venerdì 22 ottobre 2021

Cosa poteva contenere la cavita ottenuta nella parte posteriore del busto della "Dama di Elce", forse delle reliquie?



Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e scultura

La "dama di Elche", un antico busto in pietra (urna funeraria), ritrovato a Elche, in Spagna, nel 1897.
Nel sito archeologico dove è stato scoperto vi sono state trovate testimonianze di un insediamento ibero-punico, periodo risalente al III-IV secolo a.C.
La scultura raffigura una donna priva di espressioni sul viso, e presenta caratteristiche della cultura punico-iberica: orecchini a forma di nappa che pendono fino alle spalle e una collana intagliata che adorna il collo e il petto. Uno degli elementi più elaborati è il copricapo cerimoniale che adorna la testa: due grandi bobine, "rodetes". I berberi atlantici del Marocco mantenevano sempre lo stesso stile di copricapo usando i loro capelli.
L'apertura nella parte posteriore della scultura indica che fu utilizzata come urna funeraria. In effetti, nel 2011, María Pilar Luxan, l'autore dello studio, ha analizzato microparticelle all'interno del foro posteriore della statua di Elche utilizzando la microscopia elettronica e di raggi X spettrometria dispersiva. Tali particelle appartenevano alle ceneri delle ossa umane e che si confrontavano con quelle del periodo iberico. Si è concluso pertanto che la "dama di Elche" è un'urna funeraria, garantendone così l'antichità e confermando la sua funzione.
In Spagna, la scoperta della dama di Elche aveva avviato un interesse popolare per la cultura iberica preromana, tanto da essere stata raffigurata sulla banconota da 1 Peseta del 1948.
La scultura è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Madrid, Spagna.

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