sabato 12 dicembre 2020

TRANSE E POSSESSIONE RITUALE

L'immagine può contenere: 5 persone, persone seduteLe modificazioni degli stati di coscienza sono potenzialità universali costitutive della natura umana, ma, osserva Lapassade, ogni società seleziona alcuni stati modificati per varie ragioni e li socializza ritualizzandoli secondo specifiche forme. Due esempi: gli amerindi scelgono prevalentemente stati allucinatori per trasformarli in transe visionarie attraverso riti di tipo sciamanico, mentre gli africani scelgono piuttosto stati di “sonnambulismo” (con dissociazione e sdoppiamento della personalità) e li trasformano ritualizzandoli in transe di “possessione”.
L’Autore usa il termine di “possessione rituale” per descrivere un fatto di credenza, una rappresentazione sociale, un’entità culturale condivisa dai suoi membri, e non un fatto di psicologia individuale, secondo la quale il soggetto è, in stato di transe, spossessato dalla sua identità abituale e abitato da un’entità sovrannaturale. E opera una distinzione fra possessione subìta, che appare come uno stato di “malattia”, e possessione “augurata”, accettata, che è quella dei rituali musico terapeutici di transe, come quelli osservati e descritti da Lapassade in Africa (il rito ndöp dei Lebu e Wolof del Senegal, lo stambali tunisino e la derdeba o Lila marocchina dei Ghnaua) e in Brasile (il candomble, l’umbanda e la kimbanda).
Generalizzando queste pratiche Lapassade finisce con l’enunciare una definizione antropologica della transe come stato modificato di coscienza culturalmente elaborato, socializzato e ritualizzato. In questo schema si ritrovano così le transe verificate dall’antropologia classica e dall’etnologia. A tale proposito questo saggio sulla transe potrebbe essere utile dal punto di vista di come viene affrontatala sofferenza dei migranti. “Spesso – come riferisce Leonardo Montecchi, Psichiatra psicoterapeuta presso il Sert di Rimini – ci sono forme di transe di possessione legate alla loro cultura d’origine là dove gli psichiatri del DSM* vedono niente altro che una paranoia o addirittura una schizofrenia”.
Da questo e da tanti altri punti di vista questo libro, che ha il pregio di condensare in poche pagine tutto ciò che si sa della transe in ambito antropologico e storico, resta un testo indispensabile e quanto mai attuale.
*Nota. Nel DSM-IV, la possessione rientra nella categoria del Disturbo Dissociativo Non Altrimenti Specificato. La trance dissociativa implica una riduzione della consapevolezza dell'ambiente circostante o comportamenti o movimenti stereotipati che vengono vissuti come al di fuori del proprio controllo. La trance di possessione implica la sostituzione del senso abituale dell'identità personale con una nuova identità, attribuita all'influenza di uno spirito, potere, divinità o altra persona e associata a movimenti involontari stereotipati o amnesia. All'interno dei culti della possessione, la convinzione di essere posseduti dagli spiriti è più comune tra le donne che tra gli uomini.
[Georges Lapassade, “Dallo sciamano al raver. Saggio sulla transe”, a cura di Gianni De Martino, postfazione di Tobia D’Onofrio, Jouvence, 2020]
~ André Brouillet, L'Exorcisme : Musiciens arabes chassant les djinns du corps d'un enfant, (Musée des beaux-arts de Reims).


Luigi Pellini

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