Il Sarcofago di Melfi
Il Sarcofago di Melfi o Sarcofago di Rapolla è un monumento funerario di età antonina custodito nel Museo archeologico nazionale del Melfese.
Il monumento funebre fu rinvenuto casualmente nel 1856 durante gli scavi realizzati dall'amministrazione borbonica per la costruzione di una strada tra Melfi e Venosa in località Contrada Albero in Piano nell'agro di Rapolla. Esso era collocato in un sepolcro in muratura all'interno del quale era poggiato su un basamento addossato ad una delle pareti. Una delle facciate dei lati lunghi della cassa non era quindi visibile: si tratta di una circostanza che resta inspiegata. I sarcofagi destinati ad essere addossati al muro infatti non avevano decorazione sul lato posteriore, mentre quello di Melfi è riccamente istoriato su tutti i lati
Rimosso dal luogo di ritrovamento, il sarcofago venne portato a Melfi con l'iniziale proposito di destinarlo definitivamente al Museo Borbonico di Napoli. Quest'ultimo trasferimento non ebbe mai luogo e il monumento funebre rimase a Melfi dove ebbe nel tempo diverse collocazioni per essere infine conservato nel museo archeologico ospitato nell'insigne castello normanno-svevo della città.
Una delle testimonianze più vivide dell’età imperiale romana del II secolo d.C., accoglie il visitatore all’interno del castello Normanno-Svevo della di Città di Melfi. E’ proprio qui che nel 1231 Federico II di Svevia promulgò le Costitutiones Augustales, il codice legislativo del Regno di Sicilia.
Il monumento funebre, dedicato alla memoria di Emilia Scauro, figlia di un patrizio Romano, fu rinvenuto nel 1856 lungo il percorso della Via Appia, nel territorio di Rapolla, vicino i resti di una villa Romana. Il sarcofago, dalla colorazione candida e dalla imponente bellezza classica, è giunto ai nostri giorni in ottimo stato conservativo. Sul Kline vi è adagiata la statua della giovane defunta, reclinata su di un fianco, con ai suoi piedi i resti delle zampe di un cane a simboleggiare la fedeltà, immagine che riporta alla memoria Jacopo della Quercia ed il suo monumento funebre a Ilaria del Carretto. Interessante è l’acconciatura dei capelli della donna, ordinati e raccolti in forma ondulata, tipico costume dell’epoca.
Al di sotto del letto marmoreo vi è riprodotto un colonnato in stile corinzio, formato da edicole nelle quali sono presenti, in tutto lo splendore classico, eroi e protagonisti della guerra di Troia. Ritroviamo così quindici statue, rispettivamente cinque nei lati lunghi, tre nel lato breve sinistro e due sul lato breve destro, con al centro riprodotta la porta dell’Ade a simboleggiare il passaggio tra il regno dei vivi e quello dei morti.
Nel lato sinistro si possono ammirare le statue di Elena, Ulisse e Diomede a ricordare verosimilmente l’episodio del ratto del palladio nella guerra di Troia.
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