La Sagra della Primavera di Stravinskij non appartiene solo alla mitologia della musica del XX secolo (l'affermazione perentoria di un modernismo in realtà già abbondantemente «segnalato» e scoperto da un angolo all'altro della vecchia Europa), ma è anche uno dei momenti clou di quella particolare «contro-storia» della musica - sempre appassionante, per l'osservatore esterno - che è la storia dei fiaschi. A Parigi la sera del 29 maggio 1913 - quando fu eseguita per la prima volta - esplose una vera e propria battaglia tra favorevoli e contrari che secondo la maggior parte dei testimoni volse rapidamente a favore di questi ultimi. Tutto «normale», verrebbe da dire, tutto favorevole alla nascita e all'affermazione della mitologia di cui sopra: scontri verbali e fisici, rumori, urla, rabbia funesta dell'autore, ironia dissacrante di vecchi maestri, difesa ad oltranza di giovani autori. Così l'avanguardia conquista l'accademia. Sta di fatto che oggi la ricerca più aggiornata tende a focalizzare in un altro modo quella serata. E c'è chi pensa che il principale oggetto dello scandalo fosse la coreografia di Vaclav Nijinskij per i Ballets Russes di Diaghilev, visto che questo, in origine è la Sagra: musica per balletto. Il soggetto era in effetti provocatorio e complesso, per quanto non ignoto al contesto culturale dell'epoca («Quadri della Russia pagana», antichità ferina e selvaggia, riti ancestrali con tanto di sacrificio umano, del quale la vittima viene definita «l'eletta» ), ma comunque ben suscettibile di causare sconcerto e rifiuto sul piano del linguaggio del corpo, anche oltre le geniali e inedite scelte musicali di Stravinskij. Le quali del resto, appena la sua partitura iniziò un percorso autonomo come pezzo da concerto, furono subito ben accette. Già l'anno successivo, nella stessa Parigi, la Sagra doveva conoscere il successo che non l'avrebbe più abbandonata, insediandola ben presto nell'empireo dei capolavori storici del XX secolo.
mercoledì 22 marzo 2017
Musica della Grande Russia Pagana
La Sagra della Primavera di Stravinskij non appartiene solo alla mitologia della musica del XX secolo (l'affermazione perentoria di un modernismo in realtà già abbondantemente «segnalato» e scoperto da un angolo all'altro della vecchia Europa), ma è anche uno dei momenti clou di quella particolare «contro-storia» della musica - sempre appassionante, per l'osservatore esterno - che è la storia dei fiaschi. A Parigi la sera del 29 maggio 1913 - quando fu eseguita per la prima volta - esplose una vera e propria battaglia tra favorevoli e contrari che secondo la maggior parte dei testimoni volse rapidamente a favore di questi ultimi. Tutto «normale», verrebbe da dire, tutto favorevole alla nascita e all'affermazione della mitologia di cui sopra: scontri verbali e fisici, rumori, urla, rabbia funesta dell'autore, ironia dissacrante di vecchi maestri, difesa ad oltranza di giovani autori. Così l'avanguardia conquista l'accademia. Sta di fatto che oggi la ricerca più aggiornata tende a focalizzare in un altro modo quella serata. E c'è chi pensa che il principale oggetto dello scandalo fosse la coreografia di Vaclav Nijinskij per i Ballets Russes di Diaghilev, visto che questo, in origine è la Sagra: musica per balletto. Il soggetto era in effetti provocatorio e complesso, per quanto non ignoto al contesto culturale dell'epoca («Quadri della Russia pagana», antichità ferina e selvaggia, riti ancestrali con tanto di sacrificio umano, del quale la vittima viene definita «l'eletta» ), ma comunque ben suscettibile di causare sconcerto e rifiuto sul piano del linguaggio del corpo, anche oltre le geniali e inedite scelte musicali di Stravinskij. Le quali del resto, appena la sua partitura iniziò un percorso autonomo come pezzo da concerto, furono subito ben accette. Già l'anno successivo, nella stessa Parigi, la Sagra doveva conoscere il successo che non l'avrebbe più abbandonata, insediandola ben presto nell'empireo dei capolavori storici del XX secolo.
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