essere :un cavallo
fuso con l’uomo, un centauro e nell’elmo di Oppeano per di più alato. Il
simbolo del cavallo è evocatore del regno sotterraneo anche presso i celti e il
cavallo era ipostasi stessa del dio Lug. E il cavallo e portatore di morte vedi
la tradizione dell’apocalisse di Giovanni.
Nessun commento:
Posta un commento