Era il primo aprile 1647 quando a Cormons furono giustiziate due donne accusate di stregoneria. Le imputate erano inizialmente otto, denunciate nel febbraio dello stesso anno da parte di un cormonese di cui non si conosce il nome. Durante la prigionia furono costrette a confessare di avere eseguito malefici e di aver partecipato a sabba satanici, furono poi condannate in base alla legislazione civile asburgica in vigore allora a Cormons. Le due sventurate, Lucia moglie di Romano di Tomba e Antonia Bevilacqua di Borgnano, furono decapitate e poi bruciate sulla pubblica piazza alla presenza di una numerosa folla. Dell’avvenimento rimangono numerose testimonianze: una lettera del vicario di Cormons indirizzata all’inquisitore di Aquileia e Concordia e la registrazione presso i registri parrocchiali di Corno di Rosazzo. La notizia è poi stata ripresa da don Giovanni Blasuttic nei suoi “Memoriali Cormonesi” dove riporta: “Streghe abbruciate a Cormons – Primo Aprile a Cormons – 1647. Lucia moglie di Romano di Tomba per striga fu abbruzzata in piazza con il concorso di moltitudine di gente. L’istessa hora ivi – Antonia Bevilacqua di Borgnano nata da bevi l’Acqua di Firmano presso Cividale le fu tagliata la testa, et abbrugiata per striga”.
In passato c’erano stati dei precedenti meno truculenti con il processo del 1575-1581 al “benandante” Paolo Gasparutto di Giassico e quello del 1626 ad una certa Menega
In passato c’erano stati dei precedenti meno truculenti con il processo del 1575-1581 al “benandante” Paolo Gasparutto di Giassico e quello del 1626 ad una certa Menega
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