"In Grecia il dio Hermes fu inizialmente un lume litico: la sua potenza si "incarnava" nelle orme, cippi posti ai margini delle strade e piu tardi raffiguranti il dio al cui nome debbono la propria denominazione. Questa origine litica si ritrova anche in area indo-iranica: il Dio Mitra si diceva ex petra natus, la luce solare si era fissata nella pietra. Ma il mito più eloquente è forse quello di Kronos, che timoroso della profezia di un ordine nuovo, ingoiò i suoi figli: gli andò male solo con Zeus, il suo erede, in cui vece trangugiò una pietra! Kronos non si accorse del fatale errore e questo vuol dire che fra pietra e dio doveva esserci una precisa affinità essenziale, tale comunque da confondere le idee a Kronos.
Anche l'uomo, come il dio, è simboleggiato nella pietra. Basti pensare al mito greco del diluvio universale. Deucalione e Pirra, i due sopravvissuti, approdano sul Parnaso. Qui consultano l'oracolo di Themis (la "Giustizia") che li consiglia di prendere le "ossa della Grande Madre" e di gettarle alle proprie spalle senza voltarsi e col viso coperto. Le ossa della Madre, che poi è la Terra, sono le pietre: Deucalione e Pirra seguono con scrupolo le indicazioni oracolari. Ciascuna delle pietre si trasforma in uomo (in donna i sassi di Pirra) e così è assicurata la continuità del genere umano perito nel diluvio. Il mito, tra i più belli della letteratura greca, giustifica - confrontato con quello di Kronos - la parentela tra l'umano e il divino: sia gli uomini sia gli dei sono pietre, in ultima analisi. Il tema ricorre e riappare anche nel Nuovo Testamento cristiano: Gesù ribattezza il pescatore Simone con il nuovo nome di Kephas, Pietro. Anche il Vangelo dunque, non smentisce l'antichissima mitologia litica, ma la conferma e la trasfigura nel quadro di una rinnovata spiritualità."
Architettura e Mito, AA.VV.
Betili (Beith-El "Casa di Dio") a Pranu Muttedu (Sardegna)
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