venerdì 20 aprile 2012
carnevale festa inversa legata all'asino
E' la grande festa inversa...
... Sappiamo che, durante tutto il Medioevo, in Francia si officiavano cerimonie religiose strane ma assai gradite al popolo, come la festa dei pazzi con una processione che partiva dalla chiesa e lì ritornava con i suoi dignitari, i suoi fedeli, il suo popolo. Il popolo rumoroso, malizioso, scherzoso, pieno di traboccante vitalità, di entusiasmo e di foga si riversava nella città dai sobborghi e dalle popolate colline scendeva per ritrovare la gioia e unirsi, fra il sacro e il profano, in processioni come nella “Festa dei Pazzi” o nella “Processione della volpe” o nella “Festa dell’asino”. Liturgie colme di entusiasmo e di grandissima partecipazione, dove giovani e vecchi, donne e bambini, erano coinvolti e liberi di esprimere e sfogare la loro gioia di vivere e la loro sessualità.
Sappiamo anche del “riso pasquale”: lo si è praticato per secoli nelle chiese. Infatti, in certi paesi di lingua tedesca, durante la messa di Pasqua, i predicatori solevano incitare il popolo concelebrante a ridere (per la resurrezione di Cristo) sonoramente, anche ricorrendo a pantomime oscene e a storielle ambigue. Risus pascalis, riso pasquale, veniva chiamata questa usanza.
Ancora, secondo un rituale pagano come la “Festa degli innocenti” del XIV secolo, il Vescovo stesso era solito giocare a palla con i chierici... e ricordo anche lo strano "Gioco della Pelota", praticato nella navata di Saint-Étienne, cattedrale d’Auxerre, e che scomparve, poi, intorno al 1538. Giorni inversi, dove non esistevano più le gerarchie: la "Festa del Papà del Gnoco", a Verona, era colma di queste inversioni di ruoli, affinché il popolo si sentisse libero e senza condizionamenti; in una sorta paese della cuccagna, dove la penuria alimentare e il peccato erano dimenticati per un giorno.
Le feste di tipo carnascialesco, come quelle dei folli, si svolgevano spesso in chiesa, finché non furono soppresse nel XVII secolo; l’asinade era legata alla festa dei folli, la trasgressione delle regole fra tragico e grottesco. Il tragicomico liberava l’individuo dalle sue paure verso l’incerto futuro: la fame, le malattie, la precarietà della vita, l’insicurezza continua, l’oppressione e la paura della morte superata con l’eros.
Ordine e disordine, ma il caos è la sorgente segreta della vita; il sesso genera anarchia, ma anche liberazione. I pagani lo capivano assai meglio di noi. Lasciavano uno spazio all’anarchia nelle loro ben ordinate vite.
Nel medioevo il folle porta sempre una cuffia da cui spuntano le orecchie d’asino e stringe in mano una clava. Il nesso fra asino e sacro è sottolineato da una delle tradizioni più discusse: il “Festum Asinarum”, solennizzato soprattutto in Francia, dove addirittura un arcivescovo, Pierre de Corbeil, scrive i versi che si cantano durante il rito.
E’ chiamata anche messa dell’asino o festa “ragliata”. La domanda che poniamo dopo tutte queste storie è: nelle due processioni veronesi si portava alla venerazione della città Cristo o l’asino? ...
Tratto da "Nascita di una città tra architettura, mistica e metafisica
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