domenica 22 maggio 2022

La Sapienza senza scale

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Sophia: La Dea della Saggezza e la sposa di Dio
Chi è Sofia? Letteralmente il suo nome, dal greco, significa saggezza.
Lei rappresenta la saggezza nel divino. E’ il cardine centrale della creazione e rappresenta l’aspetto femminile di ogni cosa. E’ stata venerata come la saggia sposa di Salomone dagli ebrei, la regina della saggezza e della guerra (Atena) dai greci, ovvero quale Spirito Santo dai cristiani.
Il suo nome si pronuncia sew-fee’ah in Greco, è conosciuta come Chokmah in ebraico, Sapientia in latino, ed anche il nome della celtica Sheela na gigs si traduce con saggezza.
In qualità di Dea della saggezza e del fato molti sono i suoi volti: la madonna nera, il femminino divino, la madre di dio dei cristiani gnostici.
Sophia è l’anima femminile della divinità giudaico cristiana, sorgente di puro potere.
E’ la madre della creazione: il suo consorte e assistente era Jehovah.
Il suo sacrario, Hagia Sophia ad Istambul, è una delle sette meraviglie del mondo.
Il suo simbolo, il calice, rappresenta lo spirito.
In un’icona mediorientale appare incoronata di stelle, ad indicare la sua assoluta divinità.
Di lei si parla nei libri della bibbia. Ci sono molti riferimenti nel libro dei proverbi, nei libri apocrifi di Sirach,e nel libro della sapienza di Salomone.
L’archetipo
Sophia è il sacro divino femminile nel suo aspetto di saggezza.
Il suo Amore è destinato a colmare non la fame del corpo né i bisogni dei sensi, bensì la sete di conoscenza, di crescita e di elevazione ed evoluzione spirituale, tutto ciò che andiamo cercando quando abbiamo risolto i bisogni primari.
Sophia offre il dono della saggezza, ed il suo archetipo ci conduce all’immagine di un femminile non basato solo sulla riproduzione e maternità, ma su un aspetto raramente discusso, ovvero l’intelligenza e il potere cosmico della forza vitale.
Sophia è là, quando noi vediamo la nostra vita come un cammino verso la conoscenza. Lei presiede all’apertura mentale, è il ponte tra lo sconosciuto e il conosciuto.
Lei ci liberà dalla schiavitù dell’ignoranza per vivere nella luce della Sapienza.
“Sofia è la sapienza e come tale è luce nella luce, e la luce appare sempre priva di umido sentire e di notte feconda. Ma Sophia è tale proprio perché ha già in sé le qualità della luna, il movimento crescente e decrescente dell’anima.
Lei è l’istinto trasformato in amore, l’amore trasformato in conoscenza.
E’ l’acqua delle acque, la luna delle lune, come venere è stella del mattino e regina dei mari.
Non c’è paternità in Sophia, né nelle altre divinità a lei analoghe. Ella è unica come Miria, la meravigliosa, che generò ogni cosa amando sé stessa, come Gea che nella mitologia è madre e al tempo stesso sposa di Urano, come Iside che è sorella e amante di Osiride. E’ la saggezza che viene dal cuore, l’io sento (luna) congiunta all’io sono(sole).
Sophia è il giglio, il loto, il fiore siderale, la candida rosa, la divinità interiore della donna che la guida verso trasformazioni sempre più alte. Lei è la forma che unisce le parti divise, la sintesi da cui è derivata l’analisi e che torna a farsi nuovamente sintesi. È il tutto che è più della somma delle parti, è l’insieme la cui forma dà vita ad un concetto nuovo, ad una nuova intuizione”.
Sophia: l’esilio e il ritorno
Sophia personifica la saggezza, che nelle antiche tradizioni era legata all’integrità che si esercitava nell’ambito del commercio, in politica e nella corte reale.
Nel corso della storia, il fatto che aspetti etici e conoscitivi fossero di guida nella vita in luogo della dottrina - delle regole rivelate - divenne un problema. Nella saggezza è l'individuo al centro, nel suo rapporto con il sapere luminoso che riside nel suo cuore e nella sua mente. Sophia rappresentava dunque un aspetto problematico per il potere religioso e fu infine esclusa dalle dottrine monoteiste.
Con l’esilio di Sophia si può dire che si diede inizio a quella alienazione di cui soffriamo ora, come individui moderni, nel senso di perdita, di tradimento, e di abbandono. Ciò che è stato esiliato è l’anima vitale, il genio o daimon, come viene chiamato da Hillmann.
La strada per risvegliare questa Luce inizia quando prendiamo consapevolezza della nostra vita.
La vitalità esprime l’integrità e intelligenza della forza vitale il cui risveglio pone fine all’esilio, rivelando che Sophia non solo è divina ma è la sorgente delle immagini divine, la psiche umana.
Il culto
In origine gli ebrei erano devoti a Sophia. Il re Salomone la pose nel tempio come dea Asherah. Tuttavia dopo le riforme di re Josiah, si rischiò che il culto di Sophia subisse un arresto , e questo divenne più di un rischio allorchè la cristianità patriarcale prese piede nel mondo.
Invece anche allora, grazie alla sua continua presenza nel mondo e nella bibbia, il culto di Sophia proseguì nella tradizione dell’Est, come testimonia la costruzione del Sacrario Hagia Sophia, e nel servizio liturgico cattolico russo a Sophia, collegato all’assunzione di Maria il 15 maggio.
La chiesa ortodossa russa ha anche dato inizio ad una scuola di sophiologia per esplorare la teologia di Sophia senza contraddire l’ortodossia cattolica russa.
Ma i cristiani dell’est non solo i soli a venerare Sophia.
Sophia era molto probabilmente venerata dai recenti seguaci della Via, e la sua venerazione è sopravvissuta come Gnosticismo e nel Cristianesimo esoterico.
(fonte: ilcerchiodellaluna.it)

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