Cinquemila anni fa, i Sumeri chiamavano la notte ngi, le stelle mul e la luna Nanna.
Quattromila anni fa, gli Accadi chiamavano la notte mūšu, le stelle kakkabū e la luna Sîn.
Tremila anni fa, gli Ittiti chiamavano la notte išpanza, le stelle haštereš e la luna Arma.
Duemilacinquecento anni fa, i greci chiamavano la notte nux, le stelle astra e la luna Selênê.
Duemila anni fa, i Romani chiamavano la notte nox, le stelle stellae e la luna Luna.
Re, regine ed eroi li guardavano. Così hanno fatto i viaggiatori che tornavano a casa e i bambini piccoli che sgattaiolavano giù dal letto. Così fecero gli schiavi, e le madri e i soldati e i vecchi pastori, e Saffo e Muršili e Enheduanna e Socrate e Hatshepsut e Ciro e Cicerone. In questa oscurità non importava chi fossero, o dove si trovassero. Solo che erano umani.
Pensateci stasera, quando chiudete la finestra. Non sei solo. Condividi questo cielo notturno con secoli di sognatori e osservatori delle stelle e persone che desideravano la quiete. Sei ansioso? Anche gli Ittiti lo erano: lo chiamavano pittuliyaš. Ti fa male il cuore? Anche i greci lo sentivano: lo chiamavano akhos. Coloro che guardano alle stelle per trovare conforto sono una famiglia, e tu appartieni a loro. I vostri antenati sono stati sotto Nanna, Sîn, Arma, Selênê e Luna per cinquemila anni. Ora la sua luce è vostra.....
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