19 dicembre 2013 08:30
Quel mosaico racconta vizi e virtù d’un tempo
L’eterna lotta tra bene e male descritta in migliaia di tessere. Sotto il duomo maschere, animali e labirinti per la chiesa di nove secoli fa
Se si scendono i quattordici gradini che dal cortiletto del Camposanto dei Canonici, sul fianco meridionale della Cattedrale, portano in un’aula sotterranea dal soffitto molto basso, e si accendono i faretti, nello sfavillare dei raggi riflessi dalle miriadi di piccole tessere, ci si trova davanti un mosaico che ci riporta indietro di quasi nove secoli, al tempo in cui il Duomo come noi oggi lo conosciamo non esisteva ancora. Il litostrato apparteneva, in origine, ad una chiesa diversa dalla cattedrale, una chiesa parallela e attigua a quella romanica costruita a partire dal 1107, intitolata a San Gregorio.
Molto si è discusso sulla sua datazione, anche se ormai è accettato un periodo compreso tra il primo e il terzo decennio del XII Secolo. Il mosaico è stato scoperto nel 1770 dal conte Giambattista Biffi in occasione di lavori resisi necessari per questioni di ordine sanitario e da allora ha destato l’attenzione degli storici dell’arte per la bellezza ed il soggetto, non molto comune tra i pochi mosaici di questo periodo ancora conservati nel luogo stesso in cui vennero realizzati.
Verso nord il mosaico è limitato da una striscia costruita a labirinto in cui si inseriscono dei pesci. La zona più danneggiata del mosaico è costituita da una serie di tondi congiunti da un nastro continuo fra cui si inseriscono quattro croci composte da foglie. Nei clipei sono raffigurati animali tipici del bestiari medievali che rimandano, attraverso la loro simbologia, alle componenti positive e negative dell’animo umano: l’unicorno, l’elefante, un felino dal corpo a scacchiera che potrebbe essere un leopardo piuttosto che la dantesca “lonza”, l’asino o l’asino selvatico (l’onagro) o il mulo, forse l’agnello o la pecora, il pesce bianco. Fra di essi vanno considerati virtuosi: l’unicorno, l’elefante, l’agnello o la pecora, e il pesce bianco; e vizioso va sicuramente considerato invece il felino dal corpo a scacchiera, mentre ambivalente è la figura...
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Verso nord il mosaico è limitato da una striscia costruita a labirinto in cui si inseriscono dei pesci. La zona più danneggiata del mosaico è costituita da una serie di tondi congiunti da un nastro continuo fra cui si inseriscono quattro croci composte da foglie. Nei clipei sono raffigurati animali tipici del bestiari medievali che rimandano, attraverso la loro simbologia, alle componenti positive e negative dell’animo umano: l’unicorno, l’elefante, un felino dal corpo a scacchiera che potrebbe essere un leopardo piuttosto che la dantesca “lonza”, l’asino o l’asino selvatico (l’onagro) o il mulo, forse l’agnello o la pecora, il pesce bianco. Fra di essi vanno considerati virtuosi: l’unicorno, l’elefante, l’agnello o la pecora, e il pesce bianco; e vizioso va sicuramente considerato invece il felino dal corpo a scacchiera, mentre ambivalente è la figura...
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