venerdì 15 ottobre 2010

Caro Ivan le tue idee camminano




Ivan Illlich e la speranza
di Daniele Barbieri - 14/10/2010

Fonte: danielebarbieri



Si è svolto a Senigallia, in località Sant’Angelo, un seminario di
studi dedicato al pensiero di Ivan Illich e all’analisi delle modalità
di vita della società contemporanea.

Ivan Illich ha affrontato i principali miti e riti della modernità e
della post-modernità, denunciandone gli eccessi, le illusioni e
ricadute spesso devastanti . I suoi pamplhet anni 70 – Descolarizzare
la società, La Convivialità - lo hanno reso famoso nel mondo. Una
notorietà dalla quale Illich ha progressivamente preso le distanze,
per praticare una ricerca sempre più coinvolta nell’esperienza e nella
concreta comunanza di vita e di intenti; basti ricordare il suo
leggendario Cidoc – Centro interculturale di documentazione – attivo a
Cuernavaca , in Messico, dal 1966 al 1976, un libero cenacolo di studi
che, con la sua casa blanca, le sue living room consultations, il suo
giardino, ha riproposto in chiave moderna l’ideale delle antiche
scuole filosofiche della grecità.

Richiamandosi a questo exemplum illichiano il seminario di Senigallia
ha sperimentato una formula extra-vagante, che ha inteso unire alla
rigorosa dimensione teorica la celebrazione del “qui e ora” su questa
nostra terra, primo e ultimo monito di Illich a tutti i suoi
lettori-amici. I partecipanti convenuti da varie parti d’Italia sono
stati alloggiati convivialmente e accolti per i lavori nel grande
“refettorio” ricavato dalle vecchie stalle del casale ospitante. La
preparazione comunitaria dei pasti e la ricreazione con musiche dal
vivo a cura degli stessi partecipanti, tra cui il fisarmonicista
Salvatore Panu, hanno caratterizzato le tre giornate di un fine
settimana di settembre, in coincidenza della data di nascita di Ivan
Illich.

Sotto il titolo La rinascita dell’uomo epimeteico sono stati chiamati
a confrontarsi con le provocazioni del “radicalismo umanistico” di
Illich, come ebbe a definirlo Eric Fromm, studiosi di varia
provenienza. Il titolo ha preso le mosse dal mito greco – caro ad
Illich – di Prometeo (“colui che riflette prima”) ed Epimeteo (“colui
che capisce a posteriori”), interpretati come simboli di opposte
modalità antropologiche, secondo una “riabilitazione” della polarità
epimeteica; è stato approfondito il tema della speranza – unica a non
fuggire dal vaso di Pandora – quella speranza che Illich contrappone
ad “aspettativa” e coniuga non a qualche ingegneria esistenziale o
potere temporale bensì alla rigenerazione individuale e sociale di
libertà, proporzionalità e relazione.

Alberto Pancotti, curatore del seminario assieme a Giovanna Morelli,
si è soffermato sull’importanza della personalità del luogo; sua
l’idea di organizzare il seminario nel casale al centro delle terre di
famiglia, oggi destinate a produzione biologica e sede del MuSo, orto
collettivo di mutuo soccorso: un’ esperienza di eigenarbeit (arbeit:
lavoro, eigen: proprio, per sé) concetto saliente del pensiero sociale
di Ivan Illich.

Giovanna Morelli, membro del gruppo lucchese di studi illichiani Il
Granchio di Kuchenbuch , ha presentato i nuclei tematici del primo
grande pamphlet di Ivan Illich, Descolarizzare la società, un testo
che, partendo da una requisitoria contro l’istituzione scolastica
dell’obbligo, introduce al grande tema della de-istituzionalizzazione
della società “prometeica”, oggi società dei servizi, per un recupero
“epimeteico” della autonomia personale e di una ritrovata speranza
sociale come forza umana di relazione. Luigi Monti, pedagogista, si è
soffermato sull’ “antipedagogia” illichiana, nell’ambito degli ultimi
grandi maestri di un pensiero forte, da Ellul a Panikkar a Pasolini,
nominando quella “grazia sovversiva dei bambini” che ci auguriamo di
non dover mai perdere.

Il tema della speranza è stato ripreso da Dom Salvatore Frigerio,
biblista e monaco presso il convento benedettino di Monte Giove;
Frigerio ha parlato della speranza come forma di esistenza legata a un
comandamento, a una parola che crea, che apre il futuro e rivela
l’uomo a se stesso e alle proprie facoltà. Fabio Milana, fine curatore
de Il Pervertimento del cristianesimo (edizione breve del “testamento”
di Ivan Illich: I fiumi a nord del futuro) ha affrontato l’inedito
argomento della appartenenza ecclesiale del sacerdote Ivan Illich,
tanto polemico nei confronti del pervertimento istituzionale della
Chiesa, quanto fedele al magistero interiore della cristianità. Per
Roberto Mancini, filosofo, la crisi della speranza è crisi di
trascendenza, è l’orizzonte di una finitezza che non sa rivelare la
storia al suo senso interumano di libertà, di distanza critica dal
male.

Nella mattinata di domenica si sono succedute varie comunicazioni.
Aldo Zanchetta, promotore del gruppo Il Granchio di Kuchenbuch,
attingendo all’inedito epistolario tra Ivan Illich e Giulio Girardi,
ha ricostruito il loro colloquio anni ’70 , un faccia a faccia tra la
progettualità ideologica di Girardi e il superamento illichiano
dell’ideologia. Peter Kammerer, sociologo, ha introdotto a una
sorprendente convergenza fra Marx e Illich sul tema di
quell’illuminato edonismo, primo grande atto rivoluzionario, il quale
raffina l’uomo rispetto alla coazione dei bisogni primordiali. Massimo
Angelini, ruralista, ha motivato il suo richiamo a una parola non
specialistica, infine Beatrice Viti, neurologa, ha recato la sua
testimonianza di medico impegnato in una percezione olistica del
paziente.

Gli atti del seminario, in preparazione, possono essere prenotati
presso: albepanco1957@libero.it

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