sabato 21 luglio 2012
La degenerazione del cristianesimo: oggi come ieri
IL CULTO DEI SANTI
Scrive Karlheinz Deschner nel volume primo (parte prima) della sua monumentale ed eccellente Storia criminale del Cristianesimo :
Paolo, l'apostolo dei gentili, con Giovanni pose le basi del cristianesimo, egli era in guerra ideologica e di potere con gli ebrei e alleato con i gentili convertiti, i cristiani presero a chiamare gli ebrei assassini di profeti, però anche la chiesa avrebbe sterminato profeti cristiani, come anche Elia aveva sterminato 450 sacerdoti di Baal.
Per Giustino gli ebrei avevano meritato la loro sorte, per Eusebio essi erano responsabili delle colpe di tutto il genere umano, alle fine furono accusati di aver ucciso Dio, Tertulliano diceva che gli ebrei non erano destinati al paradiso, nel IV secolo, l'epoca di Costantino e del cristianesimo trionfante, l'ostilità verso gli ebrei divenne sempre più violenta, per opera di Ippolito, Attanasio, Ambrogio e Agostino.
Cipriano, nel terzo secolo, odiava gli ebrei, Efrem (306-373) chiamò gli ebrei assassini di Dio, Crisostomo (354-407) chiamò gli ebrei criminali e assassini, per lui la sinagoga era un bordello e un covo di briganti, per Clemente d'Alessandria, Origene e Crisostomo gli ebrei dovevano essere schiavi dei cristiani, allora ad Antiochia, Roma e Alessandria vi erano importanti comunità ebraiche.
Il sinodo di Elvira del 306 proibì ai cristiani, con aspre pene, di mangiare con gli ebrei e di celebrare con loro matrimoni misti, il sinodo successivo di Antiochia proibì di celebrare assieme a loro la pasqua e di fare visita alle sinagoghe, nel 315 Costantino dichiarò la conversione alla religione ebraica un delitto capitale e proibì i matrimoni misti con gli ebrei.
Progressivamente gli ebrei furono privati della capacità di fare testamento, allontanati dagli impieghi, dalla corte, dall'esercito e nel 438 furono dichiarati inabili a ricoprire qualsiasi incarico statale, perciò furono costretti a dedicarsi alle attività finanziarie e commerciali.
Sotto i romani, le persecuzioni legali, cioè non spontanee, degli ebrei della diaspora, iniziarono nel IV secolo, agli ebrei fu proibito di possedere schiavi, le loro sinagoghe erano incendiate e i loro beni espropriati dai cristiani, è accaduto per tutto il medioevo e anche sotto il nazismo, anche i pogrom sono stati spontanei od organizzati dallo stato.
Nella seconda metà del II secolo Marcione fu l'autore della versione più antica del Nuovo Testamento, Marcione sosteneva che il dio del vecchio testamento aveva creato il mondo e quello del nuovo testamento, che era diverso, lo aveva salvato dal peccato.
La chiesa cattolica sorse tra il 160 e il 180, quando fu definito il canone cattolico, in questa evoluzione Paolo era stato in aperto contrasto con i cristiani ebrei, ebioniti e nazareni, che non credevano alla divinità di Cristo.
Tra i cristiani già nel II secolo erano tante le sette in lotta tra loro e con i Giudei, fino all'eliminazione fisica, per la sua propaganda Paolo iniziò a ricorrere alle falsificazioni, come la chiesa cattolica avrebbe continuato nei secoli successivi, Paolo diceva espressamente: "Se grazie alle mie menzogne la verità di Dio ha trionfato, perché io devo essere biasimato?".
Paolo era anche accusato dagli ebrei cristiani d'imbrogli finanziari, l'amore di Paolo era riservato solo agli elementi del suo partito e a chi condivideva la sua opinione, grazie alla sua predicazione, ad Efeso i cristiani distrussero un patrimonio in libri, questa pratica cristiana sarebbe continuata seguita anche nei secoli successivi.
Cerento sosteneva che Gesù non era nato da una vergine ed era solo un uomo saggio, era la tesi di ebioniti e nazareni, però, a causa delle dispute su Cristo, i figli si divisero dai genitori, d'altronde Cirillo d'Alessandria diceva che il timore reverenziale verso i genitori era inopportuno se portava danno alla fede, in pratica i genitori andavano onorati dai figli solo fino a che non si mettevano contro la chiesa.
[...]
Nelle dispute teologiche la diffamazione diventava più importante di qualunque prova, come accade oggi in politica, anche il veleno era usato per eliminare gli avversari, com'è stato abbondantemente usato nei secoli dalla curia romana e ai vertici degli stati.
Nel II secolo Ignazio di Antiochia sancì che ogni comunità doveva essere presieduta da un vescovo, Ireneo attaccò duramente lo gnosticismo, ne fu distrutta la sua ricca produzione letteraria, accusò ingiustamente gli gnostici di lussuria, erano uomini che non credevano alla gerarchia religiosa, inseguivano la conoscenza ed erano asceti, lo gnostico Bordesane (154-222), condannato dalla chiesa, fu un pensatore originale, capace di fondere il pensiero cristiano con la filosofia greca.
All'inizio del III secolo Tertulliano elaborò la dottrina della grazia, del battesimo, della penitenza, della cristologia e della trinità, fissando altri principi al protocattolicesimo di Paolo e Giovanni, lottò per eliminare fisicamente i suoi avversari, naturalmente eretici per lui, alla fine della sua vita però anche lui aderì all'eresia montanista, i montanisti erano asceti che annunciavano, dopo la rivelazione di Cristo, quella dello spirito.
Cirillo accusava i montanisti di uccidere i bambini e di mangiarli, un'accusa che i romani all'inizio avevano rivolto ai cristiani e che poi il cristianesimo istituzionalizzato rivolse agli ebrei, nel IV secolo Pacomio, fondatore del monachesimo cristiano, odiava gli ebrei come la peste. Efrem diffamò il persiano Mani, fondatore del manicheismo, che era contro il servizio militare, la venerazione delle immagini, l'idolatria.
Chi la pensava diversamente dai padri cattolici era trascinato nel fango, nel IV secolo Ilario denigrava ebrei, pagani ed eretici ariani. Girolamo era contro le eresie ed esaltava la verginità, come Agostino ricordava i giorni dissoluti della sua giovinezza, comunque definì i cristiani eterodossi bestie da macello.
Origene nello stesso secolo sosteneva che il figlio era subordinato al padre e lo spirito santo al figlio, non credeva al fuoco eterno dell'inferno, per lui incompatibile con la misericordia di Dio, perciò alla fine anche lui fu condannato dalla chiesa trionfante.
Girolamo accusò Rufino di aver usato il denaro per appropriarsi del seggio episcopale romano, questa prassi si ripeté nei secoli successi, la simonia a Roma era sempre condannata e sempre praticata, comunque era chiaro che la lotta alle eresie era pura lotta per il potere.
All'inizio del V secolo il sacerdote Vigilanzio attaccò con veemenza il culto delle reliquie e dei santi, che favorivano le truffe e lo sfruttamento della credulità popolare, il santo Girolamo disse che i libri da lui scritti erano stati vomitati nell'ebbrezza del vino, egli tentava sempre di far apparire come abietti furfanti i suoi avversari. Girolamo era ben introdotto presso l'aristocrazia romana, falsificò documenti e fece delazioni.
A causa della divisione dei cristiani, ufficialmente per ragioni ideologiche, in realtà per ragioni economiche e di potere, Giovanni Crisostomo affermava che non si potevano convertire i pagani con la condotta di vita dei cristiani, che avevano essi stessi bisogno di essere salvati.
Fortunatamente di lì a poco il cristianesimo, nella sua opera d'evangelizzazione sarebbe stato soccorso dalla spada del braccio secolare, accadrà anche con Maometto, comunque anche Nazianzeno denunciava le divisioni e le rivalità che divoravano i cristiani.
Nel 372 d.c. San Basilio diceva che il più grande bestemmiatore era il candidato ideale a ricoprire la carica di vescovo, destinato a sperperare il denaro che doveva essere consegnato ai poveri, comunque anche San Basilio era contro la libertà di pensiero, cioè era contro l'eresia degli altri.
Ai cristiani trionfanti stavano a cuore la distruzione dei luoghi di culto concorrenti e la persecuzione dei seguaci delle altre confessioni religiose, i templi antichi hanno sempre attirato ricchezze, tra loro si facevano concorrenza e di denaro non ce n'era mai abbastanza per i dirigenti cattolici.
Nel quarto secolo i cristiani erano urbanizzati, entrati nelle istituzioni e civilizzati, mentre i pagani erano più rurali e considerati selvaggi, cioè erano regrediti, perché in epoca ellenica avevano coltivato arti e cultura e abitato anche nelle città.
Prima di Costantino i padri della chiesa predicavano la tolleranza e reclamavano la libertà di culto, invitando a non odiare nessuno, all'inizio anche Tertulliano era a favore della libertà di culto, le sue prese di posizione però erano state solo tatticismo politico verso il potere romano.
Una volta ottenuta la libertà di culto, i cristiani iniziarono le polemiche contro i pagani, come prima avevano fatto contro ebrei ed eretici cristiani, attaccarono l'idolatria perché i miti antichi erano scandalosi, gli dei pagani non erano altro che cani e maiali.
Sottolineavano che le rondini facevano cadere escrementi sulle statue degli dei, per Tertulliano era peccato anche fabbricare statue agli dei, com'era peccato portare i processione gli dei e baciare le loro statue, Agostino affermava che le immagini degli dei non proteggevano gli uomini in battaglia.
Alla metà del II secolo Aristide condannava l'uso egiziano di divinizzare le forze della natura e gli animali, per lui il regno animale e vegetale non significavano nulla, i cristiani non si sentivano naturalisti, ma superiori alla natura.
Taziano criticò costumi e filosofia pagana, diffamando la cultura pagana, del resto tutti i padri della chiesa come Policarpo, Ireneo, Teofilo definivano la filosofia pagana come una frottola menzognera e folle.
Tertulliano riconosceva che gli dei erano una personificazione e divinizzazione delle forze della natura e ne denigrava il carattere osceno, perciò proibì ai cristiani di fabbricare statue e proibì il servizio militare. Alla fine del IIII secolo, Clemente d'Alessandria condannava la mitologia, classica con la divinizzazione degli astri, Attanasio vi vedeva solo immoralità e depravazione sessuale.
Visto che gli uomini con la religione si mettevano in relazione con l'aratura, la semina e la nascita dei frutti della terra, Clemente si chiedeva perché gli uomini abbandonavano il cielo per venerare la terra, lui la terra la calpestava con i piedi e non l'adorava, era inoltre scandalizzato dalla riproduzione della sessualità, voleva sostituire il cosmo dominato dalle forze di natura con un cosmo controllato dalla chiesa.
Quando il cristianesimo divenne lecito, iniziò la persecuzione del paganesimo, il sinodo di Elvira nel IV secolo colpì l'idolatria e le usanze pagane. Le vittime delle persecuzioni romane dei cristiani nei primi tre secoli furono poche migliaia, infatti, Origene, morto nel 254, affermava che i martiri cristiani erano un numero piccolo e facile da calcolare(1).
Una volta assunto il potere, il cattolicesimo fu capace di superare quella cifra, tra i nemici della sua fede, in un solo giorno. I cristiani furono perseguitati sotto Marco Aurelio (177), sotto Diocleziano, Massimiano e Valeriano, morto Diocleziano, i cristiani si vendicarono trasformando il suo mausoleo di Spalato in una chiesa cristiana.
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