Tra le numerose ville della zona montesacrina degna di attenzione è quella del liberto Faonte. Durante gli scavi nel sito venne alla luce un'urna funeraria con incisa un'iscrizione dedicata a Claudia Egloge.
Essa era stata la nutrice di Nerone ed insieme ad Atte aveva raccolto i resti dell'imperatore per poi collocarli nella tomba dei Domizi. Questa villa secondo alcuni studiosi , deve essere identificata con la villa di Faonte. Al riguardo Svetonio ci informa che questo liberto consigliò a Nerone di rifugiarsi nella sua villa per sfuggire all'ira dei partigiani di Galba. Sopraggiunti questi ultimi, Nerone decise di suicidarsi conficcandosi un pugnale in gola, aiutato da Epafrodido. Da Svetonio apprendiamo che il sito si trovava tra la via Nomentana e la Salaria e con precisione, secondo l'identificazione effettuata dagli archeologi, in via Passo del Turchino. La villa doveva essere di grandi dimensioni ed era suddivisa in due sezioni: una rustica e l'altra abitativa ed ad essa era annessa una grande cisterna i cui resti sono ancora visibili alla fine di una strada senza uscita chiamata via Passo del Turchino (traversa di via delle Vigne Nuove).
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