sabato 30 settembre 2023

L'intelligenza di Origene e la limitatezza del cristianesimo ottuso legato


 


Eppure Origene, di solo un secolo più recente, suggeriva di leggere i testi pagani "non solo per diletto" ma perché si poteva anche "trarre ottimi insegnamenti" che servivano ad integrare la "Verità" della rivelazione di Cristo. Già Girolamo ben  rappresenta il giudeocristianesimo teodosiano, intollerante e arrogante 

venerdì 29 settembre 2023

Il lato pagano di Agostino di Ippona

 Il 5 ottobre ricorreva la festa romana del "Mundus Cereris", in cui il pozzo di Cerere veniva aperto (mundus patet) mettendo in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti (Dii Manes).

«[Apuleio] afferma inoltre che anche l’anima umana è un demone e che gli uomini divengono Lari se hanno fatto del bene, fantasmi o spettri se hanno fatto del male e che sono considerati Dei Mani se è incerta la loro qualificazione.»
Sant'Agostino, La città di Dio, IX,11


Cripta di Abbadia San Salvatore (GR).

 Luogo indescrivibile, solo da visitare e viverne l'immersione in un modo lontano che rinasce per chi ne ha la capacità di abbandonarsi e magari pregare con profonda partecipazione..........



giovedì 28 settembre 2023

La pigna ritrovata nell'Adige

 Sembra che questa pigna fosse posta sul tempio al vertice del complesso dell'acropoli di Verona, denominato: Colle san Pietro, precedentemente chiamato monte Gallo, Caroto e Palladio sostenevano ( e avevano ragione) che il tempio innalzato da Augusto fosse dedicato a Giano, ma nessuno si è mai preso la briga di fare una indagine seria



Un luogo di ristoro ma anche un luogo di cura, il prototipo del giardino edenico

  

Un giardino nel deserto, patrimonio mondiale Unesco.
Iran - Giardino di Shazdeh Mahan



martedì 26 settembre 2023

L'amore di Ungaretti per Bruna

 



Il 3 agosto 1966 Giuseppe Ungaretti incontra Bruna Bianco, lui 78 anni, lei 26 e aspirante poetessa desiderosa di mostrare al Poeta alcuni suoi scritti. Nasce un amore ardente e segreto, vissuto di brevi momenti e lunghe lettere nel tentativo di accorciare la distanza geografica e anagrafica che li separava.

Le lettere di Ungaretti per Bruna sono scritte in verde: il colore della speranza. Vergate nel fuoco della passione e di un amore rarissimo per la parola scritta.

«Amore mio, Ti amo. Come fare a legarci per la vita? Lo farei. Ma ci sono molte cose che mi trattengono, l’unica davvero importante, la troppa età. A presto, Amore. Ti bacio con tutta la mia speranza e la mia disperazione»

(Breve stralcio di una lettera, datata 30-10-1968)

sabato 23 settembre 2023

La Monaca ermafrodita



Suor Josephine Rosenthal era una suora che viveva nel monastero di Hohenwart, fondato nel 1074 da Ortolf e Wiltrudis, ultimi della nobile famiglia dei Ratoponen1. Il monastero era completamente isolato dai villaggi vicini e le suore avevano contatti solo con l’abate2. Nel 1742, suor Josephine rimase incinta, senza aver avuto rapporti sessuali con nessuno. Dopo un esame medico, fu dichiarata vergine e impossibilitata ad avere figli. Nonostante questo, portò avanti la gravidanza fino al sesto mese, quando la sua storia arrivò alle orecchie dell’abate e del concilio di Benedetto. Fu esaminata nuovamente e fu ritenuto che avesse subito un’immacolata concezione, una nascita verginale. Alcuni videro in lei il vaso della seconda venuta di Cristo, ma il sesso della bambina non corrispondeva a questa profezia2. L’abate fu chiesto di dire alla sua congregazione che la bambina era morta, ma le suore ignorarono il consiglio e divinizzarono la bambina2.
La bambina fu chiamata Maria e accolta con entusiasmo dalle suore. Crescendo, attirò un fedele seguito e divenne un’ispirazione per i locali e per altre comunità benedettine. Scrisse due trattati nella sua vita, di cui rimane solo un frammento. Si occupava del peccato originale e della condanna della donna. Chiedeva alla Chiesa delle revisioni, ma le sue parole caddero nel vuoto. Intorno al suo trentatreesimo compleanno, Maria si ammalò e morì. I suoi seguaci videro nella sua morte il secondo decesso della prole santa. Le sue spoglie furono idolatrate e si dice che oggi siano conservate in una scatola in Vaticano.
La cosa più sorprendente di questa storia è che sia Maria che sua madre erano ermafrodite e quindi capaci di autofecondarsi. Maria stessa era incinta al momento della morte. Ma in realtà Maria non era affatto posseduta dal demonio, solo che in vita sua aveva predicato idee di femminismo e di rispetto e per questo il suo culto fu considerato eretico dall’abate e dal papa del tempo.

mercoledì 20 settembre 2023

Un chiodo del Pantheon



Dalla operazione di riuso dei bronzi del Pantheon si conservò un certo numero di rivetti che saldavano il rivestimento di bronzo delle travi del portico, del peso di circa 15 kg ciascuno. Questo in foto, di circa mezzo metro di lunghezza, è stato esposto alla mostra su Urbano VIII terminata a luglio a palazzo Barberini (fa parte della collezione dei Musei statali di Berlino).
Urbano VIII è il Papa che nel 1625 fece strappare l’antico bronzo al portico del Pantheon. Da qui la pasquinata Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini, «quello che non fecero i barbari, fecero i Barberini».
Il materiale fu usato per la realizzazione dei cannoni di Castel Sant’Angelo e (in minima parte) del Baldacchino di San Pietro del Bernini che, non conoscendo la lega usata dai romani, non aveva voluto utilizzare quel bronzo.
Su uno dei cannoni si legge ex clavis trabalibus Porticus Agrippae ovvero ”dai chiodi da trave del Portico di Agrippa”.

Il primo tempio di Giove a Roma

 Tempio di Giove Feretrio

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Il tempio di Giove Feretrio fu il primo tempio costruito a Roma (il secondo dedicato a Giove è di origine etrusca, vale a dire il tempio di Giove Ottimo Massimo). L'origine del termine Feretrius alcuni lo attribuirono al verbo latino "ferire" (colpire), ponendolo in relazione al fatto che le spoglie del capo nemico caduto in battaglia (spolia opima) erano poi offerte a Giove Feretrio ("che colpisce") sul Campidoglio. Altri autori invece lo identificarono con il verbo latino "ferre" (portare), in quanto chi otteneva le spolia opima le portava in dono a Giove Feretrio.
Storia
Il tempio venne fondato, secondo la tradizione, da Romolo dopo aver sconfitto in battaglia il capo dei Ceninensi, un certo Acrone nel 752 a.C. - 751 a.C. come ricordano anche i Fasti triumphales.
« Romolo, figlio di Marte, re, trionfò sul popolo dei Ceninensi (Caeniensi), calende di marzo (1º marzo). »
(Fasti triumphales, 2 anni dalla fondazione di Roma.)
Fu il primo tempio costruito nella Roma antica, dove il signum di Giove Feretrio era una pietra dura custodita al suo interno, che Andrea Carandini identifica con il lapis silex, probabilmente un'ascia preistorica che rappresentava la materializzazione di un fulmine, e con la quale si effettuava il sacrificio di una scrofa al termine della ovatio (dopo aver percorso in processione la Via Sacra, dalla Velia fino al Campidoglio, al di fuori del pomerium).
Posizione
Il sito del tempio è attualmente dibattuto. Sappiamo, secondo quanto ci tramanda Tito Livio, che si trovava sul Campidoglio:
« Portando le spoglie del comandante nemico ucciso... Romolo salì sul Campidoglio. Lì, dopo averle poste sotto una quercia sacra ai pastori, insieme con un dono, tracciò i confini del tempio di Giove e aggiunse al dio un cognome: "Io Romolo, re vittorioso, offro a te, Giove Feretrio, queste armi regie, e dedico il tempio tra questi confini... in modo che sia dedicato alle spolie opime, che a coloro che verranno dopo di me porteranno qui dopo averle sottratte a re e comandanti uccisi in battaglia". Questa è l'origine del primo tempio consacrato a Roma. »
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 10.)
Secondo il Carandini si trattava di un tempio che in origine doveva essere una capanna, con di fronte un'ara. Intorno al tempio un recinto, al cui interno vi era una quercia sacra. Il possibile sito viene identificato, sempre dal Carandini, con la Promoteca capitolina dove sono stati rinvenuti reperti votivi databili alla metà del VIII secolo a.C.
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lunedì 18 settembre 2023

La grande sacralità del teatro greco




L'alta cultura di Atene era incentrata sul teatro, e in particolare sulla tragedia. Ma la tragedia era una drammatizzazione e un approfondimento dell'esperienza religiosa. Le tragedie erano feste religiose e in molte di esse vediamo messi in atto, in forma varia e angosciosa, il dramma del culto ..
In nessuna epoca genuinamente religiosa l'alta cultura è separata dalla rito religioso. Arte religiosa, musica religiosa e letteratura religiosa costituiscono il filone centrale dell'alta cultura in tutte le società in cui una comune cultura religiosa domina. Inoltre, quando l'arte e la religione iniziano a divergere ,come hanno fatto in Europa fin dal Rinascimento, è di solito perché la religione è in subbuglio o in declino. Quando l'arte e la religione sono sane, sono anche inseparabili.

— Roger Scruton, Cultura moderna 

Lettera di risposta di Osho a Madre Teresa di Calcutta

 Nel dicembre del 1980 Madre Teresa scrive a Osho in replica a un suo commento sul premio Nobel conferito. Ecco la risposta di Osho:




Proprio l'altro giorno ho ricevuto una lettera da Madre Teresa. Ciò che ha scritto nella lettera è sincero, ma è privo di senso. Madre Teresa non sa ciò che scrive, perché ragiona in modo meccanico, come un robot. Scrive: “Ho appena saputo del suo discorso. Mi dispiace molto per lei, per ciò che ha detto a proposito del premio Nobel che mi hanno dato e per gli aggettivi che ha usato sul mio conto. La perdono con grande amore”.
Ho apprezzato la lettera, ma lei non ha capito gli aggettivi che ho usato. Se li avesse capiti si sarebbe dispiaciuta per se stessa. Gli aggettivi che ho usato sono: “imbrogliona”, “ciarlatana” e “ipocrita”.
Il premio Nobel viene dato a chi funziona in questa società come un lubrificante, così che le ruote dello sfruttamento e dell’oppressione possano girare senza problemi.
La persona veramente spirituale è ribelle. La società la condanna, invece di premiarla. Gesù è stato condannato come un criminale e Madre Teresa è rispettata come una santa. I ciarlatani vengono sempre lodati dalla società perché sono utili a mantenere lo status quo.
Poco tempo fa c'è stato un disegno di legge al Parlamento indiano sulla libertà di religione. Questa legge avrebbe proibito la conversione a un'altra religione, nel caso non fosse frutto di una libera scelta. Madre Teresa è stata la prima ad opporsi. Ha scritto una lettera ai politici: “Il disegno di legge non deve passare perché va contro tutto il nostro lavoro. Siamo determinati a salvare la gente, e la gente può essere salvata solo se diventa cattolica”. La sua opposizione ha creato molto clamore in tutto il paese. Siccome i politici non volevano perdere i voti dei cristiani, il disegno di legge è stato abbandonato.
Personalmente, io non converto nessuno: sono le persone a venire da me. Io non impartisco catechismo o alcuna dottrina. Io aiuto gli altri a tacere. Il silenzio non è né cristiano né indù né musulmano. Il silenzio è silenzio. Io insegno ad amare, e l'amore non è né cristiano né indù né musulmano. Io insegno ad essere consapevoli, e la consapevolezza non appartiene a nessuno. Per me questa è la vera spiritualità.
Le persone come Madre Teresa sono ipocrite: dicono una cosa ma ne fanno un’altra. Per le cose che le ho detto lei “mi perdona con grande amore”. Per perdonare qualcuno prima devi essere arrabbiato. Si dice che il Buddha non perdonò mai nessuno per la semplice ragione che non si arrabbiò mai. Come si può perdonare senza rabbia? È impossibile. Per cui lei doveva essere arrabbiata. Questo è ciò che io chiamo incoscienza: lei non sa ciò che dice. Quale crimine avrei commesso per essere perdonato? Basta con questa idiozia che i cattolici continuano a perdonare. Non ho commesso alcun peccato, quindi perché mi perdoni? Ribadisco tutti gli aggettivi, e ne aggiungo un paio: è stolta e mediocre.
Se c’è qualcuno ha bisogno di essere perdonato è lei. Dice: io combatto il peccato dell’aborto. Se l'aborto è un peccato, i cattolici ne sono responsabili perché si oppongono ai metodi di controllo delle nascite. È questa la causa di tutti gli aborti, sono loro i responsabili. Per me sono dei grandi criminali. In questo mondo sovrappopolato, dove le persone sono affamate, opporsi ai contraccettivi è imperdonabile. I contraccettivi sono uno dei contributi più significativi della scienza moderna all'umanità, e potrebbero rendere questa terra un paradiso. I cattolici sono criminali, ma il loro crimine è tale che ci vuole grande intelligenza per capirlo.
Dice: “Possa la benedizione di Dio essere con lei e riempire il suo cuore con il suo amore.” Stupidaggini. Io non credo in nessun Dio come persona, quindi non c'è alcun Dio che mi può benedire. Dio è una realizzazione, non è qualcuno da incontrare. È la nostra coscienza purificata.
Lei scrive per mostrare quanto è religiosa, ma tutto ciò che vedo è una persona stolta e mediocre.

domenica 17 settembre 2023

Un vescovo neoplatonico più che cristiano

 Lettera aperta che il neoplatonico, Sinesio scrive nel 410 d.C. prima di assumere la dignità di vescovo:



"Non potrò mai convincermi che l'anima abbia più recente origine del corpo. Né ammetterò mai che il mondo e le parti che lo compongono debbano perire. Quanto alla resurrezione, come è concepita dalla comune credenza, è nient'altro per me che una sacra e misteriosa allegoria e sono ben lontano dal condividere le opinioni del volgo... Così come l'occhio può essere offeso da un eccesso di luce, come l'oscurità è di aiuto a coloro che hanno la vista inferma, così io credo che il falso possa essere benefico alla plebaglia e la verità nociva a chi non forte abbastanza da fissare fermamente la luce del vero essere. Se la regola del sacerdozio che vige fra noi mi consente di conservare tali opinioni, posso accettare il sacro ufficio; mi si consenta di filosofare in casa mia e di favoleggiare in pubblico.."
Testo tratto da A.Spina,L.Cavalleri, Sinesio da Cirene, Catarsi, Milano 1979.

giovedì 14 settembre 2023

Comunque ci fa pensare e questo è positivo


 


In "Orthelius Dévoilé", Offerus Crioforo, Compos Stellae: "...Sullo specchio e su Marte riportiamo le considerazioni di Eugène Canseliet a proposito del dipinto di Hans Baldung Grien, ‘Mercurio’: ‘Porta il casco di Marte - i cui paraorecchie sollevati formano due ali - e tiene nella mano sinistra un caduceo dal lungo manico. Per noi, l’interesse maggiore risiede nell’oggetto che stringe con la sua mano destra, in un modo per cui se ne vede l’orifizio appiattito, che identifichiamo con il piccolo vaso segreto della via secca. Nei pressi del figlio di Giove un leone, simbolizzante lo zolfo, contempla la sua immagine riflessa da una pozza d’acqua, che raffigura il mercurio o, se si preferisce, lo specchio dei saggi’ (Vide (Canseliet, 1995), Undicesima tavola, p. 114). Il felino che si specchia nella pozza d’acqua è in realtà una leonessa: difficilmente si può identificare come un leone, mancando la caratteristica criniera. Sullo sfondo, a destra, c’è una fontana che non trattiene l’acqua nel proprio catino, ma la disperde nel terreno tramite due bocce, anch’esse con sembianze leonine. Si intuisce che l’acqua della pozza proviene dalla stessa fontana".

Fontana dell'eterna giovinezza



Per millenni, il sogno di stregoni, maghi e alchimisti è stato quello di trovare l'elisir dell'eterna giovinezza. E le leggende dagli angoli della terra parlano di fiumi, fontane, alberi, frutti e pozioni con poteri per ringiovanire gli uomini....
A Babilonia l'acqua era già considerata un simbolo di vita, per il suo potere curativo e fertilizzante. Si diceva che la fonte e la sorgente di tutta l'acqua fosse nel Golfo Persico e nei tempi antichi era personificata come Ea "la casa dell'acqua", dio delle acque dolci, che forniva ruscelli, canali e fiumi. Nell'epilogo del Codice di Hammurabi, il dio Adad viene invocato per privare i nemici della pioggia del cielo e delle acque delle fontane. In India, oltre agli dei dell'acqua dei Veda, ci sono le Apsaras, ninfe che abitano le acque, le sorgenti, i laghi e i fiumi, in particolare il Gange. I greci, fin dagli albori della loro cultura, ritenevano che l'acqua che sgorgava dalle fontane, scorrendo e mormorando, possedesse uno spirito personale immanente, "daimon" o "numen", al quale davano una forma concreta definita, mettendola in relazione con divinità superiori come Hermes, Apollo, Artemide e Dioniso. Nel Tempio di Apollo, a Delfi, dalla roccia Nimpea, scorreva la Fontana di Castalia, fino ad oggi ricordata dalla letteratura.Tra i romani, "Fons" (Fontus o Fontanus) era una personificazione della divinità delle fontane e delle sorgenti. Fino ad oggi, Roma è conosciuta come la città delle fontane. Anticamente esisteva già la Fontana Lupercale sul Palatino. Ai piedi dell'Aventino si trovava la Fontana di Picus. Un altra ai piedi del Monte Celio. Nel centro della città, le fontane "Lautolae", la fontana di Mercurio e la fontana di Catus . Al crepuscolo dell'Impero Romano, il cristianesimo arriva con il battesimo di Cristo da parte di San Giovanni con l'acqua del fiume e con le "fonti battesimali" per i suoi seguaci..
Così, dalla mitologia greca che raccontava che gli dei bevevano un elisir per essere immortali, che il mago Medea attraverso incantesimi ringiovaniva Esone, padre di Giasone, il capo degli Argonauti, attraverso il mito di Peter Pan al "Ritratto di Dorian Grey" e film di fantascienza con extraterrestri che conoscono il dono del ringiovanimento, L'umanità conosce queste leggende....

mercoledì 13 settembre 2023

La tomba di Gaio Cestio, Roma



Era il desiderio di Caio Cestio, membro del collegio sacerdotale degli epuloni: una tomba in perfetto stile egizio. Inoltre dispose nel testamento che la costruzione del proprio sepolcro, in forma di piramide, avvenisse in 330 giorni. La Piramide Cestia fu innalzata lungo la Via Ostiense, nel periodo tra il 18 e il 12 a.C. In quel periodo venne promulgata la legge contro l’ostentazione del lusso. Questa impedì di porre all’interno della cella alcuni pregiati arazzi, e quello della morte di Agrippa, genero di Augusto, menzionato tra i beneficiari del testamento. La piramide fu successivamente inglobata nella cinta muraria costruita tra il 272 e il 279 su iniziativa dell’imperatore Aureliano.

San Simeone lo stilita si scaglia contro le divinità venerate nel tempio di Baalbek

 Quinto secolo dell'Era Cristiana. A Simeone Stilita, primo e più famoso tra gli anacoreti siriaci, giungono strane voci di un culto demoniaco rinato nel tempio di Baalbek. Il tempio sorge a poca distanza dalla colonna su cui Simeone ha giurato di passare la propria vita. Pregato dai contadini i cui figli vengono rapiti dai monaci incappucciati del tempio, l'anacoreta invia una proiezione astrale a indagare. È convinto che così sarà intoccabile. Invece, all'interno del tempio viene assalito dalle forze del male e solo a fatica riesce a tornare in sé.



Mentre era nel tempio è riuscito a spiare una cerimonia, e ha scoperto che i bambini vengono sacrificati all'oscenità che vive nei sotterranei di Baalbek. Le autorità dell'Impero d'Oriente, pigre e corrotte, non possono o non vogliono agire abbastanza in fretta.
A questo punto, due opzioni di trama.
1) Simeone, nottetempo, scende dalla colonna, afferra un'ascia e una spada lasciati lì da qualcuno (un angelo? un ex mercenario che, dopo l'incontro col Santo, ha deciso di cambiar vita?) e va a fare strage di accoliti come un novello Conan. Poi torna alla sua colonna e risale senza che nessuno lo veda.
Variazione: e se un buon cristiano lo scoprisse? Cosa dovrebbe fare Simeone per proteggere la sua fama di anacoreta?
2) Simeone ha fatto voto di non scendere mai dalla colonna. Raduna quindi un gruppo di avventurieri cristiani e li manda a mettere fine ai sacrifici di Baalbek. Alcuni muoiono, altri sopravvivono. Tutti saranno assunti nel Regno dei Cieli.
Variazione: e se l'omicidio fosse sempre peccato? Se alcuni di loro, ammazzando gli accoliti, si fossero dannati? E se Simeone lo avesse sempre saputo? Quali riflessioni potremmo trarne, personaggi e lettori?

Un santo feroce e sanguinario verso i gentili: Giovanni Crisostomo

 Il 13 settembre la chiesa festeggia come santo e dottore della chiesa Giovanni Crisostomo.



Rinomato oratore (tanto che Libanio disse sarebbe stato il suo migliore allirvo se la chiesa non l'avesse arretito) fu un feroce predicatore anti-gentile e antisemita.
Col solito bispensiero hyksos attaccava i fratellini maggiori incitando a distruggere le loro sinagoghe.
Dal 392 in seguito ai decreti teodosiani si mise a disposizione come braccio armato teocratico, organizzando spedizioni per demolire i templi e fece uccidere i pagani, definiti idolatri macchiandosi di crimini orrendi tra i quali numerosi omicidi.
Fece destituire molti presbiteri indegni: sotto queste misure cadde anche il vescovo di Efeso. Fece rientrare nei monasteri i monaci che erravano vagabondi. Era pare molto puritano.
Combatté con rigore le eresie. In una delle omelie dette delle statue (pronunciate ad Antiochia nel 387) così si esprimeva: "i giudei e i pagani devono comprendere che i cristiani sono i salvatori, i protettori, i capi e i maestri della città" (I, 12)
Vescovo di Efeso, nel 401 radunò monaci fanatici e distrusse il meraviglioso Tempio di Artemide Efesina.
Ma per Fato gli si opponeva un altro dei più feroci integralisti cristiani dell'epoca, il patriarca Teofilo d'Alessandria.
I cristiani infatti in una smania di potere non facevano che sbranarsi a vicenda per ottenerne sempre più dopo l'insediamento di Graziano e Teodosio sul soglio imperiale.
Teofilo ottenne che Crisostomo fosse esiliato e casualmente pare in quel momento l'imperatrice abortì, presagendo fosse pessimo presagio richiamò Crisostomo. Che però ormai caduto in disgrazia presso gli imperiali subì numerosi trasferimenti di sede, proprio in uno di essi morì nel 407.

lunedì 11 settembre 2023

Pulcheria

 Il 10 settembre le chiese cattolica e ortodossa festeggiano come santa Pulcheria.



Figlia dell'imperatore Arcadio, nipote di Teodosio e sorella di Teodosio II.
Alla morte di Arcadio, uno dei due imperatori inetti (insieme al fratello Onorio d'Occidente) nel 408 per la giovane età di Teodosio II governò fino al 416.
Fervente cristiana era strettamente amica del patriarca di Alessandria Cirillo, infatti fu proprio durante la reggenza di Pulcheria che Cirillo, forte dell'appoggio imperiale fece assassinare Ipazia.
La sua profonda amicizia con Pulcheria fece si che si risolse il tutto in una bolla di sapone.
Sostanzialmente fu responsabile di gran parte della politica estera e religiosa di Teodosio II anche dopo il 416. Ad esempio Teodosio II nel 421 dichiarò guerra alla Persia con la motivazione che Pulcheria aveva suggerito: la persecuzione da parte dei Persiani nei confronti dei cristiani.
Trovò al fratello una moglie Atenaide che da pagana di rango senatorio greco fece cambiare nome in Aelia Eudocia per poi scatenarsi verso di lei non appena scoprì la sua influenza nei confronti del fratello Teodosio II. Infatti Atenaide essendo imperatrice riusciva a influenzare alcune scelte e mitigare le reazioni antipagane dei teodosiani.
Nel 451 Pulcheria contribuì ad organizzare il concilio di Calcedonia per condannare il nestorianesimo, una dottrina che si opponeva a quella di Cirillo che vedeva Maria come madre divina e non madre del solo Gesù.
Teodosio che prima sosteneva Nestorio per mollezza nei confronti della sorella condannò Nestorio ed esaltò Cirillo.
Infatti: "Teodosio II inizialmente sostenne il patriarca di Costantinopoli Nestorio, ma Pulcheria, con l'aiuto del patriarca di Alessandria Cirillo, lo convinse a rimuoverlo dall'incarico; Nestorio fu esiliato nel 435. Pulcheria inoltre convinse suo fratello a cacciare gli Ebrei da Costantinopoli ed a distruggere le sinagoghe ivi edificate."
Morì dopo il fratello regnando brevemente ancora da sola nel 453, non lasciò figli in quanto fece voto di castità per non dover essere costretta a sposarsi e per questo è venerata come santa.

giovedì 7 settembre 2023

Certo che fa pensare, questo è il pensiero di un Dottore della Chiesa

L'assioma 'scientifico' di san TOMMASO D'AQUINO? "Rispetto alla natura particolare la femmina è un essere difettoso e manchevole. Infatti la virtù attiva racchiusa nel seme del maschio tende a produrre un essere perfetto simile a sé, di sesso maschile, e il fatto che ne derivi una femmina può dipendere dalla debolezza della virtù attiva, o da una indisposizione della materia, o da una trasmutazione causata dal di fuori, p. es. dai venti australi, che sono umidi, come dice il Filosofo." De Veritate




martedì 5 settembre 2023

Sembra tratto da Plotino


Martin Buber


 Nell’esperienza estatica non c’è assolutamente nulla che rimandi all’interno o all’esterno. Colui che vive l’unità di io e mondo, nulla sa dell’io e del mondo […]. L’uomo, che vive faticosamente giorno dopo giorno in funzione della propria corporeità e mancanza di libertà, riceve nell’estasi la rivelazione della propria libertà […]. Su di lui, che sempre percepisce e conosce di se stesso soltanto elementi singoli, limitati, condizionati, si abbatte una bufera di tale violenza e infinitezza da fargli perdere perfino la sua sicurezza originaria, ossia il confine tra sé e l’altro […]. La lingua non penetrerà mai nel regno dell’estasi, che è il regno dell’unità. Lingua è conoscenza […]. Ma l’esperienza vivente dell’estasi non è conoscenza […]. L’estasi si situa al di là dell’esperienza comune. Essa è unità, solitudine, unicità, è ciò che non può essere tradotto. È l’abisso, che nessun filo a piombo può misurare: è l’indicibile (Martin Buber; Confessioni estatiche, pp. 26-30).

Il potere del colore

Wassily Kandinsky - Intersecting Lines 1923 - (MeisterDrucke-557692)

 “Il colore è un potere che influenza direttamente l'anima. Il colore è la tastiera, gli occhi sono i martelli, l'anima è il pianoforte con molte corde. L'artista è la mano che gioca, toccando un tasto o l'altro, a provocare vibrazioni nell'anima.

L'opera d'arte nasce dall'artista in modo misterioso e segreto. Da lui acquista vita ed essere. Né la sua esistenza è casuale e irrilevante, ma ha una forza definita e propositiva, sia nella sua vita materiale che spirituale. Esiste e ha il potere di creare un'atmosfera spirituale; E da questo punto di vista interiore si giudica se è una buona opera d'arte o una cattiva opera. Se la sua "forma" è cattiva significa che la forma è troppo debole nel significato per suscitare vibrazioni corrispondenti dell'anima. L'artista non solo è giustificato nell'usare, ma è suo dovere usare solo quelle forme che soddisfano il suo bisogno. Tale libertà spirituale è necessaria nell'arte come lo è nella vita.”
Wassily Kandinsky (1866-1944), A proposito dello spirituale neltl'arte

Angoli di Poesia




 Di Curzio Vivarelli

Preferisco percorrere le vie e le stradine in lungo e in largo tanto per farmi un'idea il più possibile completa e riassuntiva di un luogo. Leggevo in una prosa del solito scanzonato Giorgio Albertazzi che lui, già studente di liceo classico e laureato in architettura, detesta il cimelio e io mi trovavo d'accordo con lui già prima di leggerlo perché a mia volta detesto l'aria greve dei musei. Non entro nemmeno nei caffè o nei bar e più che altro giro e rigiro per le strade alla ricerca di quelli che io nomino, senza pretese letterarie certo, gli "angoli di poesia", quei posti spesso di pochi metri quadrati dai quali girando il capo sui vari punti cardinali vedi uno spettacolo completo, muto e di sola visione poetica.
Nella via assolata di Camaiore, che è poi la circonvallazione meridionale alla quale pervenivo dopo aver traversato le scarne vie del piccolo centro trovai il mio "angolo di poesia": alzai gli occhi e vidi sopra la fila delle modestissime casette sbrecciate colle grondaie storte, i battenti delle finestre sverniciati e fuori squadra, vedevo dunque le colline carducciane, il palazzo patrizio e, dietro di esso, la cattedrale, o meglio il campanile di essa con la copertura a scodella rovesciata che io chiamo, nella mia imperizia di girovago senza precise cognizioni d'arte "copertura alla livornese", perché lo ho vista sempre nei campanili della costa livornese, oltre che immortalata nel trittico di Gerardo Dottori.
Bella visione! E io, il "veditore" volli poi andar a scoprire cosa c'era in questa cattedrale romanica di cittadina modesta.
Vidi ben poco di speciale. Già mi impressiono poco di mio nei musei o nelle cattedrali veronesi che pure ammiro. Ma il poco che qui c'era mi colpì per la sua semplice bellezza.
La vasca per l'immersione rituale degli infanti, vigilata da un crocifisso in ottone e con ad un dipresso un bel marmo bianco istoriato che forse faceva da altare. E poi vidi e fotografai poco lontano dalla vaschetta, fatta pel primo nuoto mistico dei neonati, un "bamboccio", ovvero la statuetta d'un santo con il bastone pastorale. La fattura mi parve di medioevo e per questo lo chiamo "bamboccio": non era ancora iniziata a Firenze la Rinascita con l'imitazione dei modelli greci, e gli scultori paesani di statue dovevano arrangiare delle immagini che riuscissero in un qualche modo a colpire l'immaginazione. Di qui il fatto che questi "bambocci" abbiano nella loro scarna fattura la loro espressività ed una bellezza timida che li rende ancora più vicini al cuore.
Uscii dalla cattedrale, non lessi nemmeno le targhette o i foglietti volanti per non alterare le mie impressioni immediate. L'erudizione è necessaria, qualche volta però è perniciosa e qui nel mio caso lo era. Tornai per le vie strette e in ombra verso la circonvallazione meridionale.