mercoledì 16 settembre 2020

La ninfa Egeria

Nell'immagine sotto, quello che rimane al parco della Cafarella del culto della ninfa Egeria




Ninfeo di Egeria - Wikipedia
Secondo la leggenda, fu amante, consigliera e in seguito moglie del re Numa Pompilio. Quando il re morì, Egeria si sciolse in lacrime, dando vita a una fonte (...donec pietate dolentis / mota soror Phoebi gelidum de corpore fontem / fecit... Ovidio, Metam. XV 549-551), che divenne il suo luogo sacro, e che la tradizione identifica con la sorgente esistente presso la Porta Capena. Esiste anche un'altra fonte Egeria nel bosco di Ariccia, sui monti Albani, vicino a Roma.
A Egeria venivano offerti sacrifici da parte delle donne incinte per il buon esito del parto. Era chiamata anche Camena, che significa cantante, vaticinatrice, e per questa ragione la valle in cui si trovava la fonte di Egeria era detta Valle Camenarum. I colloqui tra la ninfa e il Re si svolgevano nella grotta nel Bosco delle Camene. Insieme a Virbio, altra divinità minore del pantheon latino, la si ritrova associata al culto di Diana Nemorensis, nel Nemus Aricinum, l'insieme dei boschi che circondavano il lago di Nemi presso Ariccia.Diverse sono le fonti classiche che parlano di Numa ed Egeria: Ovidio, Tito Livio nella sua Storia di Roma, Plutarco.
Numa ebbe un lungo e pacifico regno (715-673 a.C.), ricordato in tempi successivi come Età dell'Oro. Creò le principali istituzioni religiose, ordinate di costruire il tempio di Giano, riformò il calendario, aggiungendo gennaio e febbraio ai dieci mesi precedenti, istituì il tempio delle Vestali, di lui si dice persino che avesse il potere di scatenare i fulmini di Giove.
Secondo Tito Livio, Numa ha assicurava di aver tenuto incontri notturni con Egeria. Plutarco suggerisce di aver approfittato della superstizione per darsi un'aura di soggezione e fascino divino.
Il termine "essere un Egeria" significa essere fonte di ispirazione e qualcuno che dà consigli, guida le azioni e le decisioni altrui
Gli incontri tra il re e la ninfa avvenivano nel bosco sacro delle Camene, nel lato sud est del Celio.
Le Camene erano divinità o ninfe legate alle acque, sorgenti o fiumi che fossero. Erano quattro: Egeria, Carmenta, Antevorta e Postvorta. Avevano virtù profetiche e ispiratrici.
La leggenda narra che alla morte di Numa, Egeria si disperò così tanto da indurre la Dea Diana a trasformarla in una fonte, nel bosco di Aricia, sui Monti Albani, dove la ninfa si rifugiava per piangere il suo dolore.
Un altro mistero fu che il corpo del re non fu bruciato su una pira, secondo l'uso romano, ma fu sepolto in una tomba sul Gianicolo; in un secondo sarcofago vennero depositati 12 libri, scritti di suo pugno, con cui dava istruzioni ai futuri Pontefici.
Quando, però, nel 181 a.c. nel corso di lavori pubblici affiorò la tomba, il sarcofago che doveva contenerne i resti fu trovato vuoto e i libri contenuti nell'altro sarcofago furono portati in Senato per essere esaminati; il loro contenuto, fu ritenuto così pericoloso, da indurre i Senatori a bruciarli.

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