Il basilisco è l'essere favoloso del mondo dei rettili. E' rappresentato come un serpente alato, con testa e zampe di gallo e occhi dallo sguardo che uccide. Il suo nome deriva dal greco antico e, secondo Plinio, ha probabilmente a che fare con il nome attribuito al velenoso serpente coronato, detto basiliskos o anche regulus ( piccolo re ), a causa della macchia bianca sulla testa a forma di diadema. Il basilisco nasce dall'uovo di un vecchio gallo nero deposto sul letame e covato da un rospo o da un serpente. Nel 1474 il Consiglio di Basilea condannò a morte un gallo di undici anni che, a quanto si diceva, aveva deposto un uovo. La bestia fu decapitata il 4 agosto, il suo corpo fu bruciato e anche il suo presunto uovo fu dato alle fiamme. Il basilisco dimora in grotte, sotterranei e pozzi, dove si dice custodisca tesori, ma anche nel deserto. O meglio, egli crea il deserto: ai suoi piedi cadono morti uccelli e imputridiscono i frutti.
Scrive Plinio… "Questo nasce nella provincia di Cirenaica, e non è maggiore di dodici dita; e ha una macchia bianca in capo, a guisa di diadema. Col fischio caccia tutti i serpenti; né va come l'altre serpi avvolgendosi, ma cammina retto dal mezzo in su. Appassisce le piante non solamente col toccarle, abbrucia l'erbe e rompe i sassi. Tanta forza ha questa bestia. Dicesi ch'essendo morto con una asta da uno ch'era a cavallo, che montando il veleno su per l'asta non solo morì l'uomo, ma il cavallo ancora. Il basilisco è fuggito dall'altre serpi, perché con l'odore l'uccide; e dicesi che uccide l'uomo ancora guardandolo; nondimeno i Magi attribuiscono maravigliose lodi al suo sangue, il quale si rassoda come pece, e stemperato ha colore più chiaro che cinabro. Attribuiscongli prosperità nelle cose domandate a' principi e a' magistrati e a Dìo in beneficio e liberazione delle infermità. Alcuni chiamano questo sangue sangue di Saturno".
Dunque il suo soffio è velenoso e il suo sguardo mortale, ma lo si può sconfiggere mettendogli davanti uno specchio e facendolo così morire del suo stesso sguardo: è l'idea del maligno che lo morde. Il malefico basilisco da chiaro specchio sfugge, per propria rovina il veleno dei suoi occhi, chi è incline a fare del male al prossimo, è giusto venga colto egli stesso dal proprio impeto assassino(Honberg, 1675).
Nella Bibbia il basilisco compare come un serpente velenoso, mentre Isidoro di Siviglia lo definisce regulus volans e Ugo di San Vittore, nel suo libro dei Salmi, lo chiama rex serpentium. In Occidente è Ildegarda di Bingen (1098-1179) che, nel suo Physica, descrive per la prima volta il basilisco come un essere che nasce dall' uovo di gallo covato da un rospo. Anche Pierre de Beauvais sostiene che il basilisco nasce dall'uovo di un gallo, ma va oltre e sostiene che, per difendersi da lui, basta mettersi sotto una campana di cristallo che non lasci passare il suo soffio avvelenato.
Il basilisco è carico di significati simbolici. In molte cattedrali romaniche e gotiche sta a simboleggiare alternativamente il diavolo e il peccato. Nei secoli XIV e XV rappresenta il tradimento degli ebrei e nel XVI secolo viene associato alla collera e alla forza. Tra i peccati capitali, rappresenta la lussuria e viene combattuto da Cristo insieme al leone e al drago. La sifilide che si diffuse nel secolo XV fu denominata "morbo del basilisco". In alchimia è simbolo del fuoco devastatore che prelude alla trasformazione dei metalli. E' anche l'immagine della morte che abbatte con feroce velocità: la falce è fulminea come lo sguardo, se non ci si pensa in tempo preparandosi con lucidità.
Questo serpente è una immagine dell'inconscio, terribile e mostruoso per chi lo ignora e non lo riconosce, fino al punto di disintegrare la personalità.
Copiato da Silvia
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