La chiave alchemica del piede d’oca
“Sono nera e tuttavia desiderabile, o figlie di Sion, come le capanne di Kedar, come i tappeti di Salomone. Guardate come sono nera; è stato il sole a bruciarmi così. I figli di mia madre si adirano contro di me. Essi mi hanno posta a custode delle vigne; ma la mia vigna non l’ho protetta. Dimmi tu che ami la mia anima, dove porti gli animali al pascolo, dove riposi il mezzogiorno, cosicché io non debba vagabondare nelle greggi dei tuoi compagni.”
(Cantico dei cantici, I- 5,7)
(Cantico dei cantici, I- 5,7)
Il paragone della vigna, l’immagine del re pastore, l’accento sulla pelle scura, il colore nero dell’amata, trascendono l’elemento erotico. Un nero profondo. Come quello delle Madonne nere. Si allude forse a simboli alchemici? Sappiamo che le immagini di carattere sessuale spesso celano, negli scritti esoterici, riferimenti a pratiche alchemiche. I colori giocano nei velati messaggi un ruolo di primo piano. Soprattutto il nero.
La misteriosa materia detta “pietra filosofale”, per mezzo della quale avveniva la trasformazione dei metalli, era in realtà una polvere nera. Nera come la terra d’Egitto, Kemet, da cui deriva la parola araba “alchimia”, al kemet. Anzi, l’Egitto fu la culla primigenia dell’alchimia e Osiride,signore del duat veniva detto anche il Nero. Anche il seguente verso potrebbe avere un significato nascosto:
“Vi intimo, figlie di Sion, di non svegliare la mia amica, né di disturbarla, fino a che ella stessa non lo voglia.”
(Cantico dei cantici, II- 7)
(Cantico dei cantici, II- 7)
È stato suggerito che queste parole si riferiscano all’Arca dell’Alleanza. Ciò non sorprende, dato che il testo fu inserito nell’Antico Testamento, ed è proprio l’Antico Testamento il primo documento religioso che racconta la storia dell’Arca. Dai libri di Mosè apprendiamo che il risveglio dell’Arca poteva avere conseguenze pericolosissime, se non intrapreso nel modo dovuto. Ricordo l’episodio dei figli di Aronne Nadab e Abihu, che furono arsi vivi dal fuoco dell’Arca soltanto per essersi presentati al suo cospetto, nella tenda del Santissimo, senza le dovute precauzioni; oppure la morte dell’israelita Usa il quale, per essersi avvicinato troppo all’Arca nel tentativo di proteggerla da una caduta dal carro, fu ucciso sull’istante dal fuoco divoratore.
In tale contesto la regina di Saba, simbolo medievale tanto amato dagli alchimisti, potrebbe veramente essere la depositaria del segreto. Antiche leggende islamiche narrano che la sovrana era bellissima ma nascondeva, sotto le lunghe gonne, un piede d’asino e delle gambe pelose. In Francia il piede asinino divenne una zampa d’oca. Così appare la regina di Saba sui portali delle cattedrali gotiche francesi. Una giovane donna incoronata con una zampa d’oca al posto del piede. La reine pédauque.
Ma quella zampa nasconde ben altro significato. L’uccello, considerato sacro in diverse culture del passato, è sempre stato custode di segreti. I nomi di molte località che si trovano lungo la rotta dell’antica via di pellegrinaggio per raggiungere Santiago di Compostela, il cammino degli iniziati, portano in sé il nome dell’oca, sia in Francia che in Spagna: Loye, L’Ouche, L’Auchere, Jar, Ganso, Ansar. È il simbolismo sacro di Maître Jacques, il leggendario signore della pietra, padre dei costruttori delle cattedrali gotiche. Il segno che fu, un giorno, cucito sugli abiti dei poveri Cagoti,genti emarginate dei Pirenei. Discendenti degli antichi costruttori templari caduti in disgrazia.
Tracce del simbolismo sacro di Jacques giungono fino a noi immortalate nel “Gioco dell’oca”. Il famoso occultista Fulcanelli disse che il Gioco dell’oca rappresenta gli aspetti principali della grande opera alchimistica. Il labirinto dell’oca non è altro che un percorso iniziatico. Il giocatore, così come il neofita, deve superare la via perigliosa dell’iniziazione con tutti gli ostacoli che essa comporta, per raggiungere le porte della Conoscenza. Il segno dell’oca, la pata de oca (zampa d’oca), è raffigurato graficamente da una Y con una terza asta nel mezzo e simbolizza la superiorità dello spirito sulla materia.
Questa Y era nell’alfabeto nordico la runa della vita e la rappresentazione schematica dell’arbor vitae, l’Yggdrasil,albero cosmico che univa il cielo con la terra. Ed ecco che tale simbolo appare spesso sulla via delle stelle, quella che conduce a Santiago di Compostela, inciso sulla pietra dai maestri costruttori. A volte è invisibile, perché, in seguito al processo di cristianizzazione del cammino, è stato trasformato nella conchiglia di San Giacomo. E accanto a San Giacomo, sulla via iniziatica delle stelle, appare costantemente lei, la reine pédauque, regina dal piede d’oca. La regina di Saba.
Nessun commento:
Posta un commento