Milano. L’abbazia di Mirasole
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In una solitudine impressionante, nel deserto dei campi aperti, si svela all’improvviso l’abbazia di Mirasole. Sembra impossibile che quest’oasi medievale e questo rarefatto silenzio possano conservarsi a un passo dagli svincoli della trafficatissima tangenziale ovest di Milano, dal fiume Lambro, da Opera e dagli altri centri industriali e commerciali della periferia milanese. Eppure il quadrilatero di questa immensa cascina, la grande aia centrale, la chiesa affiancata dal chiostro hanno una bella storia remota e una complicata storia moderna.
Gli Umiliati a Mirasole
Gli Umiliati erano sorti come movimento laicale che voleva reagire alla ricchezza e alla rilassatezza dei costumi dell’alto clero e propugnava il ritorno a una vita più austera e frugale. Con il riconoscimento papale il movimento si articolò in una libera associazione di laici sposati (terz’ordine), in una sezione costituita da laici non coniugati che osservavano le norme e le forme della vita religiosa in comune (secondo ordine) e l’ordo canonicuscomposto da chierici viventi presso una chiesa e dediti alla cura pastorale.
Agli inizi del Duecento, nove secoli fa, un gruppo di Umiliati laici impianta nelle campagne a sud di Milano un grande ovile per l’allevamento delle pecore e una manifattura della lana a ciclo completo. Ben presto si crea anche una cascina e si mettono a coltura i terreni intorno in un grande fervore operativo e religioso. Le famiglie hanno ciascuna la loro abitazione ma lavorano insieme alle altre. Tutti obbediscono a un’autorità che li guida nell’organizzazione del lavoro e regola la distribuzione delle risorse in base ai bisogni. Devolvono il sovrappiù a chi è malato o bisognoso. Si radunano periodicamente per aiutarsi, con l’aiuto dei più autorevoli, nella comprensione del Vangelo e nella tensione a viverlo. Hanno come modello la comunità cristiana degli inizi. Il modello di Mirasole è innovativo perché l’abbazia possiede le uniche macchine del circondario per la fabbricazione di panni di lana e la trasformazione della lana in feltro.
La storia dell’Abbazia
Alla fine del Quattrocento Mirasole non è più amministrata direttamente dagli Umiliati ma da un abate commendatario nominato dal Papa. Nel 1571 l’ordine è soppresso dal papa su richiesta del cardinale Carlo Borromeo. A Mirasole s’insedia allora il Collegio elvetico fondato da San Carlo per l’istruzione del clero svizzero. Nel 1791 Napoleone, conclusa la campagna d’Italia, sopprime il Collegio e dona Mirasole all’Ospedale Maggiore di Milano, che ha curato i suoi soldati. E oggi l’Ospedale Maggiore di Ca’ Granda è ancora il proprietario dell’abbazia. Nel 1980, con il contributo della Regione Lombardia e della Fondazione Cariplo, viene realizzato un profondo restauro degli edifici che ne restituisce la piena funzionalità e li dota di servizi residenziali e collettivi (foresteria, biblioteca, sala conferenze). Dal 2013 l’abbazia ospita in comodato d’uso una comunità di Canonici regolari Premostratensi (l’ordine religioso fondato da San Norberto di Prémontré) che riporta la vita nell’abbazia a servizio del territorio circostante. La comunità norbertina, ridottasi nel numero, lascia però l’abbazia appena due anni dopo. In futuro Mirasole sarà un’abbazia della solidarietà e ospiterà nuclei di mamma-bambino con fragilità sociali e relazionali, alcune famiglie che faciliteranno il percorso educativo rivolto alle madri accolte e faranno accoglienza, e un piccolo nucleo di sacerdoti che consentirà non solo le celebrazioni religiose quotidiane, ma anche la promozione di iniziative di studio e di formazione.
La visita
Una croce stazionaria in ferro su un cippo di granito segna l’ingresso monumentale all’abbazia. Intorno al grande cortile centrale è un corpo di fabbrica continuo, con l’edificio residenziale, le celle dei monaci e le abitazioni contadine, le stalle adibite al ricovero estivo e a quello invernale. La recente ristrutturazione ha salvaguardato la fisionomia dei fabbricati ma ne ha naturalmente mutato le dotazioni e le funzioni. La chiesa ha una semplice facciata a capanna affiancata da un campanile di origine duecentesca. L’interno è a navata unica con un presbiterio quadrato dalla volta a crociera. La parete di fondo è decorata da un grande affresco quattrocentesco con la scena dell’Assunzione di Maria in paradiso. Gli spicchi della volta ospitano le immagini dei quattro evangelisti in trono. Nella cappella laterale è una cinquecentesca Adorazione dei pastori, di scuola cremonese.
I simboli
Il simbolo dell’abbazia di Mirasole è naturalmente il Sole. Nei capitelli del chiostro il simbolo vede sovrapposti il Sole e la Luna. Il Sole è il simbolo di Cristo, che dà luce al mondo con i suoi raggi. La Luna è il simbolo della Chiesa, fatta di uomini. Ogni Luna, ovvero ogni comunità ecclesiale, è viva e visibile per la presenza del Sole-Cristo.
Una formella sulla facciata della chiesa di Mirasole raffigura in alto il simbolo degli Umiliati: un agnello, figura dell’umiltà e, contemporaneamente, di Cristo. In basso è rappresentata la celebrazione della Messa nella chiesa abbaziale.
(La visita è stata effettuata il 21 agosto 2016)