Quanti di noi, passando di fronte al Palazzo dei Congressi dell'EUR, hanno notato la singolare sporgenza sulla facciata dell'edificio? Quanti si sono chiesti a cosa servisse quell'apparente bizzarria, così distante dal rigore stilistico di un architetto come Adalberto Libera?
Questa misteriosa sovrastruttura in realtà avrebbe dovuto rivestire la funzione di basamento per una scultura in bronzo, opera dell'artista Francesco Messina (celebre il suo "cavallo morente" collocato di fronte alla sede RAI di Viale Mazzini), cui fu commissionata una quadriga trainata da cavalli con un auriga colto nell'atto del saluto romano.
Dell'opera esistono bozzetti e disegni. Messina era arrivato a scolpire i cavalli in gesso, ma lo scoppio della guerra impose l'arresto del progetto.
Terminate le ostilità, della quadriga non si parlò più, fin quando furono avviate le ricerche per capire dove fossero finiti i cavalli, che qualcuno diceva di aver visto e che, quasi come se si fosse trattato di un thriller o di una leggenda metropolitana, non si trovavano più.
L'enigma fu risolto quando le sculture dei cavalli in bronzo, furono rinvenute presso la villa di proprietà della famiglia di Giovanni Leone, ex Presidente della Repubblica e attento collezionista d'arte.
Dopo la guerra a nessuno importava più della quadriga o dell'arte razionalista del Ventennio e Leone, sfruttando la sua personale amicizia con Messina, acquistò gli esemplari in gesso dando incarico allo scultore di procedere alla fusione delle sculture in bronzo. Messina fu ben lieto di eseguire il lavoro commissionatogli da Leone e al termine dei lavori distrusse gli esemplari in gesso per salvaguardare l'unicità dell'opera.
Pochi anni fa, un gruppo di architetti riuscì a far proiettare un'immagine tridimensionale della quadriga sulla base dove essa avrebbe dovuta essere collocata, contribuendo così con un artificio suggestivo a dare un'idea dell'assetto definitivo della facciata del Palazzo dei Congressi.
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