La Dea Feronia
"I lunghi affanni ed il perduto regno
di Feronia dirò, diva latina
che del suo nome fe beata un giorno
di Saturno la terra. Ella per fiere
balze e foreste errò gran tempo esclusa
dei suoi santi delubri, e molto pianse
dai superbi disdegni esercitata
d'una diva maggior che l'inseguia...
Là dove imposto a biancheggianti sassi
sulla circea marina Anxuro pende
e nebulosa il piede aspro gli bagna
la pomezia palude a cui fan lunga
le montagne lepine ombra e corona,
una ninfa già fu delle propinque
selve leggiadra abitatrice; ed era
il suo nome Feronia. I laurentini
boschi e quei che la fulva onda nutrisce
del sacro fiume Tiberin, quantunque
di Canente superbi e di Pomona,
non videro giammai forme più care.
Quel verno fiore che segreto nasce
in rinchiuso giardin, nè piede il tocca
di pastor nè di greggia; amorosetta
l'aura il molce, di sue tremule perle
l'alba l'ingemma, e lo dipinge il sole
di si vivo color, che il crine e il seno
d'ogni donzella innamorata brama;
tal di Feronia la beltà crescea..[...]"
La fontana del Fero a Verona, nell'immagine
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