martedì 31 agosto 2021
IDOLO DI UN RITO SEGRETO: VICINO ALL'AION ZEVIAN
Il corridoio sotto il tempio di Delfi che conduceva all'oracolo
Forse dovremo ripristinare gli oracoli nei santuari moderni, una forma "dolce" per gestire le comunità, ma anche per controllare la politica dei potenti
Questa foto, scattata da un turista nel 2000, mostra il corridoio situato sotto al tempio di Apollo a Delfi, conducente alla stanza sotterranea dove la Pitonessa rendeva i suoi oracoli. Nella stanza scaturiva anche una fonte d'acqua. Si può immaginare lo stato d'animo di chi vi accedeva per avere risposta da quella figura sovrumana.
Il teatro che riproduce la costellazione di Andromeda
Visionario ed evocativo. Come un’ode antica o un racconto dedicato alle stelle. Può essere descritto così il Teatro di Andromeda, la struttura costruita con blocchi di roccia e circondato dall’austerità tipica dell’architettura micenese, che lascia tuttavia spazio alla semplicità del recinto siciliano per il gregge. Questo teatro è stato costruito da un pastore artista di nome Lorenzo Reina, che ha realizzato in una zona panoramica della città un palco circolare e dei posti a sedere, costituiti da blocchi di pietra che riproducono in numero e disposizione le stelle della costellazione di Andromeda... Teatro Andromeda, uno straordinario angolo di Sicilia. Si tratta del teatro in pietra più alto d’Europa. Sorge nel territorio di Santo Stefano Quisquina, incastonato tra i Monti Sicani....un luogo unico!Qui, oltre al mirabile Teatro, si trovano numerose sculture che si fondono con la natura circostante ed un museo a pianta ottagonale....
giovedì 26 agosto 2021
Il grande filosofo con la mente ad oriente ed il cuore in Occidente, quando Dio è morto
"Seppellitemi come un onesto pagano"
lunedì 23 agosto 2021
Le immagini dal paleolitico lasciano tanti interrogativi, fantasia e tecnica convivono in un uomo che non è affatto "primitivo"
venerdì 20 agosto 2021
Un Papa con le idee chiare
Non a caso proprio dove c'era Albalonga, Madre di Roma
mercoledì 18 agosto 2021
Universo 25, il mondo dei topi e degli uomini
Architettura al chiaro di luna
René Magritte (Belgian, 1898–1967)
martedì 17 agosto 2021
Uno dei simboli della Roma del Novecento
La "Bocca della Verità" è uno dei simboli di Roma e ha alimentato attraverso i secoli la propria fama in tutto il mondo, dando adito a numerose interpretazioni circa la sua funzione.
LA BOCCA DELLA VERITA'
Risalente secondo alcuni studiosi al IV secolo a.C. la scultura, di 1 metro e 66 centimetri di diametro e 22 di spessore, raffigura un volto barbuto con occhi, narici e bocca cavi, attraverso cui poteva eventualmente filtrare l'acqua di scolo, ma la sua fama è legata al mito che la voleva giudice della lealtà di coloro che infilavano la mano nella fessura corrispondente alla bocca: se avessero mentito avrebbero rischiato che la scultura tenesse il loro arto bloccato. Si tratta di una leggenda che nel corso dei secoli, specialmente dal medioevo, ha riguardato la sincerità nei rapporti amorosi ma anche quella di personaggi illustri, quali l'imperatore Giuliano che venne smascherato per aver truffato una donna e a cui il diavolo, nascosto dentro all'opera marmorea, promise riscatto in cambio del ripristino del paganesimo. Altre qualità attribuite alla scultura erano la divinazione e la capacità di donare forza e virilità, per la presenza di uno scroto emergente dalla barba. <…>
Prima della conclusiva perizia di identificazione del reperto scultoreo della Bocca della Verità, citiamo quanto storicamente raccontano gli studiosi come Giuseppe Massimi. Identificata approssimativamente quale simulacro d'idolo parzialmente interrato, prima di essere dissepolta fu ignorata per lungo tempo. Una nota leggenda riportata dal Crescimbeni proseguì per lungo tempo e varie supposizioni si fecero su di essa: che fosse il dio Oceano per le sue ben identificate corna a forma di chele di granchio: «Intorno a questa pietra è passata voce di età in età, che ella fosse un simulacro d'idolo, nella cui bocca, che è aperta, gli antichi romani fossero poveri di por la mano quando giuravano giudizialmente, e che giurando il falso la mano restava addentata nella bocca…». Giovanni Battista Giovenale nel 1927 riporta altre notizie sull'opera: «Le appendici frontali non sono corna bovine, come altri ha potuto credere, sibbene branche di granchio; e queste caratterizzano il dio Okèanos». Il ricercatore propone altre ipotesi, come quella secondo cui i pittori della scuola del Callisto, che dipingevano sovente uomini barbuti, avrebbero visto la Bocca, cui si sarebbero ispirati, fra i ruderi vicino al tempio di Ercole, dove certamente la vide e descrisse nel 1452 Nikolaus Muffel (storico autore di una Descrizione della città di Roma).
Spostata dal terreno divelto su richiesta del papa Sisto IV ( 1471-1484) la Bocca, con i suoi elementi facciali separati da antiche fratture, sarebbe stata in seguito disegnata da Martino Eemskerk (1498-1574) e dall'Anonimo di Fabriczy (1562-1572). Quindi il mito popolare si diffuse fortemente da quando la Bocca fu esposta e ricomposta definitivamente nel 1637. Attualmente si fa presente che, dopo un recente restauro di pulitura dell'opera, alcuni dei simboli descritti ed evidenziabili in foto antecedenti al lavoro, ora non sono più facilmente riconoscibili. Evidentemente un'energica pulitura della scultura ha eroso in maniera eccessiva alcuni rilievi, resi ancora meno evidenti per la naturale venatura violacea, comparsa nel bianco del marmo dopo la cancellazione della precedente patinatura. Questa protezione secolare e uniforme si era formata nel tempo attraverso concrezioni lichenoidi e un successivo strato di grasso, creato dalle tantissime mani che hanno toccato il mascherone.
E' grazie alla documentazione fotografica precedente al restauro che è possibile ancora evidenziare, con maggiore facilità rispetto alle attuali immagini, tutta la simbologia presente sulla Bocca della Verità, di cui ho svolto un'accurata perizia, frutto di anni di ricerche. Il celeberrimo disco marmoreo dall'aspetto apotropaico, deve dunque il suo nome all'attribuzione popolare che esso possa mordere la mano di chi mente. L'interessante opera ha ispirato varie leggende e teorie di identificazione. Definita erroneamente "antico chiusino di pozzo" o della Cloaca Massima, è superficialmente un marmo di epoca imprecisata raffigurante un volto di uomo o di divinità (il dio Oceano, un satiro, etc.). Per i numerosi aspetti storici e archeologici, come la simbologia e la religione, convergenti tra loro e per l'elemento con il quale è stata costruita, si è giunti dopo anni a una conferma della sua identità. A conclusione di tale perizia, detta opera confermerebbe la specifica raffigurazione simbolica di forma solare del dio Fauno, divinità italica con un culto anteriore a Roma, spesso confusa con il dio Silvano, divinità delle selve e dei boschi, o con il dio greco Pan dal quale, anche se aveva in comune alcune caratteristiche, differiva per vari poteri divinatori.
Immagine tratta dalla rivista Fenix
II grande tondo della Bocca della Verità fu collocato, dopo il suo ritrovamento nel 1637, nel vicino portico di Santa Maria in Cosmedin, singolare complesso architettonico del Paganesimo e del Cristianesimo. <…> L'enorme mascherone della Bocca della Verità, opera dall'aspetto panteista e dall'originalissimo contenuto artistico e arcano, infonde ancora oggi nella gente un'emozione unanime di fronte all'inconsueta atmosfera in stile pagano, per il suo aspetto misterioso e per ì suoi strani simboli, resi quasi irriconoscibili per la lenta erosione, provocata dal fango durante i secoli di interramento. La forma tondeggiante fu una rappresentativa propiziazione solare per l'agricoltura, ma singolare è il gran numero di simboli raffigurati nell'effigie: un elemento tondo dall'evidente forma di scarabeo al centro della fronte documenta l'ingresso nel Lazio arcaico del culto di Kepher, divinità egiziana del sole nascente. Questo nome, avendo per geroglifico lo scarabeo, evidenziava, tramite l'abitudine del coleottero di rotolare una palla di sterco con le proprie uova sulla sabbia riscaldata dal sole, l'origine di ogni forma di vita. Per questo motivo lo scarabeo divenne in Egitto il più diffuso amuleto, presente anche tra le divinità del pantheon egizio. Simbolico è lo scroto, raffigurato sfericamente in basso, rappresentante la ghiandola bilaterale della forza generatrice, parallelamente alle due chele, in alto sulla fronte simili a corna, a significare una simbiosi fluviale-marina con la simbologia caprina e boschereccia. I profili di due teste di lupo, dall'indubbio riferimento alle lupercali, si evidenziano ai lati del volto.
domenica 15 agosto 2021
Il pensiero di Petrarca
<<E' per Costantino e il cristianesimo che abbiamo perduto la bellezza e l'armonia della grecità e non a causa dei barbari>>. Così scrive Petrarca, che se avesse scritto questo due secoli dopo, sarebbe salito al patibolo.
sabato 14 agosto 2021
L'acropoli, la città alta degli uomini la città degli dei
L'Acropoli era la Città alta (il termine deriva da akros che significa «alto» e polis che significa «città») e costituiva il simbolo emblematico della Città stessa. Mentre nei tempi più antichi rappresentava la parte della città cinta dalle mura e fortificata contro i nemici, a poco a poco divenne il luogo sacro agli Dei, all'onore dei quali venivano costruiti templi. L'Acropoli più celebre fu proprio quella di Atene, simbolo della Grecità al più alto grado. Essa ha una lunga storia. Venne consacrata al culto a partire dal XII secolo a.C. Venne distrutta nel 480 a.C., e poi ricostruita dal grande Pericle, che affidò a Fidia il compito di sovrintendere ai lavori. Oggi rimangono, oltre alle fondamenta del tempio di Atena, le mura di Cimone, i Propilei, il Partenone, il Tempietto di Atena Nike, l'Eretteo. A p. 130 la copia fatta nel II secolo d.C. della statua crisoelefantina di Atena (detta Atena del Varvakeion) protettrice di Atene, e quindi centro del culto, e considerata - soprattutto in età tardo-antica - dea della filosofia per eccellenza. La civetta sacra ad Atena divenne un simbolo privilegiato del filosofare.
venerdì 13 agosto 2021
La pesatura delle anime
La pesatura delle anime nei bassorilievi delle cattedrali gotiche, similari nella "pesatura del cuore" nel concetto di salvazione della teologia Egizia faraonica.
San Michele pesa le anime:La “Tavola di San Michele” del Monastero di Soriguerola a Cerdanha, Catalogna.
giovedì 12 agosto 2021
Santa Chiara, luce di Iside
giovedì 5 agosto 2021
Allen Ginsberg con un atto magro lancia da Berkeley l'onda, lui si sentiva l'allievo stregone di Pound (anche se il vecchio poeta rifiutava)
I rito o l'onda, che apparentemente innesco il "Sessantotto" veniva dall'Adriatico e non dal Pacifico, si volle farlo partire da Ginsberg, dalla California per poi approdare a Parigi e contaminare l'Europa e il mondo intero. Erano però le idee della REGGENZA DEL CARNARO, del Vate, come a dire che l'innesco nacque dall'esperienza esoterica coagulata da Ariel, passata a Pound, dopo la fine della I° Guerra
La straordinaria mostra su Iside voluta da Philippe Daverio
Il pesante Catalogo della mitica mostra organizzata da Daverio a Milano Palazzo Reale era il 1997 dedicata completamente ad ISIDE che ha aperto un mondo archeologico divino inaspettato e carico