«… adoperarsi in ogni modo di tenere separata l’anima dal corpo, e abituarla a raccogliersi e a racchiudersi in sé medesima fuori da ogni elemento corporeo, e a restarsene, per quanto è possibile, anche nella vita presente, come nella futura, tutta solitaria in sé stessa, intesa a questa sua liberazione dal corpo come da catene». (Platone, Fedone, 67c-d)
Come il buddismo che si vuole allontanare dalle passioni come condizione che arriva a produrre dolore, da
Platone (Fedone 66b-e): «Pare ci sia come un sentiero a guidarci, col raziocinio, nella ricerca; perché, fino a quando siamo attaccati al corpo e la nostra anima è mescolata e confusa con un male di tal natura, noi non saremo mai capaci di conquistare compiutamente quello che desideriamo e che diciamo essere la verità. Infinite sono le inquietudini che il corpo ci procura per le necessità del nutrimento; e poi ci sono le malattie che, se ci càpitano addosso, ci impediscono la ricerca della verità; e poi esso ciriempie di amori e passioni e paure e immaginazioni di ogni genere, e insomma di tante vacuità e frivolezza che veramente, finché siamo sotto il suo dominio, neppure ci riesce, come si dice, di fermare, di concentrare la mente su alcuna cosa. Guerre, rivoluzioni, battaglie: da dove altro derivano se non dal corpo e dalle sue passioni? Tutte le guerre scoppiano per acquisto di ricchezze; e le ricchezze siamo costretti a procurarcele per il corpo e per servire ai bisogni del corpo. E così non abbiamo modo di occuparci di filosofia, appunto per tutto questo. E il peggio di tutto è che, se pur qualche momento di quiete ci venga dal corpo e noi cerchiamo di rivolgerci a qualche meditazione, ecco che, d’un tratto, in mezzo alle nostre ricerche e dovunque, quello viene ancora a tagliarci la strada, e ci rintrona e conturba e avvilisce, sicché insomma non è possibile a causa della sua influenza vedere la verità: e ci appare chiaro e manifesto che, se mai vorremo conoscere alcuna cosa nella sua purezza, avremo bisogno di spogliarci del corpoe guardare con sola la nostra anima pura la pura realtà delle cose».
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