giovedì 19 giugno 2014

Un magistrato impunito che nonostante tutto fa cariera ed entra in politica

Il pm d’aula del processo Tortora diventa assessore alla legalità a Pompei

Le scelte sbagliate del neo sindaco Nando Uliano

di Dimitri Buffa - 17 giugno 2014 18:39
Diego MarmoA volte ritornano. Anzi purtroppo non se ne sono mai andati. Come Diego Marmo. L’ex pm d’aula del processo di primo grado contro Enzo Tortora, l’uomo che osò parlare dell’innocente presentatore come di “un cinico mercante di morte”. Marmo, dopo una carriera in magistratura che lo ha visto arrivare fino al ruolo di procuratore capo di Torre Annunziata, adesso è stato scelto come “assessore alla legalità”. Dal neo eletto sindaco Nando Uliano, divenuto primo cittadino a Pompei cinque giorni fa con una lista civica dopo avere militato per anni nel Pd.
Non vi è chi non veda il paradosso di nominare un controverso magistrato, uno di quelli che fece un grave errore, senza mai pagarlo, nel valutare la posizione di Enzo Tortora, determinandone anche la condanna in primo grado in uno degli episodi più tragici della malagiustizia italiana dal dopoguerra a oggi, a un ruolo così simbolico.
 La malagiustizia e la legalità infatti non vanno di certo d’accordo.
Molti forse non ricorderanno la figura di certo non particolarmente simpatica di Diego Marmo.
Che era stato anche procuratore aggiunto di Napoli, prima di assumere la titolarità di quella di Torre Annunziata.
Per fortuna che di recente, da un annetto a questa parte, ci ha pensato il docufilm di Ambrogio Crespi, “Enzo Tortora, una ferita italiana” – proiettato in mezza Italia e in almeno due o tre sedi europee (tra cui l’Europarlamento nella sala dedicata a Altiero Spinelli, dove anche Tortora sedette come deputato nel lontano 1984 eletto nelle liste del Partito radicale con oltre 500 mila voti) -  a rinfrescare la memorie e a smuovere le coscienze di chi era troppo giovane o troppo distratto per ricordare i tristi episodi di quegli anni.
E nel docufilm in questione, nelle prime scene, ci stanno  i filmati di epoca in cui è ritratto proprio Diego Marmo durante la sua requisitoria al processo di primo  grado mentre chiedeva la condanna del presentatore. Con quei toni retorici e apocalittici e con quella frase infelice su citata. Forse il sindaco di Pompei avrebbe fatto bene a vedersi quel docufilm prima di nominare Diego Marmo assessore alla legalità.
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