Honos et Virtus
Accadde oggi:
- il 24 agosto a Roma "Mundus patet", si apriva il "Mundus".
A ricordare questa particolare celebrazione è Festo (144 L.):
"Il Mundus, come dice Ateio Capitone nel sesto libro dei Libri Pontificali, viene aperto tre volte all'anno in questi giorni: il giorno dopo i Volcanalia [24 agosto], il 5 ottobre e l'8 novembre. Catone nei Commentarii iuris civilis riporta: "Al Mundus è stato imposto il nome dal mondo che sta sopra di noi; infatti la sua forma, come ho potuto sapere da quelli che vi sono entrati, è simile a quella."
Il Mundus era un edificio o una sorta di pozzo sotterraneo che doveva avere la forma del cielo, del "mundus", se la spiegazione di questo termine è quella di Plutarco (Romolo, 11):
"Lo chiamano mundus con lo stesso nome con cui indicano l'Olimpo."
Sembra probabile che il nome si riferisse dunque alla particolare forma a conca del luogo sotterraneo che doveva ricordare quella del cielo, ma la cosa importante è che questo Mundus dei Romani era collegato al rito di fondazione stessa della città di Roma fatto da Romolo, come ricorda ancora Plutarco (Romolo, 11):
"[Romolo] fece venire dall'Etruria esperti con leggi e testi sacri, che gli spiegassero e gli insegnassero ogni aspetto rituale, come per un'iniziazione ai misteri. Difatti venne scavata una fossa circolare intorno all'attuale Comizio, nella quale furono deposte offerte votive di tutto ciò che risultava adatto secondo le consuetudini e necessario secondo natura. Infine ogni abitante portò una piccola porzione della propria terra d'origine e la gettò nella fossa, mescolandola insieme con le altre. Chiamarono questa fossa con lo stesso nome con cui indicano il cielo [l'olimpo]: mundus."
Dunque un sito connesso direttamente alla fondazione di Roma, una fossa votiva per propiziare la nascita della nuova città.
Lo stesso episodio viene ricordato da Ovidio (Fasti, 4, 820-824) che fornisce qualche elemento in più:
"Si scava una fossa fino a trovare la pietra, si gettano biade nel fondo, e si porta terra dal vicino suolo; si riempie di zolle la fossa; colmata poi vi si erige un altare e quel nuovo focolare fa bene il suo ufficio con ardente fiamma."
Questo "Mundus" era comunque dai Romani collegato a divinità infere, poiché sotterraneo, e durante i giorni della sua apertura vigevano dei divieti, come ricorda Macrobio (Saturnalia, 1, 16, 17-18):
"Non si riteneva opportuno dare inizio ad una guerra [...] neppure quando è aperta la cavità infernale [il Mundus], rito consacrato al culto del padre Dite [Ade] e di Proserpina [Persefone]. Varrone scrive che quando la cavità è aperta [Mundus patet], è aperta per così dire la porta delle divinità funeste ed infernali. Perciò è sacrilego non solo attaccar battaglia, ma anche arruolare e far partire le truppe, salpare, prendere moglie."
Dunque un luogo sacro alle divinità infernali come Dite e Proserpina, nonché ai Mani, le divinità sotterranee spesso associate alle anime dei defunti (Festo, 144 L.). L'altro elemento importante è che in questi giorni di apertura del Mundus era vietato soprattutto fare o iniziare la guerra (come risulta anche da altre fonti), lasciando questo giorno per la pace. L'unione di questo dato con il rituale di fondazione di Roma alla quale parteciparono persone di diversa provenienza, che lasciarono nel mundus parte della loro terra natia, sembrerebbe far ipotizzare nei giorni di apertura del Mundus il ricordo di patti di pace o tregua fatte dalle diverse popolazioni che si unirono per fondare la nuova città.
- il 24 agosto a Roma "Mundus patet", si apriva il "Mundus".
A ricordare questa particolare celebrazione è Festo (144 L.):
"Il Mundus, come dice Ateio Capitone nel sesto libro dei Libri Pontificali, viene aperto tre volte all'anno in questi giorni: il giorno dopo i Volcanalia [24 agosto], il 5 ottobre e l'8 novembre. Catone nei Commentarii iuris civilis riporta: "Al Mundus è stato imposto il nome dal mondo che sta sopra di noi; infatti la sua forma, come ho potuto sapere da quelli che vi sono entrati, è simile a quella."
Il Mundus era un edificio o una sorta di pozzo sotterraneo che doveva avere la forma del cielo, del "mundus", se la spiegazione di questo termine è quella di Plutarco (Romolo, 11):
"Lo chiamano mundus con lo stesso nome con cui indicano l'Olimpo."
Sembra probabile che il nome si riferisse dunque alla particolare forma a conca del luogo sotterraneo che doveva ricordare quella del cielo, ma la cosa importante è che questo Mundus dei Romani era collegato al rito di fondazione stessa della città di Roma fatto da Romolo, come ricorda ancora Plutarco (Romolo, 11):
"[Romolo] fece venire dall'Etruria esperti con leggi e testi sacri, che gli spiegassero e gli insegnassero ogni aspetto rituale, come per un'iniziazione ai misteri. Difatti venne scavata una fossa circolare intorno all'attuale Comizio, nella quale furono deposte offerte votive di tutto ciò che risultava adatto secondo le consuetudini e necessario secondo natura. Infine ogni abitante portò una piccola porzione della propria terra d'origine e la gettò nella fossa, mescolandola insieme con le altre. Chiamarono questa fossa con lo stesso nome con cui indicano il cielo [l'olimpo]: mundus."
Dunque un sito connesso direttamente alla fondazione di Roma, una fossa votiva per propiziare la nascita della nuova città.
Lo stesso episodio viene ricordato da Ovidio (Fasti, 4, 820-824) che fornisce qualche elemento in più:
"Si scava una fossa fino a trovare la pietra, si gettano biade nel fondo, e si porta terra dal vicino suolo; si riempie di zolle la fossa; colmata poi vi si erige un altare e quel nuovo focolare fa bene il suo ufficio con ardente fiamma."
Questo "Mundus" era comunque dai Romani collegato a divinità infere, poiché sotterraneo, e durante i giorni della sua apertura vigevano dei divieti, come ricorda Macrobio (Saturnalia, 1, 16, 17-18):
"Non si riteneva opportuno dare inizio ad una guerra [...] neppure quando è aperta la cavità infernale [il Mundus], rito consacrato al culto del padre Dite [Ade] e di Proserpina [Persefone]. Varrone scrive che quando la cavità è aperta [Mundus patet], è aperta per così dire la porta delle divinità funeste ed infernali. Perciò è sacrilego non solo attaccar battaglia, ma anche arruolare e far partire le truppe, salpare, prendere moglie."
Dunque un luogo sacro alle divinità infernali come Dite e Proserpina, nonché ai Mani, le divinità sotterranee spesso associate alle anime dei defunti (Festo, 144 L.). L'altro elemento importante è che in questi giorni di apertura del Mundus era vietato soprattutto fare o iniziare la guerra (come risulta anche da altre fonti), lasciando questo giorno per la pace. L'unione di questo dato con il rituale di fondazione di Roma alla quale parteciparono persone di diversa provenienza, che lasciarono nel mundus parte della loro terra natia, sembrerebbe far ipotizzare nei giorni di apertura del Mundus il ricordo di patti di pace o tregua fatte dalle diverse popolazioni che si unirono per fondare la nuova città.
Gabriele Romano
(nella foto: ara con dedica a Dite e Proserpina. Römisch-Germanisches Museum, Köln.)
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