Antonio de Martini con Nicola Christian Rinaldi.
QUESTE DUE PERSONE IN REALTA’ SONO UNA SOLA. SI CHIAMA FRANCESCO DE MARTINI.
Si tratta di un personaggio ignoto ai più fino a ieri e “resuscitato” da un convegno commemorativo tenutosi ieri nel quadro delle attività culturali del Circolo del Ministero Affari Esteri a Roma. ( “Cinque grandi italiani tra Africa e Oriente.”)
Nato a Damasco, in Siria, nel 1903 dove il padre costruiva la ferrovia che sarebbe stata sabotata da Lawrence, perfetto conoscitore di otto lingue, è – caso credo unico – un militare di leva diventato generale. Inviato in Etiopia salvò il reggente da un colpo di stato.
Preparò l’invasione dell’Etiopia, diventando in breve comandante della Guardia imperiale del Negus. Durante la campagna etiopica organizzò una colonna di mercenari yemeniti attraversando il deserto dancalo e giungendo alle spalle del l’esercito avversario costringendolo alla ritirata. Otto settimane dopo la proclamazione dell’impero gli abissini rioccuparono Addis Abeba. Lasciato a proteggere la ritirata del comando, riordinò la truppa indigena appena reclutata e riprese il controllo della città sconfiggendo truppe dieci volte superiori per numero. Fu decorato di medaglia d’argento “sulcampo “ per non dare notizia della fuga del comando alla opinione pubblica e perché I Carabinieri lo definirono antifascista. La famiglia della moglie fu deportata in Calabria.
E’ l’ufficiale di intelligence italiano più decorato della seconda guerra mondiale. Catturato dagli inglesi morente per un attacco di malaria in dancalia evase dall’ospedale. Ricatturato in mare un anno dopo. Dopo aver rifiutato di tornare alle dipendenze del Negus che ne aveva fatto richiesta, con un temerario atto di sabotaggio ( che gli valse la medaglia d’oro al V.M.) distrusse un deposito inglese con un incendio durato 15 giorni. I suoi ascari lo protessero e lo nutrirono senza tradirlo benché venisse offerta una taglia “ in bianco”.
Capo centro dell’impero da tenente, fu decorato dell’Ordine Militare d’Italia per I servigi resi. Dopo la guerra diresse la rete informativa NATO in Medio Oriente ( Da Kabul a Tripoli). Ritiratosi nel 1962 a Grottaferrata organizzò l’esfiltrazione dei nipoti del Principe ereditario etiopico ( che aveva fatto ricorso a lui) in esilio a Londra dopo il Colpo di Stato di Menghistu.
A giugno, previde di morire “ entro novembre”. Morì il 26 di novembre 1981.
Biografia e motivazione delle medaglie al valore:https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_de_Martini
Nato a Damasco, in Siria, nel 1903 dove il padre costruiva la ferrovia che sarebbe stata sabotata da Lawrence, perfetto conoscitore di otto lingue, è – caso credo unico – un militare di leva diventato generale. Inviato in Etiopia salvò il reggente da un colpo di stato.
Preparò l’invasione dell’Etiopia, diventando in breve comandante della Guardia imperiale del Negus. Durante la campagna etiopica organizzò una colonna di mercenari yemeniti attraversando il deserto dancalo e giungendo alle spalle del l’esercito avversario costringendolo alla ritirata. Otto settimane dopo la proclamazione dell’impero gli abissini rioccuparono Addis Abeba. Lasciato a proteggere la ritirata del comando, riordinò la truppa indigena appena reclutata e riprese il controllo della città sconfiggendo truppe dieci volte superiori per numero. Fu decorato di medaglia d’argento “sulcampo “ per non dare notizia della fuga del comando alla opinione pubblica e perché I Carabinieri lo definirono antifascista. La famiglia della moglie fu deportata in Calabria.
E’ l’ufficiale di intelligence italiano più decorato della seconda guerra mondiale. Catturato dagli inglesi morente per un attacco di malaria in dancalia evase dall’ospedale. Ricatturato in mare un anno dopo. Dopo aver rifiutato di tornare alle dipendenze del Negus che ne aveva fatto richiesta, con un temerario atto di sabotaggio ( che gli valse la medaglia d’oro al V.M.) distrusse un deposito inglese con un incendio durato 15 giorni. I suoi ascari lo protessero e lo nutrirono senza tradirlo benché venisse offerta una taglia “ in bianco”.
Capo centro dell’impero da tenente, fu decorato dell’Ordine Militare d’Italia per I servigi resi. Dopo la guerra diresse la rete informativa NATO in Medio Oriente ( Da Kabul a Tripoli). Ritiratosi nel 1962 a Grottaferrata organizzò l’esfiltrazione dei nipoti del Principe ereditario etiopico ( che aveva fatto ricorso a lui) in esilio a Londra dopo il Colpo di Stato di Menghistu.
A giugno, previde di morire “ entro novembre”. Morì il 26 di novembre 1981.
Biografia e motivazione delle medaglie al valore:https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_de_Martini
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