martedì 4 marzo 2025

Fra noce delle streghe e culto della vipera

 Il 4 marzo la chiesa festeggia come santo Barbato, vescovo di Benevento (602-682)



Definito "apostolo del Sannio" divenne vescovo di Benevento nel 664, città sotto regno longobardo, in cui il popolo aveva conservato pienamente i riti Gentili nonostante superficialmente battezzati.
Infatti veneravano il Noce sacro a Wodan e avevano un culto della vipera molto simile a quello di Agathodaemon.
Svolgevano un rito nei pressi del fiume Sabato che i Longobardi erano soliti celebrare in onore di Wotan, padre degli Dèi: veniva appesa, all' albero sacro, la pelle di un caprone. I guerrieri correvano a cavallo attorno all'albero colpendo la pelle con le lance, con l'intento di strapparne brandelli che poi mangiavano.
Barbato non poteva sopportare che si praticassero i culti dei Patres e accusava i Longobardi di idolatria, ma non sapeva come fare per sradicarli definitivamente, sfruttò quindi le coincidenze che si vennero a creare. L'imperatore bizantino Costante II stava assediando la città e quindi Barbato promosse di intercedere con esso in nome della chiesa se il duca Romualdo avesse concesso alla piena conversione cristiana. Con l'aiuto della duchessa Teodorata (notare sempre il topos di queste donne circuite da preti) Romualdo cedette, quindi Barbato si diresse eccitato con una delegazione di ecclesiasti ad abbattere il sacro noce e proibì tutti i culti. Barbato divenne in questo modo vescovo della città.
Barbato stesso quindi abbatté l'albero sacro e ne strappò le radici, facendo costruire nel posto una chiesa, chiamata Santa Maria in Voto. Romualdo continuò ad adorare in privato la vipera d'oro, finché la moglie Teodorada la consegnò a Barbato che la fuse ottenendo un calice per l'eucaristia.
Con uno strano patto (berit) quindi il duca Romualdo riuscirà a sconfiggere l'imperatore bizantino e a mantenere il suo ducato ma al prezzo di tradimento dei propri Avi.
Immagine: Barbato abbatte il noce di Benevento

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