Che ne pensate di questi due politici che hanno tentato una laicizzazione forzata in paesi fortemente islamici senza scadere nel comunismo o nel baathismo?
« Per quasi cinquecento anni, queste regole e teorie di un vecchio arabo e le interpretazioni di generazioni di religiosi pigri e buoni a nulla hanno deciso il diritto civile e penale della Turchia. Loro hanno deciso quale forma dovesse avere la Costituzione, i dettagli della vita di ciascun turco, cosa dovesse mangiare, l’ora della sveglia e del riposo, la forma dei suoi vestiti, la routine della moglie che ha partorito i suoi figli, cosa ha imparato a scuola, i suoi costumi, i suoi pensieri e anche le sue abitudini più intime. L’Islam, questa teologia di un arabo immorale, è una cosa morta. Forse poteva andare bene alle tribù del deserto, ma non è adatto a uno Stato moderno e progressista. La rivelazione di Dio! Non c’è alcun Dio! Ci sono solo le catene con cui preti e cattivi governanti inchiodano al suolo le persone. Un governante che abbisogna della religione è un debole. E nessun debole dovrebbe mai governare. »
(Mustafa Kemal Atatürk)
« Vedevo le future generazioni iraniane occupare orgogliosamente il posto che spettava loro nella grande famiglia umana, assumendo degnamente le proprie responsabilità. Speravo di vedere diradate per sempre le tenebre medievali da cui l'Iran era stato strappato da appena mezzo secolo e che s'instaurasse il regno di quella luce che è l'essenza stessa della civiltà e della cultura iraniane. »
(Mohammad Reza Pahlavi)
mercoledì 27 giugno 2018
L'immagine significativa del Tuffatore
E' l'uomo che si tuffa nell'oceano dell'eternità, la morte è un tuffo nel mare infinito dove il tempo non inizia e non finisce, l'abbandonarsi alle acque sconosciute degli "altri mondi possibili"
La tomba del tuffatore: Museo Archeologico Nazionale di Paestum
l'immagine racchiude la capacità antica di rappresentre il mondo dove saremo obbligati a tuffarci, dove tutta l'umanità dovrà forzatamente immergersi, speriamo siano acque di rigenerazione e di ricongiungimento con il Tutto (Uno)!
La tomba del tuffatore: Museo Archeologico Nazionale di Paestum
l'immagine racchiude la capacità antica di rappresentre il mondo dove saremo obbligati a tuffarci, dove tutta l'umanità dovrà forzatamente immergersi, speriamo siano acque di rigenerazione e di ricongiungimento con il Tutto (Uno)!
lunedì 25 giugno 2018
In fondo siamo dei decaduti e dovremo ritornare nei cieli celati sulla terra!
"L’uomo
è un re detronizzato ed esiliato dal suo regno; in catene e in una
prigione sotterranea. Vivendo da ere nel regno della notte, immagina che
la sua oscurità sia il pieno giorno. L’incantesimo del Tempo cela alle
deboli anime degli uomini gli abissi oscuri che le circondano, le
terribili e possenti leggi che dirigono incessantemente le loro vite.
Noi siamo i veri trogloditi, abitatori di caverne, sebbene chiamiamo la
nostra caverna “il mondo”."
(H.P. Blavatsky, Gemme d'Oriente)
(H.P. Blavatsky, Gemme d'Oriente)
domenica 24 giugno 2018
Tutta
la contrada di San Giovanni in Valle aspettava l'alba attorno alla
Fontana del Fero ( o meglio fontana di Feronia, dove le acque
taumaturgiche che sgorgavano dalla roccia si usavano, bevendole o anche lavando i volti
ai bambini dato che proteggevano sopratutto verso le malattie oculari)
con danze, fugaci pasti, raccogliendo la rugiada e le erbe indicate
dalla tradizione da tenere in serbo per le eventuali patologie. Un mondo
resistito per secoli e secoli che all'improvviso dopo la Seconda
Guerra Mondiale si perderà per volontà della curia che voleva prendere
le distanze dalle antiche tradizioni pagane fuse con le liturgie
cristiane, ma nulla si può definitivamente cancellare e l'alba del
solstizio d'estate al Piloton eravamo in 250 persone che religiosamente
hanno aspettato il primo raggio di sole che lambisse la Prea Fita: tutto
ciò che viene scacciato dalla finestra rientra dalla porta.
La notte di San Giovanni, notte magica... la rugiada di questa notte ha poteri miracolosi...
Fino a "qualche" anno fa i veronesi salivano alla Fontana del Fero (ovviamente sopra San Giovanni Valle...) per trascorrere la notte alla luce delle lanterne, portandosi pane, salame e vino. Naturalmente era obbligatorio bere anche un bicchiere dell'acqua della fontana i cui poteri miracolosi ;) in questa occasione erano ancora più potenti.
Salivano, forse di scondon, anche le coppie di fidanzati per giurarsi eterno amore. Ce lo ricorda anche il nostro Berto in "La note de San Zuane":
Co la morosa al fianco
più bassa de una spana,
e le tetine in gloria
drento un altar de seda,
'rivadi strachi morti
sul bel de la fontana,
ela gustava in estasi
quela delissia freda...
Va ben dar aqua a i fiori,
ma guarda, che te mori!
Comode, al fresco, in ombra,
perse fra ciari e scuri,
sentà tra banche e tavola
ciassa contrade intiere;
gira i bossoni lucidi,
castei de tochi duri,
pingola a i fili e sventola,
'na sagra de bandiere...
El son de la fontana
l'è bronso de campana!
più bassa de una spana,
e le tetine in gloria
drento un altar de seda,
'rivadi strachi morti
sul bel de la fontana,
ela gustava in estasi
quela delissia freda...
Va ben dar aqua a i fiori,
ma guarda, che te mori!
Comode, al fresco, in ombra,
perse fra ciari e scuri,
sentà tra banche e tavola
ciassa contrade intiere;
gira i bossoni lucidi,
castei de tochi duri,
pingola a i fili e sventola,
'na sagra de bandiere...
El son de la fontana
l'è bronso de campana!
venerdì 22 giugno 2018
Di solito molti segreti si nascondono "sotto" un quadro
Il
vero volto dell’Agnello mistico. Il Polittico quattrocentesco
dell'Agnello mistico dipinto dai fratelli Jan e Hubert Van Eyck mostra
il suo vero volto. L’intervento dei restauratori dell'Institut royal du
Patrimoine artistique (Irpa) belga che dal 2012, sotto la guida di
Hélène Dubois, si occupano del retablo della Cattedrale di San Bavone a
Gand, da alcuni mesi si è concentrato sulla parte centrale, quella che
comprende appunto l’agnello. Ieri a Bruxelles i restauratori hanno
presentato alcune delle scoperte emerse in corso d’opera. La testa
dell’agnello, ad esempio, spiega la Dubois, «è molto diversa da quella
che si conosceva sin dal XVI secolo. Si tratta di un agnello molto più
intenso, molto più espressivo, che ha un contatto diretto con il
pubblico, con gli occhi molto grandi». Uno degli elementi chiariti da
fase del restauro, prosegue la Dubois, è che «non si sapeva fino a che
punto il retablo fosse occultato da ridipinture del XVI secolo; si
riscopre l’arte originale dei Van Eyck».
Capolavoro della pittura primitiva fiamminga, il polittico si compone di 24 pannelli. Per la fine del 2019, o inizi del 2020, il restauro sarà completo per due terzi. Poi una pausa, per consentire le celebrazioni dell’anno Van Dyck, e se arriveranno i finanziamenti i lavori riprenderanno subito dopo.
Capolavoro della pittura primitiva fiamminga, il polittico si compone di 24 pannelli. Per la fine del 2019, o inizi del 2020, il restauro sarà completo per due terzi. Poi una pausa, per consentire le celebrazioni dell’anno Van Dyck, e se arriveranno i finanziamenti i lavori riprenderanno subito dopo.
giovedì 21 giugno 2018
La disastrosa modernita di Ataturk e lo Scia'
martedì 19 giugno 2018
Attendere il sole il giorno del solstizio, La massima potenza del'astro fruibile agli uomini
Essere in Via Pellicciai a Verona o al Piloton sopra Montorio,
come in corso Palladio a Vicenza ad aspettare il sole che nasca il giorno del
solstizio si rivive la stessa emozione che si può provare a Stonehenge o dentro
le gallerie delle grandi piramidi d’Egitto all’alba del giorno più lungo, come
a Kainua (Marzabotto), l’antica città fondata dagli etruschi. Si rivive l’antico
mistero della magia della notte più lunga, dove secondo le grandi tradizioni
mediterranee il cielo apre le sue porte e si mette in comunicazione con la
terra, gli eroi scendono e gli uomini possono salire, tutto nella “notte di
mezza estate” portata in scena dal grande William Shakespeare.
Verona e Vicenza sono due città ri-fondate entrambe dai romani
che hanno mantenuto ancora oggi il sistema ortogonale imposto dall’urbanistica
romana, costituto dal cardo e dal decumano, entrambe inoltre, mantengono il
medesimo angolo rispetto al nord geografico del reticolo dove il cardo è orientato
sul solstizio d’estate.
A Verona la notte più lunga si viveva coralmente, con una
grande festa notturna, nel quartiere di San Giovanni in Valle, dove con canti,
balli, cibi e libagioni si attendeva la nascita del sole raccoglieva la rugiada
o le erbe medicinali nel loro massimo turgore, si facevano abluzioni
terapeutiche alla Fontana del Fero, luogo legato alla divinità ctonia Feronia preposta
alla salvaguardia degli schiavi ed invocata, da questi, per l’affrancamento affinché
potessero diventare uomini liberi.
I meccanismi divini
La carne veicolo temporaneo della trascendenza divina. Un mezzo per perdersi e ritrovarsi, in quel gioco che è l'eterno ritorno sempre legato alla nostalgia di salire verso le stelle!
Juana Figueroa è con Enrico Montanari.
Juana Figueroa è con Enrico Montanari.
La chiesa dove è sepolto Scipione Maffei
La chiesa venne consacrata il 6 dicembre 1329, dopo la consacrazione del cimitero e degli altari.
La costruzionedella chiesa continuò per tutto il XIV e XV secolo, e le fasi costruttive si ricostruiscono tramite i registri della chiesa con le entrate e le uscite e che si trovano negli archivi di Stato di Verona.
Nel gennaio del
1945 il bombardamento colpì il tetto di Santa Maria della Scala,
lasciando però integre le tre absidi, l'altare della Madonna delle
Grazie e l'altare immediatamente di fronte. La chiesa venne poi
ricostruita, scoprendo nuovi affreschi nell'abside centrale:
l'inaugurazione avvenne nel 1948.
Fonte: Giorgio Borelli, Chiese e monasteri di Verona, Verona 1981.
Fonte: Giorgio Borelli, Chiese e monasteri di Verona, Verona 1981.
lunedì 18 giugno 2018
La leggenda delle vergini nere
Dans
la quasi-totalité des sanctuaires abritant une vierge noire fleurit une
même légende imprégnée de sens ésotérique aux dimensions universelles.
Ce texte imaginaire mais sur-rationnel unit la terre aux étoiles comme
se doit de le faire tout alchimiste en communion avec l’énergie vitale.
Il relate les circonstances de la découverte de la statuette de bois
noir sur deux registres : celui du conte qui marque la mémoire populaire
et celui des lois de la nature exaltées par l’alchimie.
En prenant pour référence le récit de Notre-Dame de Marceille, près de Limoux dans l’Aude, le voici dans son intégralité :
« Un
laboureur qui cultivait son champ voit ses bœufs arrêtés soudain par un
obstacle invisible. Il a beau les presser, les exciter, ils demeurent
immobiles et résistent à l’aiguillon. Le laboureur, d’abord stupéfait,
se sent bientôt envahi par une impression indéfinissable. Poussé par une
inspiration subite, il creuse la terre, pour découvrir l’obstacle qui
arrête les bœufs. Tout à coup une madone de bois, à la figure brune, au
regard céleste, se présente à ses yeux étonnés Nos ancêtres auraient
élevé une chapelle pour y conserver la statue miraculeuse. »
Evidement
nul n‘est sensé accréditer une pareille histoire car son sens est
essentiellement lié à la symbolique et pratique de l’alchimie. Rien de
surprenant à cela puisque la couleur noire se manifeste dans la matière
(mater, matrice) lors d’une étape essentielle du Grand Œuvre.
« Un laboureur que cultivait son champs »
annonce déjà la couleur… Puisque l’alchimiste est appelé laboureur ou
labourant. Ainsi l’alchimiste François Cambriel en sa treizième leçon de
son livre Cours de philosophie hermétique (1843) dit sans ambages :
« De même que les laboureurs des champs, le philosophe hermétique est obligé de travailler la terre philosophique… »
Par la suite il nomme les alchimies « Labourants »
Levons
la tête vers le ciel, vers ces constellations qui animent de leurs
scintillements la noirceur cosmique. C’est vers ces étoiles, vers ce
qu’elles évoquent, que les Vierges noires trouvent leur sens.
Il
est tout à fait naturel de se tourner vers la constellation de la mère
par excellence qu’est la Vierge qui en qualité de signe zodiacal désigne
la période de l’année comprise entre le 23 août et le 22 septembre.
Intervalle temporel propice à l’accomplissement du Grand Œuvre. Il ne
peut s’agir d’une coïncidence puisque cette constellation contient celle
du bouvier, le laboureur du ciel. Elle porte le nom de Bouvier
depuis longtemps, cependant il est difficile de dire qui ce bouvier
représente. Selon une version, il s'agit d'un laboureur qui conduit les
sept bœufs (septem triones) de la constellation de la Grande Ourse.
Les bœufs seraient liés à l'axe polaire et le Bouvier perpétuerait la
rotation des cieux. La vierge étant appelée, dans ses litanies, « Porte
du ciel ». Cette Porte étant l’étoile polaire qui indique le nord… Voilà
pourquoi la chapelle de la vierge, dans toutes les églises, est
orientée vers le nord.
L’étoile la plus brillante du bouvier est Arcturus, qui se situe dans le prolongement de la queue de la Grande Ourse. Son nom signifie Gardien de l'ours(e) en grec ancien. En d’autres termes c’est le gardien du pole arctique ou pole nord.
Ici
point de place pour la spéculation. C’est une précision bonne à
connaitre au laboratoire puisqu’il faut orienter les verreries vers le
nord.
« Un laboureur qui cultivait son champ voit ses bœufs arrêtés soudain par un obstacle invisible. » Des
obstacles invisibles, comme la pureté des matières, la température,
l’humidité de l’air et sa turbulence jalonnent les étapes du grand
œuvre. Ils conditionnent la réussite finale du labourant.
« Il
prend avec respect la statue de Notre-Dame, il la porte dans sa
maison ; mais le lendemain la statue a disparue ! Le laboureur revient à
son champ, et il retrouve de nouveau l’image dans le trou qu’il à
creusé la veille. Vainement Il L’emporte une deuxième et une troisième
fois, la statue miraculeuse disparait toujours pour regagner la colline
champêtre de prédilection… »
Nous sommes là à l’ultime étape du Grand Œuvre qui bien souvent fut comparée au rocher de Sisyphe.
Sisyphe
est l’un des personnages de la mythologie grecque. Il avait déclenché
la colère des dieux de l’Olympe. En guise de châtiment, ces derniers le
condamnèrent à grimper à la cime d’une montagne en faisant rouler un
immense rocher. Cependant, une fois au sommet,
il n’y avait pas assez de place pour le bloquer. La roche redescendait
aussitôt, obligeant Sisyphe à le remonter encore et encore.
Ici,
ce retour de la Vierge noire en son lieu de découverte, cette
réitération à trois reprises est à l’image de la multiplication
alchimique. En effet, lorsque le Grand Œuvre est achevé il doit être
recommencé des le début à plusieurs reprises, généralement trois fois. A
chaque répétition le temps pour obtenir la pierre rouge diminue tandis
que sa puissance augmente. C’est la diminution du temps qui limite le
nombre de répétitions. Ainsi la troisième répétition nécessite environ
12 heures. La quatrième nécessiteras 6 heures seulement et la cinquième
environ trois heures. Certains adeptes sont parvenus jusqu’à neuf, ce
qui est une prouesse nécessitant une grande dextérité. Parvenu à ce haut
degré de concentration énergétique la pierre brille comme un petit
soleil. Telle est l’origine des lampes éternelles. Ces lumignons
devaient se trouver dans les cryptes au pied des Vierge noires. C’est
une supposition diriez-vous, j’y souscris volontiers…
Avec toute mon amitié LG.
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