giovedì 21 aprile 2022

Mila non comprende nula di esoterismo

LETTURA ESOTERICA DEL FLAUTO MAGICO DI MOZART

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Massimo Mila ne "Il Flauto magico di Mozart" (Editore Giappichelli -Torino 1974, pp. 35-60) parla, a proposito del rapporto tra la Regina della Notte e Sarastro, di un capovolgimento dei ruoli.
In realtà Mila dimostra di non capire nulla di "esoterismo" perché la chiave di lettura è ben diversa: non vi è, infatti, alcun "capovolgimento dei ruoli" ma una esplicitazione di due posizioni "iniziatiche" contrapposte che si svelano progressivamente nel corso dell'Opera.
Innanzitutto il Flauto è frutto della collaborazione di Wolfgang Amadeus Mozart con Emanuel Schikaneder (librettista) che, a sua volta, ebbe il contributo di Karl Ludwig Giesecke e riflette, con grande precisione, la contrapposizione fra due correnti della Massoneria dell'epoca.
Le due posizioni sono la Schwärmerei e l'Aufklärung.
Schwärmerei, termine difficilmente traducibile, significa fantasticheria, passione, esaltazione, mentre Aufklärung vuol dire rischiaramento.
La prima corrisponde alla corrente "esoterica" (illuminata) della Massoneria, la seconda a quella "illuministica".
Schwärmerei = Regina della Notte; Aufklärung = Sarastro.
Sarastro (Zoroastro?), Sacerdote iniziato ai Misteri di Osiride della luce (fuoco-luce-"lumi"-illuminismo), "guida" il Principe Tamino in un viaggio esoterico, ne segue i progressi e, infine, gli affida il "potere".
La Regina della Notte, figura Isaiaca (mi viene in mente, anche se con una valenza estremamente più "negativa", Isais la Nera - incarnata nella principessa Assja Chotokalungin, "dai gialli occhi di pantera" - dell' "Angelo della finestra d'Occidente" di Gustav Meyrink) piange - a guisa di Demetra alla rovescia - la figlia sottratta dal Regno dell'oscurità (notte-oscurità intese in una valenza non necessariamente negativa: si pensi agli "Inni alla Notte" che Novalis scriverà nel 1800, solo nove anni più tardi della prima esecuzione del Flauto) per quello della Luce attraverso l'amore per Tamino.
La Regina governa su un mondo "lunare", amazzonico, che domina un caos "ctonio" a cui appartiene il serpente che le tre "Damen" uccidono.
Il collegamento con il mondo terreno della Regina avviene attraverso Papageno, figura "semplice" che attraverso il sentimento per Papagena, predettogli da Pamina, si riscatterà, alla fine dell'Opera, da tale situazione per acquisire uno stato "naturale" (ma, attenzione, solo "naturale") completo.
Pamina è il simbolo della "vera" Massoneria, contesa tra Schwärmerei e Aufklärung e viene insidiata da forze "ctonie" simboleggiate, oltre che dal serpente prima citato, da Monostratos, servo di Sarastro-Zoroastro che non si fa scrupolo, quindi, di utilizzare una forza infera, dimostrando così che, pur amando e trasmettendo la Sapienza-Iniziazione, non disdegna l'uso della forza-potenza per raggiungere i suoi scopi (Massoneria intesa come "potere" occulto?).
Vedo una tripartizione tra Sarastro, la Regina della Notte e Monostratos: Osiride, Iside, forze "infere".
Tamino, all'inizio Principe ingenuo e pauroso - non "iniziato" - è trasformato dall'innamoramento per Pamina (la vera Massoneria dimentica di se stessa) in una figura eroica su cui vegliano i "tre fanciulli".
Il suo viaggio iniziatico lo sottrarrà ai tentativi di dominio da parte della Regina della Notte e lo condurrà all'iniziazione "osiridea" di Sarastro-Zoroastro che gli aprirà le porte dei "Misteri".
Per Mozart, dunque, la Massoneria è trionfo dell'Aufklärung, dell'Illuminismo, e condanna, al suo interno, della Schwärmerei, dell' "illuminatismo" (illuministi ed illuminati sono antitetici) laddove la prima vuole disvelare "solo" la Ragione, mentre la seconda spazia in un milieu magico-esoterico-iniziatico antiilluministico, teso a recuperare orizzonti "spirituali" che la Ragione-razionalismo soffoca fatalmente.
Devo dire che io, da antirazionalista quale sono, la penso in maniera antitetica dal duo Mozart-Schiklander e ritengo che i migliori prodotti della Massoneria settecentesca siano nettamente "Schwärmerei": il Neotemplarismo di Ramsay, la Massoneria Giacobita, legata alla casa di Scozia degli Stuart, la "Stretta Osservanza" cattolicheggiante e, ovviamente, gli "Illuminati " di Lione (sulla linea Martinès de Pasqually - Louis Claude de Saint-Martin) così come ritengo che la spinta "anticristiana" (almeno ad una parte di essa), venne fornita da due "frettolose" condanne papali, una nel 1738 ed una nel 1751 rispettivamente ad opera di Clemente XII e di Benedetto XIV, un Papa a dire il vero, un po' troppo "Illuminista" ed un po' poco "Illuminato".
Ma, per tornare a Mozart, Goethe scrisse una "parte seconda" del Flauto Magico laddove Sarastro lascia il Tempio per percorre le strade del mondo (si secolarizza?) trasformandosi da "Superiore Sconosciuto" in "Wanderer", in viandante, quasi a segnare il passaggio dal "classicismo" settecentesco allo spirito "romantico" (che Mozart percorrerà splendidamente nelle sue tre ultime sinfonie) del Viandante che scopre il Mondo, coniugando armoniosamente il "suono dell'Anima" con il "Suono della Natura", sintesi, secondo me, alla base del Pensiero "romantico".
Tamino, invece, nella versione goethiana unifica, in se stesso, il Sacerdozio e l'Impero assurgendo al ruolo di realizzatore di un Regno dello Spirito sicuramente agognato da Goethe.
Et de hoc satis!

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