mercoledì 11 aprile 2012

Uno dei palazzi più belli di venezia, ma anche maledetti!



CA' DARIO
Iniziò Gabriele D'Annunzio a parlarne male: "una vecchia cortigiana decrepita piegata sotto la pompa dei suoi monili". E' così che il poeta descrive Ca' Dario, per la facciata riccamente decorata da marmi policromi e la marcata inclinazione sul lato destro. Eppure quella facciata sul Canal Grande è una delle prime e più eleganti manifestazioni del Rinascimento a Venezia.

L'edificio fu commissionato nel 1479 all'architetto Pietro Lombardo da Giovanni Dario, segretario del Senato della Repubblica di Venezia, che si immortalò sulle mura del palazzo con una scritta: "Genio urbis Joannes Dario".

Cà Dario è associata da sempre al destino che accomuna i suoi proprietari, destino tragico contraddistinto da crac finanziari e morti violente, a cominciare proprio da Giovanni Dario: sua figlia Marietta si suicidò in seguito alla rovina economica del marito, che a sua volta morì accoltellato. Drammatica fine anche per il figlio Vincenzo, ucciso in un agguato a Candia (Creta).

Comprò poi il palazzo il ricchissimo commerciante armeno di diamanti Arbit Ardoll, che nel giro di pochi mesi si ritrovò completamente rovinato.

Ma è nell'Ottocento che la cattiva fama del palazzo iniziò a delinearsi in modo sempre più netto: uno studioso inglese che acquistò l'edificio, Radon Brown, morì suicida insieme al suo coinquilino. Toccò poi a Charles Briggs, un ricco americano che fuggì dall’Italia per una scandalosa storia di omosessualità e si rifugiò in Messico, dove il suo amante si suicidò.

Nel 1964 aveva intenzione di acquistare il palazzo il tenore Mario del Monaco, che però lasciò perdere quando, mentre si stava recando a Venezia per concludere le trattative, fu vittima di un gravissimo incidente stradale. Negli anni Settanta, l'allora proprietario, il conte Giordano delle Lanze, morì colpito alla testa con un vaso da un marinaio croato di diciotto anni, che venne a sua volta assassinato a Londra.

Il palazzo venne poi acquistato da Cristopher "Kit" Lambert - manager del complesso rock "The Who" - che morì poco tempo dopo a Londra, cadendo dalle scale: si ipotizzò un suicidio. Successivamente comprò Ca' Dario un uomo d’affari veneziano, certo Ferrari, che subì un pesantissimo tracollo finanziario e vide morire sua sorella, che abitava nel palazzo, in un tragico incidente d’auto.

L'ultima vittima illustre risale a 16 anni fa: si tratta di Raul Gardini, che acquistò l'edificio alla fine degli anni Ottanta per trascorrervi alcuni periodi dell'anno. Si suicidò il 23 luglio 1993, in circostanze mai del tutto chiarite.




Dopo la morte di Gardini, sembra che a nessuno interessi più Ca' Dario, tanto che la prima società di intermediazione che aveva ricevuto dal Gruppo Ferruzzi il mandato per la vendita, la Norman di Milano, un paio di anni fa si è arresa e ha ceduto l'incarico. A nulla aveva portato una trattativa con la Collezione Guggenheim, che voleva farne la sede di una Fondazione, ma aveva poi cambiato idea.

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