Non amo la parola “estasi”, per tutto quello che di eccezionalità psicologica - e dunque, implicitamente, di appropriativo - che essa porta con sé, così come, per essere sincero, non mi convince molto Georges Bataille per quella sua commistione di “giovedì grasso e venerdì santo” che lo contraddistingue e che è ben lontana dalla via maestra del distacco. Mistica è la continua, costante esperienza della grazia, ovvero del divino nell’umano e dell’umano nel divino. La sua estasi, se così vogliamo dire, è un’estasi del quotidiano, una profonda gioia nel presente, qui ed ora. Sotto questo aspetto, sono piuttosto da sottolineare le analogie con il buddismo zen.
“L’evento mistico si produce dentro l’anima, dentro ciò che nell’uomo vi è di naturale in virtù di qualcosa che naturale non è, e che sta fuori di essa, per lo meno in quanto, in senso stretto, non ne è parte”. È d’accordo con queste parole di Maria Zambrano?
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