Vitruvio, nella sua "De Architectura" (27 aC), scriveva: " Nelle venete lagune si respira un aria incredibilmente sana, particolarmente intorno a Ravenna, Altino e Aquileia perché gli stagni rivolti a settentrione hanno il fondo più elevato di quello del mare; per questo, nelle ore di reflusso, le acque retrocedendo e scolando in mare, traggono seco il fango ed ogni marciume , nettando tutto il fondale della Laguna. Il sapore amaro e salso uccide gli insetti nocivi ed uccide le piante che allignano nelle acque dolci dove, morendo e marcificando creano aria cattiva".
Un altro estimatore delle acque lagunari fu
Strabone (64 aC)che asserisce:"Quando gonfiasi la marea, la laguna riceve dentro di sé una parte del mare, ed essendo così da queste acque e dai fiumi spazzato via tutto quanto vi ha di fangoso, l aria di per sé non buona, rimane per così dire "medicata". Ha pertanto questo paese tale mirabile particolarità che l aria, pur in mezzo alle paludi, è monda e pura." Strabone ci spiega anche che grazie alle sue "terapeutiche arie" vennero edificate molte ville dove il patriziato romano usava trascorrere le vacanze e dove gli imperatori di Roma inviavano importanti gladiatori a riposarsi.
All' epoca esisteva la malaria, ma le zanzare della Laguna, quelle estinte, si sviluppavano unicamente in acque dolci e nelle antiche cisterne veneziane alimentate dalle acque pluviali. Anche nei periodi successivi alla decadenza romana le acque si mantennero salubri tanto che furono stabilmente abitate e dettero poi ospitalità ai tanti scampati dalla furia dei barbari. Fu allora che Lupio, Dorsoduro, Olivolo, Gemini, Mercede, Vineole, Bovense furono occupate in prevalenza da Padovani, Asolani, Cenedesi e Bellunesi; tre secoli dopo, quelle isolette avrebbero costituito il primo territorio della nuova Venezia.
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