lunedì 11 ottobre 2010
Un bel libro
Emmanuìl Roidis
La Papessa Giovanna
Alla metà del IX secolo, una donna travestita da frate sale sul soglio di Pietro: giunge a Roma dopo anni trascorsi assieme al suo giovane amante nei conventi della Germania, della Provenza e della Grecia. Fin qui la leggenda (antica, ma non troppo). L’ingegno e l’erudizione mordace di Roidis traggono dalla vicenda uno straordinario affresco dei secoli bui, un capolavoro – più volte imitato, mai uguagliato – che coniuga un’accurata documentazione storica con una verve narrativa che ricorda Byron e Voltaire.
L'opera mette a contributo la nota leggenda, diffusa dalla Chronica universalis Mettensis e da altri cronisti medievali nonché dal teatro edificante (Il mistero di Frau Jutten), della papessa Giovanna, una donna che sotto abiti maschili avrebbe occupato la cattedra di san Pietro. Rimasta orfana a sedici anni, Giovanna, che il romanziere greco fa nascere in Sassonia, si ritira in un convento di suore, dove fa la conoscenza del focoso monaco Frumenzio, il quale dopo lunghe peripezie la porta ad Atene sulle pendici dell'Imetto, dove i due trascorrono molti anni in santo romitaggio. Giovanna viene presto in fama per la sua dottrina teologica, raccogliendo nell'ambiente ecclesiastico buon numero di ammiratori e di... adoratori. Un bel giorno Giovanna abbandona il povero Frumenzio e s'imbarca sopra una nave italiana che la trasporta a Roma. Qua, sotto le vesti di "Padre Giovanni", è nominata segretario di papa Leone, alla morte del quale è chiamata a succedergli sul trono di san Pietro. La storia ha una fine che è tragica e insieme comica, suggerita dalla maligna fantasia dei cronisti medievali, già in precedenza sfruttata dai protestanti e da G.B. Casti in una delle sue Novelle. Anche sotto il paludamento delle vesti pontificali la fragilità del sesso, a lungo contenuta, si fa sentire, e Giovanna rivela il suo segreto a uno dei camerieri, fintantoché muore in conseguenza di un parto prematuro, sopraggiunto durante una processione solenne. La leggenda è in realtà poco più che un pretesto e un appiglio all'estro satirico dello scrittore, il quale si è compiaciuto di rievocare la vita ingenua e insieme corrotta dell'Europa cristiana nell'alto Medioevo (sec. IX) per farsi egualmente beffe dell'oriente greco come dell'occidente latino. Per lo scetticismo, l'arguzia e il gusto dell'erudizione il Roldis della Papessa Giovanna appare un volteriano in ritardo, o un precursore greco di Anatole France.
Emmanuìl Roidis
La Papessa Giovanna
trad. di Filippomaria Pontani
pp. 216, € 13,50
2003
ISBN 88-8306-113-6 Crocetti Editore
Notizie sull’autore:
Emmanuìl Roidis (Siros, 1836 - Atene, 1904) è tra i protagonisti della rinascita delle lettere greche dell’Ottocento. Giornalista, fu fondatore e direttore della rivista satirica “Asmodeos”, direttore della Biblioteca Nazionale, acuto critico letterario e autore di racconti, raccolti nel volume Novelle di Siros. Fervido sostenitore della lingua popolare (dimotikì), di fatto, nei suoi scritti, rimase fedele alla lingua epurata (katharèvusa). In questa scrisse la sua opera più nota, La Papessa Giovanna, pubblicata nel 1866, che suscitò accese polemiche per il suo tono ironico e dissacrante. Il romanzo riscosse uno straordinario successo editoriale e lo rese famoso nel mondo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento