"...L’ordine dei domenicani di cui inizialmente faceva parte anche Bruno praticava queste forme diallenamento mentale su cui solo più tardi si abbatterà a mannaia della censura papale che viscorgeva qualcosa di diabolico.Bruno fu soprattutto un teorico della mnemotecnica e pubblicò ben cinque libri sull’argomento.Per lui, la memoria è l’immaginazione, una facoltà grazie alla quale l’uomo, immagine di unmondo più grande di lui, poteva comprendere questo mondo ed entrare in comunione con laDivinità”.Più tardi, di fronte ai suoi giudici, Bruno dichiarò: «(...) Il reEnrico III mi chiamò un giorno, e mi chiese se questa memoria che possedevo e che insegnavoera una memoria naturale o se fosse piuttosto ottenuta per mezzo di magia; gli dimostrai chenon mi derivava dalla magia ma dalla scienza”. A chi voglia intraprendere una lettura delleopere dedicate alla memoria di Bruno mi sentirei di consigliare il Cantus Circaeus perché è quasiuna guidache ci illumina sul procedimento tecnico adottato per incrementare lefacoltà mnemoniche teorizzato nell’Ars memoriae. La prima parte del Cantus è ambientato nel castello dellamaga Circe che invita l'apprendista a compiere un complicato rituale in grado di trasformare gliuomini in bestie. Invocando le sette divinità planetarie, la maga e la sua allieva riescono apenetrare nel grande libro della natura e ridare agli uomini e agli animali la loro caratteristichegenetiche originarie. Il sarcasmo si fa evidente colpisce tutto l’ambiente di corte di cui Bruno eraentrato a far parte come lecteur royaul, il secondo dialogo si apre con Borista e Alberico, chehanno appena finito di leggere assieme il «canto» della maga Circe. Chiedono al loro maestro unmetodo facile per imparare il dialogo della maga Circe a memoria. Intanto decidono di leggereun altro testo di Giordano Bruno che contiene una versione più divulgativa, semplice ed efficaceper chi di arte della memoria, di arte combinatoria e di filosofia dell'«ombra», ne sa poco o nulla.Anche in questo caso i luoghi e le immagini sono sostituiti con nuovi termini.. Allo stesso modovengono presentati piccoli e specifici espedienti per la memoria verborum * indubbiamente piùsemplici delle macchinose «ruote» Il canto si chiude con un’applicatio pregnans finale, cioè unsuggerimento pratico di come applicare il «sistema» per mandare a memoria il dialogo inizialedel «canto» della maga Circe. Occorre leggere attentamente la struttura di un testo prima dimemorizzarlo, a creare un'architettura scenica come un palazzo, entro cui andremo a raccoglierele immagini sostitutive dei termini o dei concetti che formano il testo da ricordare.
Va comunque precisato che, sebbene semplificata al massimo, la tecnica di Bruno va imparatacon la necessaria applicazione e il costante allenamento non per opera di magia come forseingenuamente Mocenigo aveva creduto.
CORRIERE DELL'IRPINIA - LA CULTURA DEL CORRIERE - Giordano Bruno e il mito di Mnemosine
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