lunedì 31 ottobre 2022

L'ipogeo al margine del bosco

Manziana,Ipogeo di Santa Pupa
Ipogeo di Santa Pupa o dell'Occhialone
È verosimile che Pupa sia la cristianizzazione di una qualche divinità pagana che aveva il compito di proteggere i bambini ..Ai margini del bosco di Macchia Grande a Manziana è possibile osservare una galleria lunga 130 metri. All'interno su entrambi le pareti laterali sono scavati una serie di 84 cubicoli regolari..
Il nome di Santa Pupa nel territorio di Manziana indica un antico borgo medievale fortificato, acquisito insieme al bosco nel 1290 dall'Ordine religioso Ospedaliero del Santo Spirito. L'utilizzo e la datazione di questo particolare ipogeo è ancora sconosciuto. Rara testimonianza storica documentata fotograficamente all'interno dell'ipogeo è la doppia croce patriarcale scolpita sopra una delle 84 nicchie, simboleggiante l'Ordine religioso ospedaliero del Santo Spirito.
L'ipogeo risulta censito nel catasto Nazionale delle Cavità artificiali ed è visitabile, anche se con qualche difficoltà.



domenica 30 ottobre 2022

Apoteosi di Antinoo


Antinoo era un giovane di buona famiglia, nato in Asia Minore nel 110 d.C. e introdotto alla corte di Adriano quando aveva appena 13 anni. Era stato portato in Italia per terminare gli studi superiori e a 18 anni divenne il favorito e l'amante dell'Imperatore.
Diventò membro del seguito di Adriano e per questo motivo lo seguiva in tutte le spedizioni e le visite ufficiali. Il 30 ottobre del 130 si trovava su un'imbarcazione che percorreva il Nilo e, in circostanze non chiare, cadde in acqua, annegando.
Gli studiosi hanno avanzato diverse ipotesi: annegamento accidentale, suicidio, assassinio passionale... o intenzionale sacrificio umano.
Erano infatti i giorni in cui si celebrava la morte di Osiride e qualcuno sostiene che quella di Antinoo sia una "morte vicaria", forse per salvare la vita dell'Imperatore Adriano, il quale aveva ricevuto un oracolo di morte entro l'anno.
Quale che sia la verità, Adriano divinizzò Antinoo e fondò un culto organizzato che si diffuse in tutto l'Impero; fondò la città di Antinopoli sulle sponde del Nilo, nei pressi del luogo in cui era morto e ne fece un centro di culto per l'adorazione del dio "Antinoo Osiride".
Infine istituì anche dei giochi commemorativi, che si tenevano in questo giorno, in contemporanea ad Antinopoli e ad Atene.
Illustrazione: autore sconosciuto, crediti su segnalazione.



Le porte degli inferi, le porte di Samhain


I simboli zodiacali attribuiti alle costellazioni, ancora oggi in uso, sono di origine celto-sumerica.
I segni più antichi come Toro, Scorpione, Leone e Acquario indicavano i quadranti del cielo corrispondenti agli equinozi e ai solstizi.
L'astrologia primitiva è da sempre associata a forme magico-divinatorie, espressioni della volta celeste e delle costellazioni della fascia zodiacale.
Nella dottrina astrale giocava un ruolo molto importante la teoria delle anime destinate alle reincarnazioni; le costellazioni e gli astri erano predisposti alla purificazione dell'anima prima della reincarnazione.
Gli Umru, antico popolo umbro, credevano nella reincarnazione e non nella risurrezione: erano animisti-panteisti. La spirale, simbolo sacro che si ritrova in tutte le fibule dei corredi funebri delle necropoli delle Acciaierie di Pentima e di San Pietro in Campo, rappresenta l'ascesa del defunto in cielo, per questo motivo il 24 giugno, solstizio d'estate, gli Umru mangiavano lumache (tradizione tuttora presente) in quanto nella lumaca è rappresentata la spirale: era beneaugurante.
La costellazione dell'Orsa maggiore, con il suo movimento annuale, disegna la svastica che rappresenta la discesa dal cielo in terra del defunto purificato dall'energia degli astri. La reincarnazione avveniva il primo di Novembre, era la festa di Samhain, quando la costellazione del grande carro rasenta ormai l'orizzonte e i defunti si potevano così ricongiungere fisicamente con i vivi, reincarnandosi.
Secondo un'antica credenza popolare la porta dell'Ade, nel giorno dei morti, poteva essere attraversata dai defunti che potevano così ricongiungersi con i vivi ed esprimere il potere germinativo necessario per la reincarnazione: queste porte erano fisicamente rappresentate nelle città sante cioè centri cerimoniali costruiti per onorare Dei e defunti.
Le porte dell'Ade nelle aree sacre, dove morti e vivi si ricongiungono la notte del primo novembre, sono ancora visibili.
Umru!

sabato 29 ottobre 2022

Il disastro inizio con la perdita del Sacro

E venne il tempo dell'Età oscura
in cui il Sacro si retrasse dal mondo
gli uomini dimenticarono gli dèi
l'Arco Bifröst si spezzò
e Śambhala si celò nel grembo della Terra
attendendo Kalki, il Mahdi e la Parusia
attendendo i portatori della Fiaccola
i Signori della Coppa e della Lancia
attendendo l'Era di Baldr-Krist.







L'ecomostro, cattivi esempi di architettura moderna

QUESTO CHE VEDETE IN FOTO è il Burj Khalifa, cioè la Torre del Califfo ed è la costruzione più alta di Dubai e del mondo. Non lasciatevi impressionare da un tale primato, perchè si tratta solo di apparenza: infatti questo posto, in mezzo al deserto, non è collegarto a nessun collettore fognario e ogni giorno riceve la visita di decine di autobotti che sono preposte ad allontanare da qui tonnellate di feci e liquami. In più, questa specie di ecomostro, è stato costruito col sudore di centinaia di Indiani, Pakistani e Africani che hanno lavorato su turni di 12 ore giornaliere per 7 giorni la settimana alla paga di meno di 200 dollari procapite. Alcuni sono morti in incidenti sul lavoro ma altri, vittime di una vita alienante, si sono suicidati lanciandosi dalle finestre o dai piani in costruzione.







venerdì 28 ottobre 2022

L'evoluzione del Tirso dionisiaco: la ferula


La ferula, attributo di Dioniso e simbolo sacro di due religioni
Siamo qui di fronte al degno passaggio di uno strumento simbolico da una religione all'altra.
Gli dèi, come ci ha spiegato Jung, sono figure archetipali facenti parte di un inconscio collettivo e le loro manifestazioni (e funzioni) rimangono immutate nel tempo, limitandosi a cambiare nome.
Dunque chi sostiene che il Cristianesimo abbia "rubato" qualcosa alla Classicità pagana o che la Classicità pagana abbia "rubato" qualcosa a qualcun'altro è completamente fuori strada.
Per questo non abbiamo bisogno dei "partigiani" di Cristo o di Bacco ma di studiare, e di comprendere, i simboli, autentico linguaggio dello Spirito.

Iside Sirena

Bellissima Iside Hermutis (da non confondere con Iside Thermutis che ha una coda da serpente), ovvero potremo chiamarla impropriamente Iside sirena (bicaudata),  fotografata nel tempio Medinet Madi nell'oasi di Fayoum in Egitto




giovedì 27 ottobre 2022

Un passato tutt'altro che svelato


Le incisioni in pietra sulle pareti del tempio di Varamurthyeswarar, nel Tamil Nadu (India), raffigurano il processo di concepimento e nascita dell'uomo. Mentre le varie fasi della gravidanza non sorprendono nessuno, la rappresentazione della fecondazione è inimmaginabile. Migliaia di anni prima della scoperta di queste cellule, prima dell'ecografia e dei microscopi, un tempio di 6000 anni fa descriveva come le cellule si incontrano, si fondono e crescono nell'utero di una donna.
La scienza ufficiale non ha una spiegazione.




Forse un Elohim?

Humans appear to be flying or levitating in some of the ancient cave art of Tassili N'Ajjer, Algeria; dated to approximately 9500 BC.
Credit: @archeohistories




Durante l'edificazione del Goetheanum

Nel 1922 le centinaia di lavoratori di 17 nazioni impegnati nella costruzione del primo edificio del Goetheanum di Rudolf Steiner fecero in modo che Steiner tenesse loro una conferenza quotidiana dopo la pausa caffè mattutina. Rudolf Steiner non solo ha chiesto ai lavoratori di impostare i temi della lezione, ma ha anche accolto con favore le loro domande e commenti. Questo secondo volume di nove di questi discorsi conserva le qualità vitali, colloquiali e spontanee del primo volume. I lavoratori continuarono a mostrare un interesse speciale per la terapia e la salute, ma furono toccati anche fenomeni provenienti da tutti i regni della natura e dalle loro origini cosmiche. Così, Steiner è stato in grado di gettare nuova luce su un'ampia gamma di argomenti, inclusi gli effetti dei metalli e delle sostanze curative sul corpo umano, la gravidanza, le logge dei castori e i nidi di vespe, gli occhi incrociati, le diete vegetariane e a base di carne, e varie malattie specifiche come ittero, rabbia, emofilia e influenza.
Paolo Bonetti





Scienza e cattedrali

La scienza non a caso riprende l'architettura delle cattedrali, ripropone i simboli e li utilizza per impieghi presenti inimmaginabili, in fondo la magia è tecnologia non ancora compresa e in seguito convalidata dalla scienza ufficiale




mercoledì 26 ottobre 2022

Sarcofago della tomba di Cecilia Metella - Palazzo Farnese Moscioni


 

Roma, un multicolore laboratorio religioso


L’altare nell’immagine testimonia la versatilità del pensiero religioso Romano, dove i fedeli emigrati da Palmira trovano spazio a sufficienza per cultuare le loro divinità. Sappiamo che Roma è sempre rimasta fedele ai propri Dèi, difatti molte divinità orientali trapiantate nella città furono spesso identificate con Iuppiter Optime Maximus.
Malakabêl, dio proveniente dalla Siria, nume tutelare della città di Palmira fu accolto calorosamente a Roma, come testimonia il ritrovamento nel XV secolo d.C. presso gli Orti Mattei, in pieno centro dell’attuale Trastevere, di un altare dedicato a Malakabêl e agli Dèi di Palmira. Sintomo questo, del fatto che chiunque venisse da fuori l’Urbs, poteva tranquillamente onorare le proprie radici religiose, affiancandole all’imprescindibile Mos Maiorum di Roma. Malakabêl è un dio solare, spesso affiancato al Sol Santctissimus. L’etimologia del nome del dio lo riconduce a Bêl, dio supremo e tutelare della città di Palmira “Malakabêl, messaggero di Bêl”. Il culto potrebbe aver “ispirato”, o almeno potrebbe aver echi del futuro culto del dio Sol istituito dagli imperatori Nerone, Elagabalo e Aureliano.
L’immagine dell’altare che vedete è la testimonianza della pacifica tolleranza religiosa dei Romani: si tratta di un’edicola dedicatoria, anch’essa proveniente dagli Orti Mattei, datata 236 d.C., dove a destra vediamo il dio Aglibôl rappresentato in abbigliamento militare, con corazza clamide e lancia sulla spalla, a sinistra Malakabêl che indossa un costume civile formato da pantaloni, tunica e sopravveste, in tipico stile Palmireniano. A simboleggiare la pacifica coesistenza religiosa tra Romani e Palmireni, le due divinità si stringono reciprocamente la mano destra in segno di alleanza, come se i fedeli di Palmira vedessero nel dio Aglibôl l’accogliente soldato romano e loro stessi nel rispettato e accettato Malakabêl.
Alcune parti del testo sono tratte da “Roma, la città degli Dèi”, Carocci editore - Aulamagna.
Libro che consiglio vivamente di leggere!



lunedì 24 ottobre 2022

Asclepio ei suoi figli


Salus era la figlia di Asclepio, il dio della guarigione e della medicina; il suo nome sia in greco che in latino si traduce come salute. Qui, tiene uno dei serpenti guaritori di suo padre arrotolato intorno al suo braccio e indossa molti strati di indumenti. Sopra un chitone sottile con maniche a bottone c'è un peplo, e sopra, un himation. I capelli della dea sono pettinati indietro dal suo viso e la sezione superiore è legata in un nodo sulla fronte. Il resto è tirato liberamente indietro e poi fermato da una fascia larga. Emerge in una coda di cavallo di riccioli alti sulla parte posteriore della testa. Altre ciocche sfuggono in disordine studiato al collo. La statuetta è probabilmente una versione in scala ridotta di una statua ellenistica, le cui repliche sono conosciute in varie scale . La figura è stata probabilmente realizzata in coppia con suo padre . Entrambi sarebbero serviti come offerte votive o oggetti di devozione in un santuario domestico....



domenica 23 ottobre 2022

L'Heidegger della Val Trompia

“Si incomincia a prestare attenzione all'abissale impotenza della civiltà della potenza. Si incomincia a scoprire la malattia mortale. Ma chi se ne preoccupa? L'Occidente è una nave che affonda, dove tutti ignorano la falla e lavorano assiduamente per rendere sempre più comoda la navigazione, e dove, quindi, non si vuol discutere che di problemi immediati, e si riconosce un senso ai problemi solo se già si intravvedono le specifiche tecniche risolutorie. Ma la vera salute non sopraggiunge forse perché si è capaci di scoprire la vera malattia?”
Emanuele Severino (1929-2020), Essenza del nichilismo





sabato 22 ottobre 2022

Gli Arumeni


gli Arumeni, da non confondere con gli Armeni, una popolazione balcanica, una delle tante minoranze sconosciute ai più, composta da pastori che si erano rifugiati sui monti per sfuggire alle invasioni del III secolo d.C.. Quando, infatti, i romani abbandonarono la Dacia, l’attuale zona della Romania, questa divenne terra di conquista di popolazioni germaniche, slavi e, più avanti, magiari. I popoli natii, per mantenere la loro “romanità”, si trasferirono all’interno, sui monti, emigrando successivamente verso l’attuale Macedonia, la Grecia e l’Albania.Si sono nascosti sulle montagne per sfuggire alle invasioni, hanno sviluppato piccole comunità dedite alla pastorizia continuando a usare la loro lingua che conta, oggi, circa 300mila parlanti. Sono gli arumeni, una delle tante minoranze dimenticate dei Balcani. La loro origine è oscura, ma non troppo, il loro stesso nome ne tradisce la provenienza. Valdarso, che presto raggiunse i tremila abitanti, fu la “capitale” degli arumeni d’Istria, qui si aprirono scuole in istoromeno. Poi, con la conquista di Tito, la comunità si disperse seguendo le sorti degli esuli dalmato-istriani. Oggi Valdarso conta appena 300 abitanti mentre un censimento del 1991 conta appena 811 parlanti istoromeni in Istria.
Oggi la lingua arumena è riconosciuta ufficialmente solo in Macedonia, l’alfabeto è latino....



Il ponte sciamannino verso gli altri mondi

Lo sciamano usava l'arcobaleno come un ponte verso gli altri mondi, sia per l'andata che per il ritorno anche se il passare attraverso esso era molto ostico e pericoloso........




L'ignoranza diffusa della cultura ufficiale

Nel museo del Duomo di Monza ho visto questa stranissima figura, che la solita didascalia scolastica da quattro soldi definiva “fauno combattente”. Avrebbero fatto prima a scrivere “non abbiamo la più pallida idea di cosa sia”. Secondo me invece trattasi di un Coribante (la cui iconografia, peraltro, ritorna nell’Abraxas gnostico), ossia una figura del seguito della Magna Mater Deorum, alla quale erano devoti i Costruttori delle Cattedrali.




giovedì 20 ottobre 2022

Viaggiare nei mondi

Il mistico è sempre in bilico fra il mondo dei vivi e quello dei morti e non solo




mercoledì 19 ottobre 2022

Miti inalienabili

Le nuove religioni hanno le radici sugli antichi miti, come a mantenere una certa continuare il Sacro


lunedì 17 ottobre 2022

Beata Osanna Andreasi, pitonessa alla corte dei Gonzaga

Fondamentale nota da aggiungere è che i Gonzaga erano relativi di San luigi e quindi dei fondatori dei Gesuiti, i quali sono stati fondati da S Ignazio di Loyola, francesco Saverio lo stesso San luigi Etc tutti ebrei Marranos-conversos. Il fine era ed e di creare L infiltrazione all interno del impero romano, ovvero Santa romane chiesa, attraverso il primo e più potente servizio d intelligence della storia dell umanità: la società di Gesù. Fonte: da Il Codice Dei Codici, archivio ventennale creato sin dal 2001 dal sottoscritto e dalla comunità di ricerca internazionale.





Tesori d'arte quasi sconosciuti


Saliceto, Chiesa di S. Agostino (1455 ca.)
Lungo le vie del sale fra Liguria e Piemonte a dorso di mulo...
Sant'Agostino di Saliceto, un tesoro d'arte quasi sconosciuto.

sabato 15 ottobre 2022

Bandiere dei pirati

Cavalieri Templari e origine del nome Jolly Roger
Il famigerato vessillo dei pirati con teschio e tibie incrociate, chiamato nella letteratura inglese Jolly Roger, risalirebbe, secondo molti studiosi, nientemeno che ai Cavalieri Templari, che nel XIII secolo erano padroni della flotta navale più grande d’Europa e che pare fossero noti anche per atti pirateschi in mare.
Secondo la leggenda, il simbolo raffigurerebbe le ossa di Jacques de Molay, l'ultimo Gran Maestro dei Cavalieri Templari, bruciato vivo nel 1314. La storia racconta che quando i suoi confratelli cercarono i suoi resti, dopo il rogo, tutto quello che riuscirono a trovare furono il suo cranio e i suoi femori. I Cavalieri Templari, quindi, in memoria di Jacques de Molay, usarono questo simbolo sulle bandiere delle loro navi.
Un'altra leggenda, legata all'origine della bandiera con teschio e tibie incrociate, é un macabro e fantasioso racconto templare:
“Una gran dama di Maraclea (castello crociato sulla costa dell’attuale Siria) era amato da un Templare, signore di Sidone; ma ella morì giovane. Nella notte della sua sepoltura, il suo malvagio amante, accecato dalla libidine, aprì la sua tomba, ne estrasse il cadavere della fanciulla e la violentò. All’improvviso una voce dall’oltretomba gli ordinò di tornare nove mesi dopo, ché avrebbe trovato suo figlio! Il Templare obbedì e, nove mesi dopo, riaprì la tomba e trovò un teschio posato sulle due ossa incrociate. La stessa voce stentorea gli ordinò di proteggerlo, perché sarebbe il latore di ogni bene, e così il Templare lo portò via con sé. Il teschio divenne così il suo genio protettore, e il Templare fu in grado di sconfiggere i suoi nemici semplicemente mostrando loro la magica testa. A tempo debito, cedette il teschio e ossa incrociate all’Ordine Templare”.
Tuttavia alcuni studiosi affermano che questa seconda leggenda va decriptata in chiave alchemica, e che ha poco, o niente, a che fare con i Templari.
Comunque, al di là delle leggende templari, il teschio e le ossa incrociate non sono stati l'unica bandiera ad essere conosciuto come il “Jolly Roger”. Solitamente, una nave che issava qualsiasi bandiera nera, anche senza disegni, era una nave pirata e offriva di risparmiare l’equipaggio e i passeggeri della nave attaccata, solo se si fossero arresi immediatamente. Ma, se questi opponevano resistenza, veniva issata la bandiera rossa, che significava che la nave dei pirati avrebbero attaccato e massacrato tutti senza . pietà.
I primi riferimenti al nome “Jolly Roger” risalgono all’inizio del ‘700, e benché le bandiere fossero molto diverse tra loro (come si vede dall’immagine), si pensa che l’usanza di chiamare così tutte le bandiere dei pirati fosse, al quel momento, già ben consolidata.
Sull’origine del nome “Jolly Roger” vi sono molte ipotesi:
A) (La meno credibile) Deriva dalla corruzione del verbo Inglese “rover”, che significa semplicemente vagabondare.
B (Un falso storico) Il nome deriva dal Francese settecentesco “rouge jolie”, che significava “bello rosso”, ma ciò si limiterebbe solo alle bandiere rosse.
C) (Un’alternativa poco credibile) Deriva dall’espressione Inglese popolare Jolly Roger, utilizzata per descrivere un uomo gioviale e spensierato, termine utilizzato anche per il teschio sulle bandiere.
D) (Forse la migliore) Nell’Inglese del ‘700 “Old Roger” era un altro nome per il Diavolo, oppure per la Morte, e quindi mettere una rappresentazione del Diavolo, o della Morte, su queste bandiere era abbastanza comune, indipendentemente dal colore della bandiera, per coloro che giuravano “che avrebbero vissuto e sarebbero morti sotto di essa” (da un giornale inglese del 1723)



Corsie Sistine (Roma)


Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia Roma ..
Le Corsie Sistine nascono nel 1475 su volontà di Papa Sisto IV come ampliamento dell’antico Arcispedale realizzato nel 1100 nel luogo ove sorgeva la Schola Saxorum, voluta nel 727 dal Re del Wessex Ina per accogliere e curare i pellegrini in visita ai luoghi santi di Roma e da cui è derivato, nei secoli successivi, il termine “Sassia”.
Le Corsie Sistine, che fino agli anni ’80 del secolo scorso venivano utilizzate per l’attività di ricovero, si presentano come due lunghe gallerie simmetriche con al centro il tiburio, sotto al quale si trova un ciborio. Furono realizzate da Papa Sisto IV che curò la ristrutturazione dell’Ospedale dopo che incendi e saccheggi ne avevano causato la rovina e rappresentano il primo esempio di architettura civile rinascimentale a Roma.
Le corsie furono arricchite da un ciclo di affreschi, commissionati dallo stesso Pontefice, che si snoda lungo l’intero perimetro della struttura e occupa una superficie di oltre 1.200 metri quadri. I dipinti rappresentano oltre 60 scene che descrivono gli episodi più importanti delle origini dell’edificio voluto da Innocenzo III, momenti salienti della sua vita e di quella di Sisto IV, oltre alla rifondazione dell’ospedale.
Nella seconda metà del ’900 le Corsie Sistine furono divise in due sezioni denominate “Sala Lancisi” e “Sala Baglivi”, in memoria dei medici Giovanni Maria Lancisi e Giorgio Baglivi. Al centro sorge un alto tiburio, sormontato da una torre ottagonale decorata da nicchie con statue di Santi e Profeti e da affreschi; sotto il tiburio emerge un elegante ciborio, probabilmente l’unica opera superstite a Roma di Andrea Palladio, architetto del Rinascimento.

venerdì 14 ottobre 2022

Un sogno di tufo

Roccatederighi è una frazione del comune italiano di Roccastrada, nella provincia di Grosseto, in Toscana. Si tratta di un borgo medievale situato sulla cima di una collina a ovest di Roccastrada..ecco l’inconfondibile profilo di Roccatederighi, con le sue torri

Le querce nel loro massimo vigore sono le più belle di questa zona; una fila di alberi dal verde intenso, contrastati da una luce radente del tardo pomeriggio.
Roccatederighi sorge alle pendici del Monte Sassoforte, a 538 metri d'altitudine, incastrata su uno sperone di roccia vulcanica dal quale si può godere una magnifica vista sull'Alta Maremma.



martedì 11 ottobre 2022

Galla Placidia e l'apertura delle porte della percezione


Nessuna descrizione della foto disponibile.

La melograna simbolo per eccellenza di Proserpina, ripreso anche da Matilde di Canossa

L'AVETE SEMPRE VISTO SULL'INGRESSO DEL COMPLESSO MONASTICO DI S. DOMENICO, MA VI SIETE MAI CHIESTI COSA RAPPRESENTA? Lo strano stemma che spicca sull'ingresso di quello che è stato in passato il nostro ospedale è il simbolo araldico dell'Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio, i cui membri sono chiamati "Fatebenefratelli", denominazione che nasce dalle parole con cui San Giovanni di Dio (Il santo di origine spagnola che fu il fondatore dell'Ordine), e i suoi primi collaboratori erano soliti accompagnare la loro opera di misericordia. I Fatebenefratelli giunsero a Fondi nel 1627, e qui fondarono due anni più tardi un ospedale intitolato a Santa Maria della Sanità, situato nei locali contigui all'omonima chiesa un tempo situata in via A. Manzoni. Nel 1830 le attività di assistenza che si svolgevano in quell’ospedale furono trasferite nel ben più ampio convento di San Domenico, dove rimasero fino al 1997; ultimata l’edificazione della nuova struttura l'ospedale fu trasferito in via San Magno. La particolarità che rende unico questo stemma è il fatto che oltre alla classica simbologia legata a questo Ordine: la melagrana aperta che simboleggia l’amore ardente, la carità e l’umiltà (ma che è anche lo stemma dell'antica città spagnola di Granada, dove visse e operò sino alla morte San Giovanni di Dio), e la stella a otto punte che nell'araldica ecclesiastica è il simbolo mariano per eccellenza, reca anche altri elementi simbolici che non si riscontrano in altre simili rappresentazioni araldiche. Al di sotto della melagrana compaiono infatti un bussolotto per le offerte e la borsa in cuoio per la questua, che simboleggiano gli strumenti con cui questi frati esercitavano la pratica della “CHARITAS”, (scritta che compare in calce allo stemma) essendo infatti appartenenti ad uno dei cosiddetti Ordini Mendicanti.
Nella foto a destra compare lo stemma situato sul portale di quello che in precedenza era stato il complesso domenicano, in quella di sinistra la classica simbologia dell’Ordine dei Fatebenefratelli.




Colui che innescò la rivoluzione francese e portò a Parigi il rito egizio


 

sabato 1 ottobre 2022

Dioniso che si fa cristo nel segno di una continuità che incessantemente si rigenera

La ferula, attributo di Dioniso e simbolo sacro di due religioni
Siamo qui di fronte al degno passaggio di uno strumento simbolico da una religione all'altra.
Gli dèi, come ci ha spiegato Jung, sono figure archetipali facenti parte di un inconscio collettivo e le loro manifestazioni (e funzioni) rimangono immutate nel tempo, limitandosi a cambiare nome.
Dunque chi sostiene che il Cristianesimo abbia "rubato" qualcosa alla Classicità pagana o che la Classicità pagana abbia "rubato" qualcosa a qualcun'altro è completamente fuori strada.
Per questo non abbiamo bisogno dei "partigiani" di Cristo o di Bacco ma di studiare, e di comprendere, i simboli, autentico linguaggio dello Spirito.