martedì 22 dicembre 2020

Il lascito: Verginelli Rota all'Accademia dei Lincei

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L'approccio all'ermetismo, inteso come ricerca della Conoscenza del Sé secondo i dettami di Ermete Trismegisto, risale in Vinci all'epoca dell'incontro con il valdese Girolamo Moggia sul treno Barletta-Bari nel 1921 e alla traduzione della “Chymica Vannus”. Nel 1924 Verginelli entra a far parte dell'“Accademia Pitagora di Studi Ermetici” a Bari, patrocinata dalla “Schola Philosophica Hermetica Classica Italica” (S.P.H.C.I.) fondata dal Maestro Giuliano M. Kremmerz, al secolo Ciro Formisano. La “Schola” assunse la chiara configurazione di una congregazione finalizzata alla terapeutica, così che, per iniziativa del suo fondatore, si denominò, nell'operatività ermetica, “Fratellanza Terapeutico-Magica di Miriam”. A Roma, Verginelli subentrò nella conduzione del “Circolo Virgiliano”, ispirato alla stessa Fratellanza. Esperto conoscitore di quegli antichi testi alchemico-ermetici, catalogati nei decenni a lui precedenti da Caillet, Lenglet du Fresnoy, Manget, Ferguson, Duveen, Thorndike e altri, dopo la dipartita di Nino Rota, che aveva massimamente contribuito a collezionarli, Verginelli decise di comporne un catalogo “alquanto ragionato”, che fosse cioè una guida descrittiva e critica all'interpretazione dei testi per il “candido lettore” e “curioso ricercatore” . Degli oltre 450 volumi in suo possesso fece donazione alla Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei a Roma nel 1984, quand'era presidente il professor Giuseppe Montalenti, affinché fossero di facile consultazione; la donazione fu ufficialmente recepita dal presidente dell'Accademia, il professore arabista Francesco Gabrielli.

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