venerdì 6 luglio 2012

Le persone scomode si uccidono! come Osho

Il mistero della morte di Arafat per la TV Al-Jazeera è stata finalmente svelata. Sono passati 8 anni dalla morte del leader Palestinese, ma la vicenda continua a gettare un'ombra sui delicati equilibri internazionali. Secondo le analisi chimiche il premio nobel per la pace non è morto di morte naturale ma a seguito di un avvelenamento. Il medico che ha condotto le analisi afferma: “elevate ed inspiegabili tracce di polonio 2010 tra gli affetti di Arafat”.
Stessa sorte toccò ad Alexandr Litvinenko, ex agente segreto russo trovato morto a Londra nel novembre 2006. Probabilmente anche le sue sorti furono determinate da una dose di Polonio 210 somministrata con tutta probabilità dai suoi stessi colleghi dell’FSB, l’ex KGB sovietico. A condurre le analisi e trarre le conclusioni choc è stato il dottor Francois Bochud, direttore dell’Istituto Fisico di Losanna in Svizzera. A creare forti dubbi è stata la condizione fisica di Arafat che stava benissimo nell’Ottobre 2004. Poi le sue condizioni fisiche sono peggiorate in modo inspiegabile riducendono in fin di vita. Arafat così morì meno di un mese dopo, l’11 Novembre 2004. La malattia del capo del Governo Palestinese non è stata mai diagnosticata con certezza, una situazione che non fece altro che alimentare le voci che lo volevano assassinato e non morto di morte naturale. Naturalmente fu il quotidiano israeliano Haaretz a mettere fine a queste dicerie pericolose con un’altra teoria: Arafat morto di AIDS”. A tal proposito anche un giornalista Americano, John Loftus, affermò che la CIA sapeva da anni del fatto che Arafat fosse malato di AIDS, un’ipotesi che però viene subito smentita dal New York Times che addirittura mandò in fumo la stessa teoria israeliana affermando che i medici dell’ospedale di Percy dove venne ricoverato, ritengono altamente improbabile che Arafat sia morto per complicazioni del virus dell’AIDS. Ma allora come si spiega il polonio 210? Già nel 2009 il braccio destro di Arafat, Abu Sharif, portavoce dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, aveva avanzato l’ipotesi di avvelenamento riconducendola alla volontà del Mossad, il servizio segreto israeliano. La sua teoria era che Israele avesse agito con una dose letale di tallio, un elemento altamente tossico. Adesso le tracce di Polonio 2010 non pongono a favore di Israele. Se l’inchiesta condotta da Al-Jazeera dovesse rivelarsi esatta, ciò avrebbe delle ricadute di portata mondiale sull’intera politica internazionale. Arafat era infatti il leader non solo della Palestina, ma il simbolo dell’intera resistenza Palestinese che incontrava il favore anche di coloro che, pur appartenendo ad altre nazionalità ed altre religioni, appoggiavano il leader e la causa di liberazione della Palestina da parte del popolo di Israele. Arafat è un vero guerriero della pace che oltre ad aver combattuto per la causa palestinese, si spese anche nel 1994, perché fossero negoziati gli accordi di Oslo. Un merito che gli valse il Premio Nobel per la Pace.

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