Quei 60 mila morti in più? Aspettiamo a parlare
di inquinamento
11 per cento di decessi in più nel 2015, ma le variabili in gioco sono
molte. Al contrario di ciò che i campioni del populismo vogliono farci credere
di Luca Foresti,
AD Centro Medico Santagostino
28
Dicembre 2015
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Il tema
è drammatico perché si sta parlando di un andamento sull’anno (abbiamo dati
fino ad agosto) che potrebbe portare a più di 60 mila morti in più, su un totale
annuale di circa 656.000, quindi circa l’11% in più di decessi.
Per capire bene di cosa stiamo parlando partiamo dall’idea che l’invecchiamento della popolazione porta inevitabilmente ad un aumento annuale dei decessi in Italia. Ma questo aumento è di circa 4000 decessi in più per anno medi. Un aumento di 60 mila è più di 15 volte questo numero, rappresentando una anomalia. I decessi in anni normali hanno un andamento stagionale, con l’inverno che ha circa 10 mila morti in più al mese rispetto al resto dell’anno (55 mila rispetto a 45 mila). Il secondo tema è la fluttuazione casuale di questo numero. Per capire di cosa stiamo parlando prendiamo il dato degli ultimi 5 anni:
Per capire bene di cosa stiamo parlando partiamo dall’idea che l’invecchiamento della popolazione porta inevitabilmente ad un aumento annuale dei decessi in Italia. Ma questo aumento è di circa 4000 decessi in più per anno medi. Un aumento di 60 mila è più di 15 volte questo numero, rappresentando una anomalia. I decessi in anni normali hanno un andamento stagionale, con l’inverno che ha circa 10 mila morti in più al mese rispetto al resto dell’anno (55 mila rispetto a 45 mila). Il secondo tema è la fluttuazione casuale di questo numero. Per capire di cosa stiamo parlando prendiamo il dato degli ultimi 5 anni:
1. 2009 à588 mila
2. 2010 à584 mila
3. 2011 à594 mila
4. 2012 à613 mila
5. 2013 à599 mila
6. 2014 à598 mila
Da cui si evince che
il dato oscilla di circa 10 mila anno su anno. Il dato di cui si sta parlando
proiettando l’andamento fino ad agosto è di 666 mila decessi. Una enormità in
più rispetto al 2014. Per darvi una idea di quanto sia importante questo
numero, scorrendo i dati passati ci sono stati due picchi di decessi rispetto
all’anno precedente, uno nel 1983 e uno nel 2003, di circa 30 mila decessi in
più in un anno. Quindi siamo di fronte ad un fenomeno potenzialmente più che
doppio rispetto al peggiore anno passato successivo al 1945.
Un’altra ipotesi
teoricamente possibile è quella relativa ad una aumentata epidemia influenzale
(e agli effetti debilitanti della stessa), anche e soprattutto dovuto al fatto
che c’e’ stato un crollo delle vaccinazioni dell’11% da un anno all’altro.
Se
analizziamo i dati mensili scopriamo che l’anomalia si è avuta soprattutto nei
mesi di Gennaio, Febbraio, Marzo e Luglio. Questi mesi in termini di clima
sono stati più caldi della media degli anni precedenti, in particolare Luglio è
stato il più caldo degli ultimi 136 anni. Ma un ultimo importantissimo studio
uscito su LANCET (Mortality risk attributable to high and low ambient
temperature: a multicountry observational study, Gasperini et Al., 20 May 2015)
che analizza una maestosa quantità di dati di molti paesi, tra cui l’Italia,
afferma che il freddo uccide 20 volte più che il caldo, apparentemente non
dando base scientifica all’idea che queste morti siano dovute ad un clima più
caldo.
Un’altra
ipotesi teoricamente possibile è quella relativa ad una aumentata epidemia
influenzale (e agli effetti debilitanti della stessa), anche e soprattutto dovuto al fatto che c’e’ stato un crollo delle
vaccinazioni dell’11% da un anno all’altro. La curva
epidemiologica ci racconta un anno normale e senza nessuna anomalia rispetto
all’anno precedente. Ma qui, viene il dato fondamentale. Quello che noi
chiamiamo influenza in realtà è fatta di vari ceppi virali e ogni ceppo ha un
effetto diverso sulla salute delle persone. Il dato rilevante è che questo fenomeno
è accaduto in tutta Europa e apparentemente è dovuto soprattutto ad un ceppo
influenzale particolarmente “cattivo” (A(H3N2), pari al 56% degli influenzati).
Ovviamente
le ipotesi su fenomeni che non hanno cambiamenti rilevanti da un anno all’altro
non reggono dal punto di vista logico. In questa categoria possiamo mettere
quelle relative agli stili di vita e quelle relative al sistema sanitario.
Parlare di questi temi rispetto a questo tema è scorretto sul piano logico e
scientifico, anche se serve a qualcuno per buttarla in caciara invece che
cercare di capire in modo profondo cosa sta accadendo.
Quindi qui siamo di fronte ad un mistero
che vale 68 mila vite in un anno. E che riguarda l’Europa intera. Per arrivare in fondo
alla comprensione di quello che sta accadendo dobbiamo aspettare i dati
puntuali. Con quelli si potrà analizzare il fenomeno in termini geografici
(quale distribuzione ha il fenomeno tra le diverse regioni?) di patologia (su
quali patologie si è concentrato l’aumento?) di età (è relativo solo agli
anziani o anche gli altri gruppi di età ne sono toccati?) e di sesso (c’e’ una
preferenza verso uno dei due sessi di questo picco di decessi?).
E dobbiamo aspettare gli stessi dati per gli altri paesi, per capire se il fenomeno si ripete ovunque nello stesso modo. Sarà anche molto interessante vedere cosa accade in questo inverno e verificare se l’ipotesi influenzale regge. Come spesso accade in questi casi sarà una attenta analisi dei fatti a gettare luce sugli eventi.
E dobbiamo aspettare gli stessi dati per gli altri paesi, per capire se il fenomeno si ripete ovunque nello stesso modo. Sarà anche molto interessante vedere cosa accade in questo inverno e verificare se l’ipotesi influenzale regge. Come spesso accade in questi casi sarà una attenta analisi dei fatti a gettare luce sugli eventi.
questo tema è scorretto sul piano logico e scientifico, anche se serve a
qualcuno per buttarla in caciara invece che cercare di capire in modo profondo
cosa sta accadendo.
Quindi qui siamo di fronte ad un mistero
che vale 68 mila vite in un anno. E che riguarda l’Europa intera. Per arrivare in fondo
alla comprensione di quello che sta accadendo dobbiamo aspettare i dati
puntuali. Con quelli si potrà analizzare il fenomeno in termini geografici
(quale distribuzione ha il fenomeno tra le diverse regioni?) di patologia (su
quali patologie si è concentrato l’aumento?) di età (è relativo solo agli
anziani o anche gli altri gruppi di età ne sono toccati?) e di sesso (c’e’ una
preferenza verso uno dei due sessi di questo picco di decessi?).
E dobbiamo aspettare gli stessi dati per gli altri paesi, per capire se il fenomeno si ripete ovunque nello stesso modo. Sarà anche molto interessante vedere cosa accade in questo inverno e verificare se l’ipotesi influenzale regge. Come spesso accade in questi casi sarà una attenta analisi dei fatti a gettare luce sugli eventi.
E dobbiamo aspettare gli stessi dati per gli altri paesi, per capire se il fenomeno si ripete ovunque nello stesso modo. Sarà anche molto interessante vedere cosa accade in questo inverno e verificare se l’ipotesi influenzale regge. Come spesso accade in questi casi sarà una attenta analisi dei fatti a gettare luce sugli eventi.
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