sabato 6 giugno 2020

Un nobile scienziato: Franco Rasetti


Franco Rasetti | Torino Scienza
Uno scienziato italiano arrivato ai massimi livelli della fisica ha abbandonato ogni ricerca per motivi etici, ha cambiato totalmente disciplina ed è diventato uno dei massimi paleontologi al mondo. Una scelta pagata cara: pur avendo avuto un ruolo cruciale negli studi sull’energia atomica, è stato infatti cancellato dai libri di storia.
Franco Rasetti nasce a Pozzuolo Umbro nel 1901. Frequenta l'Università di Pisa dove conosce Enrico Fermi e si laurea in fisica nel 1922. Dopo un anno al California Institute of Technology, è in prima linea nelle ricerche sulla radioattività indotta mediante bombardamento di neutroni. Nel 1930 inizia a collaborare con Fermi nell’istituto di Via Panisperna, e diventa il braccio destro del futuro Nobel. Nel 1939, con l'adozione delle leggi razziali fasciste, pur non essendo ebreo decide di lasciare l'Italia, come diversi componenti del gruppo di Via Panisperna, da Segrè a Pontecorvo allo stesso Fermi. Emigra in Canada all’Université Laval dove compie ricerche su raggi cosmici e spettroscopia nucleare.
Nel 1943 lo chiamano a partecipare alla costruzione di armi nucleari, e al Progetto Manhattan sulla bomba atomica. E lui oppone il gran rifiuto: contrario al coinvolgimento degli scienziati nelle ricerche belliche, dice “La fisica non può vendere l’anima al diavolo“ e conclude senza mezzi termini: “La guerra è una cosa idiota”. Così nel 1947 si trasferisce alla John Hopkins University di Baltimora, dove insegna ancora fisica, ma anche geologia, paleontologia, entomologia e botanica. Negli anni successivi diventa il più autorevole studioso al mondo dell'era geologica del Cambriano. In seguito, si stabilisce in Belgio, dove muore all'età di 100 anni. La sua salma riposa nel cimitero di Pozzuolo Umbro.
”Scoprire i segreti della Natura – scrive nella sua autobiografia - è tra le cose più affascinanti. Ma può darsi che qualcosa sia insieme molto affascinante e molto pericoloso. Penso che gli uomini dovrebbero interrogarsi più a fondo sulle motivazioni etiche delle loro azioni. E gli scienziati, mi dispiace dirlo, non lo fanno molto spesso. Sono ben consapevole che la geologia e la paleontologia non hanno l’alto rango della fisica nella gerarchia delle creazioni dell’intelletto umano. A me comunque, la contemplazione delle meraviglie della natura, una montagna, un fiore, un insetto, un fossile, non hanno dato minor piacere delle creazioni della nostra mente fisica e matematica“.
AS

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