Roma,
18 giugno –
Le parole di quello che mi dicono essere
il segretario generale della Cei, tal Nunzio Galantino,
sul dovere di accogliere gli emigranti come forma di risarcimento per le pene
un tempo loro inflitte, insomma, per discolparci dal ‘peccato’ del
colonialismo, non sono soltanto l’ennesimo esempio di grossolana
retorica filoimmigrazionista e terzomondista o l’ulteriore conferma
del fatto che abbracciare integralmente quella che Weber chiamava l’“etica
della convinzione” ha come suo possibilissimo esito il fiat justitia et
pereat mundus, ossia il trionfo della giustizia ma sulle rovine del
mondo.
Non sono nemmeno la testimonianza (come
se ce ne fosse ancora bisogno…) della vocazione universalistica della
chiesa, dissolvitrice delle concrete differenze etnoculturali di cui il
mondo è da sempre intessuto.
Piuttosto sono innanzitutto il segno
chiarissimo di una clamorosa amnesia storica, ovvero l’ennesimo
esempio di come il passato venga manipolato in modo unilaterale, selettivo e
mistificatorio, per poter così essere impudentemente usato nelle battaglie
politico-culturali del presente.
È allora il caso di ricordare che alle
origini dei primi esempi storici di colonialismo moderno, quelli portoghese e
spagnolo per intenderci, ci sono generose concessioni da parte della
chiesa cattolica, sotto forma di bolle papali (per tacere del trattato di
Tordesillas, col quale, nel 1494, papa Alessandro VI Borgia divideva i domini
extraeuropei lusitani da quelli spagnoli).
La bolla Romanus Pontifex emanata
nel gennaio del 1454 da papa Niccolò V, riservava ai portoghesi la navigazione
nel Golfo di Guinea, a patto di garantire il fine evangelizzatore e missionario
di questi viaggi e conquiste. In breve, il papa legittimava de jure il
colonialismo portoghese in cambio dell’espansione della fede cristiana.
Anche la bolla Inter
caetera del maggio 1493, ad opera del papa Alessandro VI,
regolamentava, in anticipo sullo stesso trattato di Tordesillas, i domini
coloniali spagnoli e portoghesi, sempre subordinandoli alla condizione che
venisse introdotta la religione cristiana nelle terre occupate.
Per finire, mi permetto di consigliare,
a mo’ di studio introduttivo sull’argomento, e in primis al
signor Galantino, l’istruttiva lettura del libro di Aldo Andrea
Cassi, Ultramar. L’invenzione europea del Nuovo Mondo, edito
nel 2007 per i tipi della Laterza.
Giovanni Damiano
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