Gli shabti , ushabti o ushabti in egiziano "quelli che rispondono" (i responsabili; i replicanti!) sono bambole, figure umane ridotte in cera, legno o pietra che venivano sepolte nelle tombe di re o nobili affinché nell'Aldilà, dopo aver recitato l'apposito incantesimo ,capitolo sei del Libro dei Morti, prendessero vita e svolgessero compiti quotidiani o gravosi a beneficio del defunto.
Gli antichi egizi prestavano particolare attenzione a tutto ciò che riguardava la vita dopo la morte. Gli abitanti del Paese del Nilo credevano che i defunti dovessero affrontare un pericoloso viaggio verso il regno di Osiride. Per questo motivo era soliti lasciare istruzioni per farsi seppellire con amuleti e testi sacri come il Libro dei morti, indispensabili per affrontare le insidie che avrebbero incontrato lungo il cammino verso l'aldilà. Ma se c'era una cosa che preoccupava gli antichi egizi almeno tanto quanto il viaggio, era la destinazione: nessun egizio infatti desiderava trascorrere l'eternità a lavorare....Gli ushabti erano delle piccole statue a forma di mummia normalmente realizzate in legno o terracotta. Venivano depositate nel sepolcro insieme al defunto, nella speranza che agissero in suo nome nel regno dei morti e che, così facendo, questi non dovesse lavorare durante tutta l'eternità. Gli ushabti portavano inciso il nome del proprietario e spesso venivano rappresentati dotati di piccole zappe o di altri strumenti per lavorare la terra.
Nessun commento:
Posta un commento