Il 26 settembre 1687 veniva compiuto uno dei più grossi scempi della storia dell’umanità: le truppe veneziane, al comando di Francesco Morosini, facevano saltare in aria il Partenone. Il tempio greco, giunto quasi intatto dai tempi di Pericle, brucia per due giorni e l’esplosione ammazza due o trecento persone (vittime ignorate di una tragedia dimenticata). Da quel momento il Partenone diventa una rovina e gli ateniesi utilizzeranno i blocchi di calcare per cucinarli e ricavarne calce. I blocchi non lisci, ovvero quelli con i bassorilievi, erano più apprezzati perché assorbivano meglio il calore. Questo spiega perché Lord Elgin si considerasse un salvatore delle mètopi di Fidia: se non le avesse portate a Londra, avrebbero rischiato di finire in pentola. E questo lascia anche capire che senza Francesco Morosini, non sarebbe esistito nemmeno Lord Elgin.
lunedì 6 luglio 2015
Le distruzioni veneziane. come Buonaparte a Verona sull'acropoli di Castel San Pietro
Il 26 settembre 1687 veniva compiuto uno dei più grossi scempi della storia dell’umanità: le truppe veneziane, al comando di Francesco Morosini, facevano saltare in aria il Partenone. Il tempio greco, giunto quasi intatto dai tempi di Pericle, brucia per due giorni e l’esplosione ammazza due o trecento persone (vittime ignorate di una tragedia dimenticata). Da quel momento il Partenone diventa una rovina e gli ateniesi utilizzeranno i blocchi di calcare per cucinarli e ricavarne calce. I blocchi non lisci, ovvero quelli con i bassorilievi, erano più apprezzati perché assorbivano meglio il calore. Questo spiega perché Lord Elgin si considerasse un salvatore delle mètopi di Fidia: se non le avesse portate a Londra, avrebbero rischiato di finire in pentola. E questo lascia anche capire che senza Francesco Morosini, non sarebbe esistito nemmeno Lord Elgin.
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