sabato 27 dicembre 2014

LA CONOSCENZA DELLE COSE DIVINE.

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Gli scrittori egizi, poiché pensavano che ogni cosa fosse stata inventata da Mercurio, gli dedicavano i loro libri. Infatti Mercurio è il dio della sapienza e della parola.
Pitagora, Platone, Democrito, Eudosso e molti altri si accostarono ai sacerdoti egizi. I loro dogmi si trovano presso gli Assiri, gli Egizi e sulle colonne dedicate a Mercurio, Pitagora e Platone si iniziarono alla filosofia studiando sulle colonne di Mercurio, in Egitto; le colonne di Mercurio infatti, sono piene di sapienza. Prima di qualsiasi uso della ragione, è naturalmente insita negli uomini l'intuizione degli dei. Di qui nacque quel sentimento ancora migliore dell'intuizione degli dei, dal quale sorge la naturale ricerca di quanto è buono, la facoltà logica e critica. Essenziale, nell'intuizione degli dei, è la credenza dell'immortalità dell'anima; ma il fatto di cui godiamo nella religione non è questa conoscenza. Infatti in essa sussiste un'alterità, mentre il contatto con il divino è semplice ed essenziale. Non possiamo raggiungere una fusione completa, se non con un mezzo di assoluta unicità e con quell'unità della mente che supera le facoltà dell'anima e della mente stessa. L'unità stessa degli dei assorbe per l'eternità le singole anime con una frequenza così aderente ed efficacie, da sembrare una continuità. L'intelletto divino concede all'anima la vita, perchè capisca la sua essenza. Per cui la vita dell'anima consiste nel processo di conoscenza, naturalmente del dio da cui dipende. Quindi vivere e conoscere le cose divine con perpetua attività, sono la stessa cosa. Da questo derivano le facoltà discorrenti dell'anima. Dopo gli dei poniamo i demoni, gli eroi, le anime pure: i quali tre ordini sono immediatamente seguenti agli dei. Noi non possiamo venire a contatto con i semidei (demoni, eroi , anime pure) usando i mezzi normali dell'umana ragione. Ma è necessario assurgere ad un'intelligenza essenziale ed eterna. Come sempre agli dei si giunge per una tendenza innata, così ai semidei si giunge quando l'anima ha deposto quella forma varia di conoscenza che riguarda la potenza razionale formata dall'intelletto e da quell'intelligenza che chiamiamo intelletto passivo. Infatti la prima forma di conoscenza risiede nell'intelletto agente. Quando è avvenuta la conoscenza per immedesimazione segue la possibilità di giungere alle cose più sottili, eterne ed immobili, con una conoscenza eterna immobile e semplice. Quella con la quale conosciamo sostanze distinte, è di altra specie di quella con la quale conosciamo altre cose. La conoscenza del Divino nacque sempre nell'anima per semplice intuito o contatto. Alcuni pensano che potrebbero giungere a distinzioni attraverso il metodo dei contrari, cioè attraverso le cose materiali, mobili, locali, passibili, eccetera. Ma le cose separate sono immobili. Così si conosce ciò che è e ciò che non è veramente, lo si acquista poi con la potenza razionale, con l'adeguare la conoscenza a ciò che è naturalmente insito nell'animo per mezzo dell'intelletto e con un certo esercizio, non tanto di confronto e di congettura, quanto con un'attività attenta di separazione e di purificazione.Vi era anche un metodo di distinzione nel considerare gli dei e le cose divine, temporali ed eterne. Ma queste non sono temporali, quindi sono eterne. Ma questo metodo, per la sua varietà, non si accorda alle cose immobili.

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