venerdì 14 marzo 2025

Mitreo di Vulci



Uno dei mitrei meglio conservati d'Italia si trova a Vulci. La sua planimetria è comune a quella della maggior parte dei luoghi di culto noti : ci sono due ambienti ( anticamera e stanza rettangolare) lungo le cui pareti corrono due banconi, sorretti ognuno da 6 archetti. Sopra vi trovavano posto gli iniziati.
In fondo si trova una grande cavità che accoglie la grande statua di Mitra nell'atto di uccidere un toro. Quella che possiamo ammirare oggi è una riproduzione. L'originale è conservata al Museo dell'Abbadia.
Di grande importanza sono le sculture e gli altri materiali rinvenuti: dal corridoio centrale provengono ben due gruppi scultorei raffiguranti la Tauroctonia, un cane, un corvo e una statua di Cautes (tutti elementi del culto mitraico) ed un’erma con testa di Bacco; nel vestibolo era molta ceramica (fra cui due vasi rituali) ed un tesoretto monetale databile fino all’inizio del V secolo d.C.
Le prime fasi di utilizzo del mitreo sembrerebbero datarsi al III secolo d.C.; lo scavo ha inoltre rivelato che la distruzione violenta, avvenuta tra IV e V secolo d.C., fu causa dell’abbandono della struttura.
Il mitraismo, religione i cui elementi originari maturarono nell’antico Iran, venne rielaborato e fatto proprio dal mondo Greco-Romano, incontrando una fortuna straordinaria. Trai suoi seguaci si annovera il facoltoso personaggio, forse un senatore, che volle allestire un sacello adiacente alla sua dimora residenziale di Vulci.

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