LE CHIESE DENTRO I TEMPLI. IL NUOVO VOLTO DEL SACRO
Nel 313, con l’Editto di Milano, l’imperatore Costantino concesse la libertà di culto in tutto l’impero, mettendo fine a secoli di persecuzioni contro i Cristiani. Ma Roma era ancora una città prevalentemente pagana e così gli edifici funzionali alla preghiera e ai riti della nuova religione furono costruiti inizialmente in periferia. La situazione tuttavia mutò rapidamente e l’Editto di Tessalonica che nel 380 proclamò il Cristianesimo religione di Stato inaugurò il dominio del nuovo culto in un clima di rivincita nei confronti degli antichi dèi pagani.
Le nuove chiese si ispirarono alle basiliche dell’antica Roma – grandi edifici pubblici con funzioni giudiziarie e commerciali ma non cultuali – da cui mutuarono il nome e la forma architettonica. I templi non potevano infatti servire da modello, in quanto legati a una fede proibita, che un atteggiamento superstizioso portava ormai a considerare diabolica. Si inaugurava una fase di forte ostilità, in cui la distruzione dei luoghi che avevano ospitato riti di adorazione dei “demoni” pagani era vista con favore, nel suo valore simbolico di trionfo della nuova religione.
Solo più tardi, tra il V e il VI secolo, quando il Cristianesimo consolidò definitivamente la sua supremazia, l’avversione nei confronti degli antichi edifici, abbandonati o in rovina, residui di un’epoca ormai lontana, scemò e si diffuse la pratica di purificare i templi pagani per trasformarli in chiese cristiane.
Molti luoghi di Roma conservano ancora le affascinanti tracce di questo momento di transizione e alcuni edifici suggestivi permettono di leggere nel proprio tessuto quelle trasformazioni architettoniche che, come uno specchio, riflettono fedelmente la fine di un’epoca e l’inizio di un mondo nuovo....
Nel 313, con l’Editto di Milano, l’imperatore Costantino concesse la libertà di culto in tutto l’impero, mettendo fine a secoli di persecuzioni contro i Cristiani. Ma Roma era ancora una città prevalentemente pagana e così gli edifici funzionali alla preghiera e ai riti della nuova religione furono costruiti inizialmente in periferia. La situazione tuttavia mutò rapidamente e l’Editto di Tessalonica che nel 380 proclamò il Cristianesimo religione di Stato inaugurò il dominio del nuovo culto in un clima di rivincita nei confronti degli antichi dèi pagani.
Le nuove chiese si ispirarono alle basiliche dell’antica Roma – grandi edifici pubblici con funzioni giudiziarie e commerciali ma non cultuali – da cui mutuarono il nome e la forma architettonica. I templi non potevano infatti servire da modello, in quanto legati a una fede proibita, che un atteggiamento superstizioso portava ormai a considerare diabolica. Si inaugurava una fase di forte ostilità, in cui la distruzione dei luoghi che avevano ospitato riti di adorazione dei “demoni” pagani era vista con favore, nel suo valore simbolico di trionfo della nuova religione.
Solo più tardi, tra il V e il VI secolo, quando il Cristianesimo consolidò definitivamente la sua supremazia, l’avversione nei confronti degli antichi edifici, abbandonati o in rovina, residui di un’epoca ormai lontana, scemò e si diffuse la pratica di purificare i templi pagani per trasformarli in chiese cristiane.
Molti luoghi di Roma conservano ancora le affascinanti tracce di questo momento di transizione e alcuni edifici suggestivi permettono di leggere nel proprio tessuto quelle trasformazioni architettoniche che, come uno specchio, riflettono fedelmente la fine di un’epoca e l’inizio di un mondo nuovo....
La chiesa di San Lorenzo de’ Speziali in Miranda
si trova nel Foro Romano, all’interno del tempio che nel 140 d.C. l’imperatore Antonino Pio fece erigere in onore della consorte Faustina e in cui fu venerato egli stesso, dopo la sua morte. Tra il VII e l’VIII secolo d.C., la cella interna fu trasformata in chiesa e dedicata a San Lorenzo, per ricordare il luogo in cui il martire venne condannato a morte. Nel 1430, Papa Martino V concesse l’edificio all’Università degli Speziali, che ne hanno ancora la giurisdizione. La denominazione “in Miranda” si riferisce alla mirabile vista sul Foro. Dell’antico tempio sono attualmente visibili le dieci colonne del portico antistante la facciata seicentesca in laterizio, opera di Orazio Torriani. L’interno, visitabile solo il giovedì, ospita celebri opere quali il Martirio di San Lorenzo di Pietro da Cortona e la Madonna col Bambino e Santi del Domenichino.
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