sabato 27 luglio 2013

La fisica ha bisogno della filosofia, magari occulta

Partendo da un testo che ha aperto nuove prospettive, anche se è sconosciuto ai più Titolato: Chimica occulta  autori: A. Besant e C. W. Leadbeater   Il libro risale al 1921 impostato come saggio di Teosofia Provocatoriamente possiamo aggiungere che la Fisica è la sorella scema dell’occultismo.
Un altro testo che potrebbe essere, per un certo verso la continuità di quella maniera di vedere le cose, ma scritto in un momento in cui la fisica era in crisi per le metodiche della ricerca: LA GNOSI DI PRINCETON DEL 1969
Un fisico che conosce i vari "elementi" non conosce che, in realtà, quando si suddivide uno di essi si trova un arrangiamento strutturale di un numero ben preciso di "atomi fisici ultimi". Questi atomi fisici primi, ultima condizione della materia fisica, sono del tutto simili tra loro (a parte il fatto che alcuni sono positivi, ed altri negativi), e pervadono tutto lo spazio da noi conosciuto. Sono infinitamente piccoli e fuori della portata anche del più potente microscopio. Besant e Leadbeater, già nell'anno citato, avevano pubblicato sulla rivista Lucifer e descritto la costituzione degli atomi di idrogeno, ossigeno ed azoto, unendovi i relativi diagrammi, secondo come si presentava loro mediante la vista chiaroveggente. La descrizione urtò a quel tempo contro la scienza ufficiale che non si preoccupo di verificarne la veridicità con accertamenti sperimentali. In particolare i due scopritori affermavano che l'atomo di idrogeno è composto da 18 particelle sub-atomiche. Nel 1963 Gell, Mann e Zweig, formularono la teoria dei quarks; ulteriori sviluppi di questa teoria portarono ad ipotizzare che ogni protone consiste in un tripleto di tre particelle Quarks e, nel doppio nucleo, di 18 subquarks. Sono del parere che se Albert Einstein dormiva sempre con "La Dottrina Segreta" di Madame Blavatsky sul comodino il nostro Ettore Maiorana dal canto suo era perfettamente consapevole che per trasformare la materia un alchimista deve saper trasformare ancor prima la materia spirituale: se stesso.

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