mercoledì 25 settembre 2013

Lievitazioni antiche, moderne e dei nostri giorni

ALTRI MISTICI… CONTRO LA GRAVITA'


Sappiamo dagli Acta Sanctorum che San Tommaso di Villanova (1488 – 1555), arcivescovo di Valenza, davanti a moltissimi testimoni, rimase per ore in uno stato alterato di coscienza che gli consentì di restare sospeso a pochi metri dal suolo durante la celebrazione dell'Ascensione. Il suo contemporaneo San Pietro d'Alcantara non fu da meno, dato che era solito elevarsi, durante la preghiera, fino all'altezza del rivestimento del coro della cappella. E non pochi testimoni assistettero alle sue levitazioni, mentre rimaneva in estasi sospeso sulla strada. 

Santa Teresa d'Avila (1515 – 1582) fu addirittura protagonista di una doppia levitazione, volando insieme a San Giovanni della Croce, come è stato riportato sia negli Acta Sanctorum, sia nel volume di Olivier Leroy La lèvitation (Parigi, 1928). Nel convento dell'Incarnazione si stava svolgendo un colloquio tra la Superiora e il pio visitatore. Santa Teresa lo stava ascoltando mentre le parlava del mistero della Trinità. Allora avvenne che Giovanni fosse rapito dalle sue stesse parole: si sollevò con tutta la sedia, e subito Teresa, che era inginocchiata, lo segui. Nel "Libro de Su Vida", così la santa descrive il suo rapimento: «... La mia anima era rapita e, di solito, il mio capo seguiva quel moto senza che lo potessi trattenere, e talvolta tutto il mio corpo veniva attratto tanto da essere sollevato dal suolo. Ma ciò mi occorse solo raramente. Una volta avvenne mentre mi trovavo in coro con altre religiose e stavo inginocchiata per comunicarmi. Estrema fu la mia pena, prevedendo che un fatto così straordinario avrebbe destato necessariamente qualche ammirazione; per questo, poiché la cosa mi accadde anche recentemente da quando sono Priora, ho comandato alle monache di non parlarne. A volte, quando cominciavo ad accorgermi che il Signore stava per operare questo prodigio, mi stendevo a terra e le mie compagne mi si avvicinavano per trattenermi, ma tuttavia la divina operazione si manifestava...»






Le levitazioni di San Francesco d'Assisi sono attribuite al periodo in cui si ritirò sulla Verna. Frate Leone a volte lo sorprendeva sollevato da terra fuori dalla grotta: san Francesco era capace di sfiorare i grandi faggi che crescevano a fianco della montagna.
Anche Ignazio di Loyola (1491-1556) ebbe le stesse manifestazioni. Alloggiava in una casa privata, dalla signora Agnese Pasqual. Il figlio della padrona di casa, Giovanni, la notte andava di soppiatto a guardarlo: levitava con le ginocchia piegate e le braccia in croce, a quattro o cinque palmi da terra. E la stessa cosa accadeva al beato Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842), con grande smarrimento e preoccupazione delle suore della Piccola Casa: « Io vidi il Servo di Dio più volte, mentre stava in orazione nella propria camera, o davanti il Crocifisso, o davanti un'immagine della Beata Vergine, rapito in estasi, fuor dei sensi, sollevato da terra, colla faccia accesa, aria ridente, occhi scintillanti e rivolti al cielo. La prima volta che io il vidi fu nel primo anno che io fui destinata all'ufficio di Portinaia locché fu nell'anno mille ottocento trentasei in prossimità della Festa dell'Ascensione... »(O. Leroy, La lévitation, 1928 - pag. 167). E ricordiamo anche San Francesco di Paola, dei cui voli fu testimone il re di Spagna Ferdinando II e San Vincenzo Maria Strambi, vescovo di Macerata, incluso da Joachim Bouflet nella sua Encyclopédie des phénomènes extraordinaires dans la vie mystique.

E' recente il caso di un sacerdote, don Carlo Mondin, originario di Rivalta sul Mincio (Mantova), protagonista di fatti avvenuti in forma pubblica nel 1976 che hanno suscitato curiosità popolare e interesse da parte della stampa. Riporta il settimanale Gente del 4 ottobre 1976: «Domenica, quando alle diciassette don Carlo Mondin saliva all'altare per celebrare la messa, la chiesa era stracolma. (...) Don Carlo Mondin, sempre curvo su se stesso, parlava con voce rauca ed affaticata. Arrivata l'elevazione, gli occhi dei presenti erano tutti su di lui: mentre alzava l'ostia consacrata, il sacerdote ha cominciato a elevarsi su su, piano piano, e i suoi piedi restavano sospesi per aria. Cosi ancora al momento di alzare il calice: e, quando ha allargato le braccia, è rimasto per alcuni attimi pressoché immobile sospeso fra cielo e terra, e si è udito un lamento e un grido soffocato. (...) Si è quindi abbandonato privo di sensi; lo hanno accolto fra le braccia due uomini che lo assistevano».
Sempre di Silvia!

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