giovedì 10 novembre 2022

VILLA CUSCIANNA


Oggi vi raccontiamo dell’ottocentesca Villa Cuscianna, un misterioso ed eccentrico edificio abbandonato completamente ricoperto di simboli alchemici ed esoterici.
Un luogo che per anni è stato al centro di storie e leggende create per spaventare i bambini, convinti che al suo interno ci fossero i fantasmi. Uno stabile che immagineremmo nascosto e isolato in buie strade di campagna e che invece si trova a pochi metri dalla affollata piazza principale di Matera.
Sulle due colonne del cancello di ingresso è inciso un nome: Leonardo Cuscianna. Si tratta di colui che alla fine dell’800 fece costruire questa villa dall’architettura eclettica con richiami allo stile moresco.
Non si conosce molto della sua vita: sappiamo solo essere nato a Matera nel 1884 e morto a Boston nel 1947, ma pare evidente che fosse interessato al mondo della Massoneria, di cui probabilmente faceva parte.
L’intero edificio riconduce alla dottrina dell’esoterismo e ciò lo si comprende andando a studiare i mille particolari disseminati su facciata, scale e persino sullo stesso cancello di accesso.
La ringhiera infatti riporta degli aguzzi decori in ferro che rappresentano il simbolo alchemico della “monade” che in sé racchiude la luna, il sole, gli elementi naturali e il fuoco: le unità fondamentali dell’Essere. Un segno che compare in altri monumenti come la Porta Alchemica di Villa Palombara a Roma.
Sulle due colonne è riportato invece il simbolo dell’arsenico: una decorazione di colore rosso formata da una linea con due tondi alle estremità. Si narra che questo elemento chimico, assieme allo zolfo, portasse a uno stato di trance mistica e rivelasse allo Spirito il cammino da intraprendere.
Altro particolare che notiamo affacciandoci tra le inferriate, e che ritorna in tutta la struttura, è una stella a otto punte in un cerchio bianco. Visibile sulle balaustre delle scale di accesso e sulla vetrata della torre sinistra, dove la stella appare a forma di fiore con una croce come stelo: una figura che rimanda a leggendario ordine segreto dei Rosacroce.
Di questo simbolo ne parla l’attuale proprietario Nicola Cuscianna, nipote di Leonardo, in un’intervista rilasciata alla testata SassiLive.
«La figura geometrica richiama il significato simbolico del numero otto, collegato alla resurrezione, che ricorre spesso negli impianti occulti dei Templari. Corrisponde al ritmo perfetto dell’armonia e della felicità che derivano dalla riconquista del Paradiso. Anche sul pianerottolo della prima scala è disegnato un quadrato di colore rosso che contiene un ottagono ispirato alla forma di Castel del Monte e quindi a Federico II di Svevia».
L’edificio è poi pieno di iscrizioni in latino. Sulla facciata centrale si trova la scritta “Donec Erunt Ignes” (“Finchè durerà il fuoco”), un’espressione usata dall’autore di testi di alchimia Fulcanelli per indicare il “fuoco segreto”, l’essenza spirituale senza cui non esisterebbe la vita stessa.
Ai lati due quadrati di pietra che racchiudono il “Quadrato del Sator”, una misteriosa e antica iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta dalle cinque parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS.
La loro giustapposizione, nell'ordine indicato, dà luogo a un palindromo, vale a dire una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra e viceversa. La stessa frase palindroma si ottiene leggendo le parole del quadrato dal basso verso l'alto purché ogni riga sia letta da destra verso sinistra.
L'iscrizione è stata oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici, sia in epigrafi lapidee sia in graffiti, ma il senso e il significato simbolico rimangono ancora oscuri, nonostante le numerose ipotesi formulate.
Sulle due porte laterali di ingresso sono presenti altre due frasi ermetiche. Sulla posta sinistra “Sub Rosae” con una rosa disegnata al centro, un chiaro riferimento ai Templari e ai Rosacroce.
Su quella di destra invece “Si sedes non is”, che letta da sinistra a destra significa “se ti siedi non procedi” e da destra a sinistra “se non ti siedi procedi”. In entrambi i casi rappresenta un invito a perseverare nel proprio obiettivo e nel miglioramento di sé: un’esortazione da sempre cara alla Massoneria.

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