E Matilde rinunciò al marito per amore di papa
Gregorio VII
DIRE Matilde di Canossa significa far riferimento alla
Roma medievale della seconda metà del secolo XI. E' la città dei papi in lotta
contro i Normanni e l' imperatore Enrico IV, con la marchesa di Toscana braccio
destro di quattro papi tra il 1066 e il 1099. Tutto inizia con Alessandro II,
quando Matilde è con il patrigno Goffredo a capo di un esercito nel respingere
i Normanni di Riccardo d' Aversa, che compie scorrerie nella Campagna Romana; e
lei è ancora in armi con il marito Goffredo il Barbuto e la madre Beatrice ad
Aquino nel 1073 contro Roberto il Guiscardo, che non vuole riconoscersi
vassallo del nuovo papa Gregorio VII, al secolo Ildebramdo di Soana, e finisce
sconfitto in una battaglia che dura 19 giorni. Matilde vittoriosa con la madre
Beatrice si trasferisce a Roma, mentre il marito se ne torna in Toscana;
entrambe diventano consigliere fidate del papa in quello che viene chiamato il
"senato delle femminelle" con "chiacchiere ingiuriose" che
cominciano a circolare. Matilde vorrebbe tornare dal marito, ma ci rinuncia di
fronte a una lettera del papa che le fa presente l' impossibilità di «rompere o
indebolire l' affetto con il quale Dio ha voluto unirci». E da lontano l'
imperatore Enrico IV grida allo scandalo per quel papa che «separa coloro che
Dio ha unito». In risposta arriva il Dictatus papae, nel quale si afferma la
superiorità del papa sull' imperatore, che si risente aprendo un' ostilità
destinata a durare a lungo, con tanto di attentato al papa. Matilde allora
entra nelle stanze del Laterano ed è solo da lei che il papa vuole essere
curato. Una volta guarito scomunica Enrico IV con i conseguenti dibattiti che
portano il papa nel 1077 a chiudersi a Canossa, ospite di Matilde. E sono altre
"chiacchiere ingiuriose". D' altronde le lettere di Ildebrando
parlano da sole: «Se io sono amato come amo, sono obbligato a credere che
nessun mortale tu mi preferisca, così come io non ti antepongo nessuna donna al
mondo». Una volta morto Gregorio VII Matilde seguita ad essere vicina al papato
come una papessa, dignitosa e pura di intenti. Una specie di papessamadre. Così
è con Vittore III, che vorrebbe starsene tranquillo a Montecassino a fare il
frate e lei nel 1087 lo riporta a Roma «quasi ricordandogli come sia suo dovere
non allontanarsi dalla sede di Pietro», come commenterà il Gregorovius.
Di Claudio Rendina da "LA REPUBBLICA"
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