lunedì 19 aprile 2021

Arte e Violenza

Violenza e sacralità: dalla sindrome di Medea alla Strage degli Innocenti

Alessandro Allori o Giovanni Maria Butteri, Caterina de’ Ricci atterra i figli di Babilonia(1588-1590; olio su tela; Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze)

Alternamente attribuito ad Alessandro Allori (Firenze, 1535 - 1607) o a Giovanni Maria Butteri (Firenze, 1540 circa - 1606), questo dipinto presenta una rara iconografia di santa Caterina de’ Ricci, terziaria regolare domenicana che visse tra il 1522 e il 1590, passando quasi tutta la sua esistenza nel monastero di San Vincenzo a Prato, del quale fu anche madre superiora. La santa era particolarmente celebre in vita dato che aveva fama di mistica e quasi di santa vivente, tanto che sue raffigurazioni cominciarono a diffondersi ben prima della sua canonizzazione (fu proclamata beata nel 1732 e santa nel 1746), e quest’opera fu dipinta con tutta probabilità mentre la donna era ancora in vita. La fama di cui godeva è ben ravvisabile da questo dipinto, che la raffigura addirittura nei panni di una santa (ha il capo circondato con l’aureola: esiste anche un ritratto di Giovanni Battista Naldini che, in vita, la raffigurò nei panni di santa Caterina da Siena) mentre scaglia alcuni bambini contro un masso, sul quale si legge l’iscrizione “beatus qui allidit parvulos suos ad petram” (“beato chi scaglierà i suoi bambini contro la roccia”, tratta dal Salmo 137). I bambini sono ovviamente un’allegoria degli avversarî della Chiesa, ma la scena colpisce per la pazza crudeltà con la quale la donna lancia uno dei piccoli contro la pietra, mentre quelli già uccisi giacciono tutti a terra, pallidi. 

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